XXVIII

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• Ellen •

Le ferite al mio fianco si erano quasi completamente cicatrizzate, tranne quelle più profonde, da cui fuoriusciva ancora una piccola porzione di sangue ogni tanto.
Dopo quella settimana, nel vedere il mio corpo ridotto in quello stato mi ero fatta diverse domande e mi ero chiesta soprattutto se mi sentivo realmente in colpa per l'accaduto. Ma la realtà era che quello che avevo fatto mi aveva fatto sentire solamente meglio, mi aveva aiutato a dimezzare il dolore interno con quello esterno e ogni volta che mio padre si faceva rivedere nella mia testa la voglia di rifarlo era alle stelle, ma sapevo che non mi faceva per nulla bene.
Feci fatica a ritornare a parlare e a scherzare con i ragazzi, ma dovevo superare quella cosa, come se fosse una di quelle sfide della vita che ero sempre riuscita a battere.
Come la morte di mio padre...
Se dovevo essere proprio sincera il suo omicidio non l'avevo del tutto superato, nella mia testa si riproponeva molto spesso il suo corpo disteso a terra, in una pozza di sangue e il mio corpo scosso dai brividi alla sua vista, ma mi continuavo a ripetere che ormai era successo, non potevo far più nulla.
L'unica cosa che forse potevo fare per lui era quella di trovare il suo assassino, anche se si stava rivelando una cosa parecchio complicata.
<Chi sospettate sia stato ad uccidere quell'uomo? Voglio dire, avrete pur delle supposizioni... Non so...> Domandò Liam, porgendomi una tazza fumante di caffè latte al caramello e panna preparata da lui.
Quella domanda mi fece ragionare e focalizzare su quella maledetta serata. Il mio cuore aumentò il suo battito, facendo varcare la soglia del mio petto all'ansia e al terrore.
<Io penso che l'assassino si possa essere camuffato tra gli invitati.> Disse Chris.
<La guardia non l'avrebbe mai fatto entrare. Dev'essere stata una persona di cui il proprietario della casa si fidava.> La voce di Aaron alle mie spalle corresse l'affermazione di Chris.
Mi voltai ed incrociai i suoi occhi celestiali. Probabilmente si era appena svegliato, dati la sua chioma arruffata, gli occhi socchiusi e la pelle pallida come quella di un cadavere.
<Ma chi può essere stato? In quella festa non conoscevamo nessuno! Come faremo a rintracciare il colpevole?> domandò Kim, mettendo alcune posate all'interno della lavastoviglie.
Non potevo esserne certa, ma avevo qualche sospetto, e l'unico nome che mi sorgeva in mente era quello dell'uomo che mi aveva rovinato la vita.
Marc Harris.
Poteva essere stato solo lui.
<Tutto okay?> Mi domandò Mason, appoggiandomi una mano alla spalla che era rivolta verso di lui.
Io mi limitai ad annuire, sentendo la gola improvvisamente secca.
Era passato così tanto tempo dalla morte di mio padre che nemmeno riuscivo ad immaginare il momento in cui avremmo potuto rintracciare il colpevole della sua morte.
Sapevo che la polizia lo stava cercando, ma ormai ero cosciente del fatto che non ci stavano dando molta importanza, le loro ricerche erano lente e quasi inesistenti, non si erano nemmeno presentati una seconda volta a casa nostra.
Mi allontanai dalla tavola strisciando la sedia sul pavimento e uscii dalla cucina, ignorando spudoratamente Aaron, che era ancora accostato alla porta con il suo telefono tra le mani.
Ma cosa faceva con quel coso tutto il giorno?
Aveva una ragazza?
Messaggiava con lei?
Era uscito con lei la sera prima?
Non conoscevo il motivo della mia curiosità, ma lasciai perdere quelle domande stupide, focalizzandomi solamente sulla mia vita, sui miei problemi e su me stessa.
La settimana dopo avrei rimesso piede nella mia scuola, me l'ero ripromessa. Avevo la necessità di parlare con il mio migliore amico e confessare quello che provavo a lui, solo Peter mi avrebbe potuto aiutare.
Mi chiusi la porta della stanza alle spalle e mi tuffai sul materasso morbido, facendolo piegare sotto il mio peso.
La mia mente in quei giorni era diventata un enorme caos. Stavo pensando a parecchie cose e non riuscivo a controllarle. La mia testa mi riportava continuamente alla sua morte, al suo corpo e al passato.
Volevo rimanere disperatamente nella mia vecchia vita. Quella felice. Quella dove riuscivo a sorridere senza fingere. Mi mancava come se fosse ossigeno.

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⏰ Last updated: Feb 13, 2023 ⏰

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