XXV

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• Ellen •

<Non ci penso nemmeno.> Esclamai, osservandomi nel grande specchio posato sulla parete della stanza di Kim. La ragazza al mio fianco ridusse gli occhi chiari in due fessure, guardandomi con aria di sfida.
Non intendevo indossare quel pezzo di stoffa che non poteva essere nemmeno denominato vestito.
Era più scollato che mai, privo di spalline e giungeva fino metà coscia. Era di un colore tra il grigio e il nero, colmo di brillantini. Certo, poteva stare fantasticamente alle ragazze come Kim, ma io non sarei mai riuscita ad indossarlo senza sentirmi in imbarazzo o coprirmi le aree scoperte del mio corpo.
Non mi sentivo per nulla a mio agio.
Quella di quella sera sarebbe stata una serata elegante e raffinata, non potevo indossare quel tubino. Me lo sfilai e indossai i vestiti che avevo addosso in principio, osservando la ragazza affianco a me, indaffarata nel cercare un'altro vestito adatto ad una ragazza come me.
Erano già le quattro e mezza di pomeriggio e la festa sarebbe iniziata alle otto di sera, eravamo perfettamente in orario, nonostante quello continuavo a sentire come un'ansia all'interno di me.
Ragionai su cosa avrei potuto dire quella sera ai partecipanti per strappare qualche informazione in più su mio padre, anche se probabilmente sarebbe stato solo uno spreco di tempo, nessuno lo poteva conoscere.
Mi sforzai di non mostrarmi turbata agli occhi indagatori di Kim, che osservavano ogni mia minima mossa come due piccole telecamere.
<Forse è meglio se prima scegliamo il tuo, di vestito...> Affermai io, facendole sollevare lo sguardo verso di me. Il suo sorriso si allargò.
<L'ho già fatto! Ti mostro l'abito che ho scelto.> Esclamò, entusiasta come non mai.
La ragazza si allontanò dal letto e si diresse a passo felpato e svelto verso il grande armadio rosato che occupava quasi metà della parete di fronte al letto. Chissà quante cose teneva al suo interno...
Kim infilò le mani in un cassetto e ne estrasse una grande busta trasparente da cui si poteva scorgere un vestito dalla stoffa bianca. La ragazza lo estrasse dalla custodia e me lo mostrò.
Quasi non feci crollare la mascella.
Quell'abito non poteva essere considerato tale semplicemente per il fatto che non era per nulla come gli altri. Era magnifico.
E non stavo esagerando....
Il vestito era abbastanza corto, doveva terminare qualche centimetro prima della metà coscia di Kim. Le sue dolci maniche erano a sbuffo, ma lasciavano scoperte le spalle e il petto e cadevano leggere al di sotto dell'avambraccio.
Kim Sarebbe sicuramente sembrata un'angelo sulla terra dopo aver messo quell'abito.
<Wow! Ma è bellissimo!> sbottai, osservando incantata quell'abito.
<Già. Era di mia mamma, ma non lo indossa più, dice che la fa sembrare grassa.> Mi confessò, eliminando gli eccessi di polvere che si erano creati sul tessuto del vestito.
Abbassai gli occhi.
Non sapevo per certo cosa si provasse ad avere una mamma, era sempre stato una specie di punto di domanda che era sempre rimasto impresso all'interno della mia testa. Possedere una figura del tuo stesso sesso nella famiglia poteva significare avere una maggiore sicurezza su te stessa e poter domandare qualsiasi cosa riguardo la tua intimità a qualcuno che ci era già passato e ne sapeva più di te.
Ricordai che avevo passato le mie prime mestruazioni con uno strato di carta igienica sugli slip perché papà a casa non aveva gli assorbenti o qualcosa che potesse avvicinarsi maggiormente a quelli.
Scossi la testa e mi concentrai su Kim, che, con il vestito ancora in mano, cercava disperatamente nel suo armadio un'abito da farmi indossare.
<Oddio!> La sentii esclamare, con voce acuta. <Dai un'occhiata a questo! Già posso immaginarmi tutti i ragazzi che ti guarderanno!> Aggiunse, sollevando un capo e mostrandomelo, mantenendo un grande sorriso sulle labbra carnose.
Il vestito che mi stava mostrando non era male, era in velluto color rame leggermente lucido e possedeva due spalline sottili che si intrecciavano elegantemente sulla schiena, terminando in un piccolo fiocco poco sopra al fondoschiena.
<Dai! Mica ti mangia! Provalo.> Mi disse Kim, invogliandomi ad impugnare quel vestito e ad indossarlo con una certa fatica.
Sentivo il tessuto avvolgermi il corpo come una seconda pelle, senza stringermi e senza rimanere troppo largo. Stentavo a credere che quel tubino riuscisse farmi quasi sembrare bella come una di quelle ragazze nella mia scuola
Sinceramente, non mi ero mai considerata bella. Ogni volta che avevo scambiato uno sguardo con il mio riflesso, all'interno della mia mente non si era mai fatta sentire quella voce che ti diceva: "Beh, forse forse... sono carina anche io!".
E no, nessuno me lo aveva mai detto, tranne Pet, ma lui non potevo contarlo, era il mio migliore amico. Anche con un sacchetto della spazzatura sulla testa e uno straccio come vestito mi avrebbe detto che mi considerava stupenda. E lo amavo per questo.
A volte pensavo soltanto che tutte le persone di questo mondo, almeno una volta nella loro vita, debbano sentire un complimento rivolto a loro, sennò non avrebbero mai potuto pensare neanche lontanamente di poter arrivare agli stereotipi che la società aveva creato di persona bella.
<Ti sta divinamente!> Sbraitò Kim alle mie spalle, allontanando come un'eco lontano i pensieri che si erano divagati nella mia mente. Mi osservai ancora un po' allo specchio e mi pizzicai il braccio con due dita, tentando di capire se quello che i mei occhi stavano guardando ero io oppure era un'illusione. Forse stavo solo esagerando...
Non sarei mai stata bella come le ragazze della mia scuola.
Non avrei mai potuto sentirmi come si doveva sentire Kim dopo aver indossato un abito come quello.
La mia gioia era solo un'emozione sprecata e inutile, il vestito in fondo non mi stava così bene...
Stavo solamente creando stupide illusioni nella mia mente.
Magari Kim aveva detto quella frase solo ed esclusivamente per pena.
Le facevo davvero pena?
Ero davvero così bella all'interno di quel vestito?
Mi stava veramente così bene?
Maledissi mentalmente quelle paranoie-che in tutta la mia triste adolescenza non mi avevano abbandonato nemmeno per un secondo- e mi lisciai il vestito all'altezza dei fianchi.
<Sicura? Penso... Penso che sia meglio mettere qualcosa di... di più sobrio...> Confessai io, facendole curvare il viso, incerta su cosa rispondere.
<No El, è veramente molto bello sul tuo corpo.> Replicò, avvicinandosi a me e appoggiandomi i due palmi delle mani sulle spalle coperte solamente dalle due sottili spalline.
Abbassai lo sguardo ed esaminai per l'ultima volta il mio fisico, prima di fare un sorriso a Kim, rassicurandola.

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