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Il viaggio di ritorno fu più breve dell'andata. Forse perché ormai tutto era finito e la parte più difficile era stata fatta. Non nevicava più, fortunatamente, e questo fu di grande aiuto per i nostri amici viaggiatori. In Dorian era nata una nuova speranza, una nuova gioia, che sperava non fosse effimera come la danza delle foglie al vento. Voleva essere positivo, voleva pensare per il meglio.

A New Orleans le cose erano peggiorate inaspettatamente. Dopo la loro partenza, Lucien si era sentito molto male. Spossato da quella lunga malattia, aveva resistito fino a quando aveva potuto ma, alla fine, anche il corpo di un vampiro prima o poi cede alle sofferenze. E così era successo. Si era addormentato. La sua pelle era sempre più spenta e fredda, il viso più tirato. Le piaghe sulle mani erano diventate più dolorose e aveva anche iniziato a perdere qualche ciocca dei suoi capelli biondi. Le ritrovava nel letto quando si rigirava per cambiare posizione. Non c'era bisogno di dire tutto questo a Margot. Lo avrebbe visto con i suoi occhi, a meno che non lo sapesse già e non ne faceva parola con lui per puro affetto e rispetto. Chissà se avrebbe rivisto il suo Dorian... Avrebbe dovuto resistere ancora un paio d'ore o poco più, ma lui era stanco, terribilmente stanco. Si sentiva qualcosa dentro che non sapeva spiegare. Se fosse stato umano avrebbe detto che sentiva l'avvicinarsi della sua morte. Ma lui non era umano, e poi era già morto essendo un vampiro. Ma, per quanto tutto fosse assurdo, si sentiva prossimo alla sua fine. Aveva semplicemente chiuso gli occhi per stanchezza, anche se il suo cuore aveva lottato fino all'ultimo per farlo restare vigile e sveglio. Non era neanche consapevole di quello che gli era successo in quei pochi attimi prima dell'oblio. Le coperte del letto erano così calde e confortanti, la luce del giorno filtrava a malapena dalle tende della finestra e il silenzio avvolgeva la stanza, donandole uno stato di quiete e di pace. Era tutto così piacevolmente rilassante...

Margot aveva lasciato Lucien da poco. Era stata un po' con lui da quando gli altri erano partiti, ma non voleva stancarlo troppo. Le forti emozioni degli ultimi giorni lo avevano ulteriormente esaurito e, nello stato di debolezza in cui si trovava, doveva riposare il più possibile. Appena gli altri sarebbero tornati lui sarebbe stato meglio, si ripeteva fra sé e sé, si sarebbe ripreso con la cura che avevano portato per lui. Lucien non doveva morire, non era questo il suo destino, Margot lo sapeva. Lo sperava. Lo aveva lasciato da poco nella sua stanza al piano di sopra, ma c'era qualcosa che non andava. Lei voleva fare di più, voleva stargli accanto, eppure, per paura di disturbarlo con le sue continue intrusioni, non era più salita da lui. Nonostante quella strana sensazione che sentiva.

Le ragazze erano tutte riunite nella sala grande al piano terra. Ebony era acciambellata sulla poltrona vicina alla porta d'ingresso, come se fosse impaziente di aspettare il ritorno degli altri. Era irrequieta, muoveva le orecchie e teneva gli occhi ben aperti. Le ore sembravano infinite, l'attesa era snervante. Nessuna di loro osava dire una parola, ognuna era chiusa nella propria preoccupazione. Poi, all'improvviso, ci fu un rumore in giardino. Dei passi, qualche frammento di parola. Erano loro, erano tornati! Di colpo tutte e quattro le ragazze saltarono in piedi e Margot corse alla porta per aprirla. Persino Ebony si era messa in piedi sulla poltrona.

Senza perdere tempo, Fiona e Dorian andarono subito da Lucien, seguiti da Margot. Morean e Hily restarono con le ragazze per raccontare cosa era successo nelle montagne dello Yukon.

" Lucien, caro Lucien, sono Fiona. E con me ci sono anche Dorian e Margot. Abbiamo la cura! "

Lucien non rispondeva. Forse si era addormentato, pensò Dorian. Ma era strano che non avesse sentito il trambusto sulle scale. E poi, guardandolo meglio, la sua pelle era grigia, troppo grigia... Qualcosa non andava. Un dolore acuto iniziò a martellargli nel petto, così forte che sembrava che volesse squarciarlo in due. Si precipitò immediatamente sul bordo del letto, senza dare il tempo a Fiona e a Margot di capire cosa stava succedendo. Si appoggiò al letto e iniziò a scuotere Lucien, in preda al panico.

" Lucien! Lucien per l'amor del cielo, rispondimi! Parlami! Lucien! "

Dorian stava stringendo convulsamente le coperte fra le mani, fino a quasi strapparne un lembo. Si lasciò scivolare giù dal letto e ricadde in ginocchio sul pavimento, la mano chiusa a pugno con il pezzo di stoffa della coperta. Fiona si portò una mano alla bocca, come a voler soffocare un grido di dispiacere.

Margot era impietrita davanti a quella scena surreale. Le girava la testa. Non poteva essere vero... Ma quello che aveva avvertito poche ore fa, adesso sembrava avere un senso. Se solo fosse salita a controllare tutto questo non sarebbe successo! Ma sarebbe stata davvero in grado di prevenirlo? Tutto quello che avevano fatto fino a quel momento non era servito a salvare la vita a Lucien. E cosa avrebbe preteso di fare adesso? Non aveva senso incolpare se stessa, non era colpa di nessuno quello che era successo, ma lei si sentiva colpevole ugualmente. E vedere il dolore di Dorian non faceva altro che aumentare il suo rimorso.

Si avvicinò al vampiro, posandogli una mano sulla spalla. Dorian non si mosse. Era inginocchiato accanto al letto, con la testa china. I suoi lunghi riccioli biondi gli ricadevano sul volto e, attraverso di essi, Margot potè notare che le sue guance erano rigate da lacrime cremisi. Margot non sapeva cosa dire, ormai era chiaro quello che era successo, e ogni parola sarebbe stata vana. Ma doveva tentare.

" Dorian... "

Nessuna risposta. Dorian sembrava in catalessi, come se la sua mente fosse altrove, in un altro mondo.

" Dorian... ti prego... "

E in un attimo Dorian si trasformò in una belva. Si girò di scatto verso Margot ruggendo contro di lei tutta la rabbia e la frustrazione che aveva dentro di sé. Ci mancò poco che la scaraventasse giù dalle scale. Fiona capì che la situazione era pericolosa e doveva andarsene via da lì. Aveva ancora con sé l'ampolla con il sangue di Lysianthus e doveva conservarla ad ogni costo. Dorian era incontrollabile e se fosse rimasta in quella stanza, l'ampolla sarebbe andata distrutta. Prese Margot sottobraccio e scesero le scale. Margot singhiozzava, incapace di trattenere ancora le lacrime e il dolore. Lasciarono Dorian da solo con il corpo di Lucien, sapendo che non gli avrebbe potuto fare niente di male.


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