16.

36 4 2
                                    

Nessuno in città si domandò che fine avesse fatto il mercante Steinar Van Der Meer. Non aveva amici, non aveva legami sentimentali e la sua scomparsa passò inosservata. Nelle notti seguenti, Morean e Seth andarono alla villa per far sparire alcune cose che avrebbero potuto destare sospetti. Presto la villa divenne un rifugio per gli animali del bosco.

Anche nell'ambiente di lavoro nessuno si stupì più di tanto. Capitava che i commercianti si spostassero di città in città, girando per il mondo.

Nonostante tutto, Morean non riusciva a riposare come avrebbe voluto. Ormai era tutto finito, erano già passati un po' di giorni dal suo folle viaggio nel sud della Francia, ma non riusciva a dormire alla notte. Neanche la vicinanza di Ebony lo aiutava. Si sentiva perso, aveva un vuoto dentro di sé che gli divorava l'anima, e l'aver ucciso Van Der Meer non era servito quasi a niente. La sua testa pensava sempre ad Isabelle, ai momenti trascorsi insieme, a come tutto gli era stato portato via in un attimo, un destino così dolorosamente ineluttabile. Quando era sulla cima di Pointe Percée aveva pensato di restare lì a bruciare vivo con Van Der Meer, non aveva più niente che valesse la pena di essere vissuto e non sopportava il pensiero di vivere una vita eterna.

In quelle notti insonni si rigirava nel letto, gli occhi sbarrati nel vuoto e la testa persa in mille pensieri.

Quando stavano insieme, Isabelle gli aveva regalato un ciondolo molto antico che era appartenuto a sua nonna: era un ciondolo a forma di cammeo, con eleganti rifiniture, si poteva aprire e dentro si poteva mettere una piccola fotografia. Morean l'aveva custodito con cura in un cassetto del comodino e aveva messo una fotografia di Isabelle che le aveva fatto fare. Da quando lei era morta non aveva più osato aprire quel cassetto, ma quella sera lo aprì e prese il ciondolo: fece scattare la chiusura delicatamente e la sua Isabelle gli apparve. Non aveva bisogno di fotografie per ricordarsi come era bella, ma ebbe lo stesso un tuffo al cuore, tanto sublime quanto doloroso. Restò immobile a fissarla per qualche minuto, lacrime scarlatte gli rigavano il volto. Lo ripose nel comodino e si lasciò andare sul cuscino. Gli faceva ancora troppo male, era insopportabile. Avrebbe mai smesso di soffrire così tanto? Sperava che un giorno il dolore si fosse un poco attenuato. Ma ne dubitava.

I giorni passavano uno dopo l'altro, uno uguale all'altro. Non aveva più voglia di passeggiare per le vie di Parigi. Vedeva i volti delle persone che incontrava camminando, ma per lui erano solo vaghe forme umane, macchie indistinte in mezzo alla strada. Lui era assente, era altrove con i pensieri. Era solo con se stesso e avrebbe dovuto farselo bastare.

Ogni tanto vedeva Seth, passava a trovarlo alla sua bottega, ma glielo si leggeva chiaro in faccia che qualcosa non andava, che molte cose non andavano. Seth notava il suo sguardo spento, era da tempo che non vedeva sorridere quel ragazzo.

" Figliolo, ascolta. Non continuare a tormentarti e a soffrire. Questo posto non ti appartiene più, appartiene al passato ed è giusto che sia così. E' inutile che imponi a te stesso di rimanere qui per chissà quale ragione. "

" Hai ragione Seth, non sai quante volte me lo sono ripetuto, ma è difficile comandare un cuore con la testa, anche se ormai il mio cuore è "morto". E poi continuo a sentirmi terribilmente in colpa. Avrei potuto fare di più, avrei dovuto proteggerla come si meritava... E invece ho fallito, mi è scivolata via dalle mani come granelli di sabbia... "

" Tu non hai nessuna colpa, Morean, non potevi sapere cosa sarebbe successo, non potevi prevedere il futuro! E fai quel viaggio a cui stai pensando da giorni... "

" Si, forse è davvero l'unica soluzione per adesso... Dovrei organizzarmi e partire... Chissà se ad Ebony piacerà viaggiare... "

" Questo lo puoi scoprire solo partendo... E ricorda, amico mio, in qualunque posto tu sarai e se avrai bisogno di me, basterà un pensiero, un richiamo e in qualche modo ci troveremo. "

" Grazie Seth, sai sempre dire la cosa giusta al momento giusto, sei come un fratello per me e non dimenticherò mai tutto quello che hai fatto per me... e per Isabelle. "

Si salutarono e Morean tornò a casa. Aveva molte cose da preparare, il viaggio, la partenza e doveva anche trovare un mezzo di trasporto per Ebony, non poteva portarla in braccio. E doveva ancora scegliere una destinazione, ma non aveva fretta. Avrebbe fatto le cose con calma.


Morean Il VampiroWhere stories live. Discover now