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Non doveva agire d'impulso. Doveva fare le cose un passo alla volta. E il primo passo lo aveva già fatto: staccarsi da Dorian, allontanarsi, non vederlo più e mettere da parte i suoi sentimenti. Solo così avrebbe potuto riprendersi quello che era stato suo una volta, grazie a quell'antico rito che aveva trovato su uno dei suoi libri. Lo aveva letto e riletto molte volte per studiarlo bene e ne avrebbe comunque trascritto una copia su un foglio di carta per portarlo con sé. Purtroppo il rito non si poteva svolgere in casa, tanto meno in una città abitata. Il luogo adatto era un cimitero sconsacrato, un cimitero degli immorali, così dicevano le parole del libro. E qui Nathalia aveva trovato un primo ostacolo.

Sapeva che esisteva un vecchio cimitero nella città, situato in cima ad una collina, raggiungibile solo per mezzo di una strada che ormai si era quasi del tutto sgretolata in cocci di pietre. Nessuno si era mai preoccupato di rimetterla a nuovo, il cimitero era molto vecchio, lì erano sepolte persone che avevano vissuto moltissimi anni fa, addirittura c'erano tombe che recavano le date del secolo precedente. Ma non era quello il posto giusto.

Un cimitero sconsacrato. Chi poteva mai essere sepolto in un cimitero sconsacrato? Forse coloro che non avevano famiglia o che erano stati degli assassini e stupratori. Avrebbe dovuto documentarsi meglio sulla storia della città per scoprire se esisteva un cimitero con queste caratteristiche, e poi sarebbe andata a cercarlo.

Chişinău era una città abbastanza grande, si era sviluppata bene in tutti quegli anni, aprendo le sue porte a molti commerci ed iniziando anche un processo di industrializzazione, seppur ancora molto lento. L'unica cosa che era rimasta immutata nel corso del tempo era il carattere degli abitanti. Nathalia non riusciva a capire come il progresso potesse andare d'accordo con le menti ottuse che avevano i moldavi. E il loro carattere si rispecchiava nelle tradizioni, nel folklore. Fu proprio grazie a questo che riuscì ad individuare un cimitero molto particolare, proprio come voleva il rito.

In un libro che parlava della vecchia storia della città, Nathalia aveva scoperto l'esistenza di un cimitero molto antico, che una volta era situato molto a nord della città. Era così distante proprio perché nessuno doveva mai avvicinarsi. Erano nate delle strane storie su questo cimitero: qualcuno diceva di aver sentito dei lamenti provenire da lì, altri dicevano di aver percepito la presenza di qualcosa di inspiegabile. E così la gente preferiva tenersi alla larga, anche se qualche curioso si avventurava fin laggiù, giovani sfrontati e temerari. Era un cimitero particolare, le salme che vi entravano non avevano ricevuto nessuna benedizione e di conseguenza il cimitero aveva assunto il nome di cimitero sconsacrato. Purtroppo il libro non diceva molto di più, non c'era un nome, un'indicazione più precisa se non che si trovava molto a nord della città. Ma questo parecchi secoli fa. Adesso, se esisteva ancora, doveva trovarsi praticamente in mezzo ai boschi a nord della città.

Nathalia quasi non ci credeva, non era molto convinta di trovare ancora qualcosa, dato che era trascorso molto tempo e poi in mezzo ai boschi e alle sterpaglie non avrebbe trovato niente, forse sarebbe stato tutto ricoperto da erbe infestanti o il cimitero era andato distrutto. Decise di provare lo stesso a cercarlo.

La strada fu molto lunga, era complicato muoversi in quei boschi e anche se era giorno e c'era la luce diurna che l'aiutava a vederci meglio, aveva sempre paura che qualcuno potesse seguirla, qualcuno di quei bigotti che non la potevano vedere girare per le vie della cittadina. Aveva paura che qualcuno avrebbe potuto seguirla ed ucciderla, eliminando così una volta per tutte la strega nera del paese. Lei non avrebbe avuto nulla con cui difendersi, neanche i suoi poteri. Ma cancellò dalla sua mente questi brutti pensieri e continuò il suo percorso. Aveva portato una bussola con sé, per non perdere l'orientamento in mezzo a tutti quegli alberi circondati da alte montagne. Erano posti isolati, nessuno passava mai da quelle parti, tranne gli animali del bosco. Ma, man mano che proseguiva verso nord, arrampicandosi per i sentieri, anche i rumori degli animali svanivano poco a poco. Di colpo si rese conto che c'era uno strano silenzio, gli uccelli avevano smesso di cantare e non sentiva neanche più il rumore del piccolo corso d'acqua che serpeggiava fra le montagne. Si accorse invece che una strana nebbia stava avanzando verso di lei e le sembrava anche quasi di sentire una leggera corrente di aria fredda provenire proprio da lì. Forse era arrivata nel posto giusto, se lo augurava tanto.

Si incamminò in mezzo a quella foschia che sembrava inghiottire qualsiasi cosa. Non si riusciva a vedere nulla al di là di quella barriera nebulosa, ma Nathalia avanzò cautamente.

La nebbia era una protezione, una specie di varco per entrare in una zona del bosco ancora più desolata. All'inizio Nathalia non capì bene di cosa si trattava, quell'aria foscosa permeava ogni cosa; vide dei massi in mezzo al terreno spoglio, grossi massi sparsi qua e là che uscivano dal terreno, alcuni erano privi di certe parti, altri erano storti. Assomigliavano a dei vecchi denti rotti e spezzati che uscivano fuori da una bocca di chissà quale creatura. Poi, quando la nebbia iniziò a diradarsi, quello scenario lugubre le fu chiaro: si trovava davanti ai resti di un cimitero, il cimitero sconsacrato di cui parlava il libro. Non poteva essere che quello. Nessun altro cimitero sarebbe stato abbandonato così nel corso del tempo. Non aveva più delimitazioni, nessun muro di cinta, nessun cancello. C'erano solo queste pietre tombali sparse. E non erano poche. Doveva essere stato un cimitero molto grande. Quando il suo occhio si abituò a quella strana penombra, Nathalia vide che le tombe erano sparse per oltre un chilometro. Sicuramente tante erano andate distrutte dalle intemperie, ma quelle che restavano erano impressionanti. Non le piaceva molto quel posto, non le dava sicurezza, era infido e nascondeva qualcosa. Ma in fondo, lei non era lì proprio per cercare qualcosa di malvagio?

All'improvviso le parve di vedere muoversi qualcosa fra i resti tombali, la nebbia andava e veniva e la visuale non era sempre molto nitida. Ebbe paura. Si trovava in un posto dimenticato dal mondo, forse addirittura fuori dal mondo. Ma cosa pensava di trovare? E soprattutto, cosa voleva fare? Sembrava che i dubbi le stessero togliendo quella sicurezza che aveva sempre avuto prima, decisa a compiere quel rito. Ma ora, trovandosi da sola in quel posto sperduto, la paura si fece sentire. E quando la paura invade l'animo di qualcuno si pensa di vedere e udire cose che, forse, non esistono. O forse esistono veramente?

Nathalia si impose di stare calma, chiuse gli occhi, inspirò ed espirò a pieni polmoni. Aveva con sé il foglio dove aveva trascritto il rito, ma non si sentiva ancora pronta, qualcosa la turbava. Decise di tornare indietro e, nel passare, lasciò dei segni che avrebbe facilmente riconosciuto quando sarebbe ritornata. E poi le mancavano alcune cose per poter compiere il rito. Avrebbe rischiato e sarebbe tornata la sera stessa.

Si sentiva meglio uscendo dal cimitero nascosto ed inoltrandosi nuovamente nella foresta, si sentiva più al sicuro. C'era qualcosa di strano in quel cimitero, ne aveva la certezza, aveva avvertito una presenza, una sensazione di un qualcosa che era fortemente malvagio, ma che non si era fatto vedere del tutto.

Man mano che si dirigeva verso il centro abitato, riacquistava il suo equilibrio interiore. Era consapevole che lassù qualcosa era successo, ma ora era più lucida e poteva ragionare. Tornò per le vie della città a passo svelto, doveva sbrigarsi. Le persone che la incontravano la guardavano in modo strano, sgranavano gli occhi come se avessero visto una pazza. Passando nella foresta le si erano attaccate delle foglie secche, dei ramoscelli al suo lungo vestito nero e sul suo cappuccio. Ma questo non le importava. Che sparlassero pure quanto volevano, che guardassero pure, tanto molto presto avrebbero avuto quello che si meritavano da tempo. Un sorriso beffardo le comparve sul suo bel volto dalla pelle lunare, incorniciato dalle ciocche di lisci capelli neri, c'era una strana luce nei suoi occhi. Chi non la conosceva non poteva sapere che dietro a quel bel viso angelico si nascondevano sentimenti negativi.

Rientrò a casa e andò ad aprire uno dei tanti scrigni che teneva nella sua stanza. Doveva prendere una cosa molto importante, senza la quale il rito non avrebbe avuto nessun valore: i capelli dorati di Dorian. Senza quelli sarebbe stato tutto inutile. Ovviamente aveva bisogno anche di alcune candele e di alcuni ciondoli. Rilesse ancora una volta le parole del rito, confrontandole con quelle scritte sul libro. Dovevano essere pronunciate correttamente, altrimenti si rischiava di vanificare tutto quanto. E non c'era da escludere che si rischiava anche la vita. Una sola parola sbagliata poteva significare la morte.


Morean Il VampiroWo Geschichten leben. Entdecke jetzt