Capitolo 27

271 20 8
                                    

Ryame pianse per qualche decina di minuti, prima di iniziare poi a ridere quasi psicopatica. La guardai sconvolta: le era appena morto il marito e lei stava ridendo?? Un sorriso inquietante si formò sulle sue labbra mentre mi guardava soddisfatta nel mio stato indifeso. -Finalmente siamo riusciti a prenderti, stronzetta.- mi disse... Stronzetta.. cosa... cosa stava succedendo?! -Sai, ci abbiamo messo mesi per riuscire a catturarti senza destare sospetti, ma Kenan era sempre sospettoso di me e non mi faceva mai venire a scuola a prenderti. Tsk. Se non si fosse messo in mezzo non sarebbe morto.- disse scostandosi una ciocca di capelli dietro l'orecchio. -STAI SCHERZANDO?! ERA TUO MARITO!- le gridai in preda alla rabbia. Sentii il corpo scaldarsi, ma non riuscivo in alcun modo a richiamare il mio amico dalla testa di teschio. -É inutile che ti agiti. Non riuscirai a trasformarti, soprattutto non così come sei. Ti abbiamo drogata abbastanza per metterti KO per settimane, ma sei sveglia in solo 5 giorni... Impressionante- continuò leccandosi il labbro superiore -Sarà divertente studiarti...- Gelai. Era tutta una menzogna... Era tutta una messa in scena! RYAME ERA UNA VILLAIN!

Tentai di ribattere, ma la donna iniziò ad gridare aiuto appena iniziai ad urlarle contro. Entrò subito una guardia, allarmata dalle grida della donna la quale iniziò a raccontare che avevo tentato di morderla e di aggredirla. E come avrei fatto legata in quel modo, si può sapere?!
-Non è vero! É una Villain! É lei che ha fatto uccidere Chito!- gridai -Non so chi cosa stia parlando! Sta cercando di far ricadere la colpa su di me!- iniziò a urlare lei indicandomi e iniziando a fare la scenata della donna indifesa. Ringhiai rumorosamente, come un animale, e sentii i denti allungarsi mentre il nero sulle mie braccia aumentava verso le spalle. -STA ZITTA LURIDA BUGIARDA! É SOLO TUTTA UNA MESSA IN SCENA LA TUA!- gridai poco prima che la guardia mi mettesse KO una seconda volta. 

(⚠️ ATTENZIONE TRIGGERS: Violenza, Sangue e Tortura)

Quando ripresi i sensi ero immobilizzata in modo ancor più restrittivo, ma annusavo un odore diverso da quello di prima. Aprii gli occhi a fatica, probabilmente dovuto a chissà quale droga nel mio corpo... Misi a fuoco una stanza completamente diversa da quella di prima, era di metallo, molto spesso direi pure. Non c'erano finestre, solo una porta. Le pareti erano arrugginite e una puzza di sangue mi invadeva le narici. Mi guardai il corpo e vidi una dozzina di tubicini attaccati a me, mentre delle cinghie metalliche mi legavano alla sedia, anch'essa di metallo. Mossi la testa, ma sentii un collare al mio collo e una museruola sul mio viso. -Ti sei già svegliata, eh?- sentii l'odiosa voce della donna di cui mi fidavo fare capolinea nella stanza -Benvenuta al laboratorio... Sai, abbiamo avuto ordini ben precisi, ma prima volevo divertirmi un po'- disse lei entrando nella stanza dalla pesante ed incrostata porta che si chiuse con un sonoro tonfo. Tentai in tutti i modi di liberarmi, senza successo e lei lentamente mi iniettò una, due, tre fialette nel braccio: iniziai a sentire il corpo ribollire, una sensazione bruttissima iniziò a pervadere il mio corpo mentre lo sentivo come sciogliere internamente. Iniziai a tossire, o almeno per quanto la museruola mi permetteva, e di colpo sentii uno conato di vomito e mi riversai addosso una quantità enorme liquido rosso: sangue.
Iniziai ad ansimare mentre continuavo a vomitare il liquido ematico e la donna fece un passo indietro schifata -Qualcuno dia una pulita qui dentro!- disse indicandomi ed uscendo nuovamente dalla camera facendo posto a tre uomini vestiti di bianco che entrarono al suo posto. Vennero dinnanzi a me e uno mi afferrò dai capelli, alzandomi la testa verso l'alto mentre il secondo mi gettò addosso una secchiata di acqua ghiacciata. Tossii, questa volta acqua che mi era andata di traverso, ma per sbaglio contro il primo uomo che, furioso, mi tirò immediatamente un pugno in pieno viso. La sedia, da quanto pesante, rimase immobile, nonostante la forza era tale da rompermi lo zigomo. Gemetti di dolore rialzando la testa a fatica cercando di guardare gli uomini in faccia, mentre sentivo la mia pulsare e gonfiarsi lentamente per il colpo. Di risposta il primo mi riprese per i capelli, tirando talmente tanto che iniziai a sentire il mio collo scricchiolare, quasi volesse decapitarmi da un momento all'altro. Mentre stringevo i denti per non urlare di dolore, il secondo mi tirò un pugno in pieno addome, facendomi uscire tutta l'aria dai miei polmoni e con uno strattone mi liberai dal primo, strappandomi i capelli da sola con il movimento e piegandomi in avanti iniziando a tossire ansimando nel disperato tentativo di riprendere fiato. Fu in quel momento che il terzo intervenne fermandoli. -Non ne vale la pena. Dobbiamo preservarla per il capo.- disse appoggiando una mano sulla spalla del secondo. Così come entrarono, uscirono senza aggiungere altro. 
I giorni successivi furono circa la stessa routine: Ryame entrava e mi iniettava liquidi strani di diverso colore, i soliti tre entravano a tormentarmi per poi uscire e ripetere il ciclo. Una volta al giorno il terzo uomo entrava per darmi da bere e da mangiare, anche se era sempre acqua dall'odore nauseante e mezza fetta di pane raffermo. Non so quanto andò avanti questa cosa, ma quando finalmente fece capolinea uno dei piani alti, ero allo stremo delle mie forze. Quel giorno mi liberarono dalle catene, ormai impotente da poter reagire e senza alcuna forza per nemmeno camminare sulle mie stesse gambe. Mi trascinarono come una bambola di pezza in una stanza nuova e mi legarono su un tavolo metallino. Sopra di me luci a led e arnesi affilati. -Poverina, non ha nemmeno più la forza di parlare...- fece la finta preoccupata Ryame mentre con violenza mi conficcò nuovamente gli aghi nelle braccia. Ormai, da quanto era danneggiato il mio corpo e senza energie, non reagii alle ferite o alle provocazioni. Il mio sguardo vuoto guardava costantemente il soffitto mentre boccette di liquido variopinto veniva pompato nel mio corpo. Fu allora che entrò uno scienziato, quello dei piani alti: entrò nella sala e passò lentamente le sue mani sul mio corpo esaminandolo con attenzione. Prese un tubo nero con tre aghi grossi come le mie dita alla fine. Non riuscivo nemmeno ad urlare da quanto stanca fossi -Sai, hai un corpo eccezionale. Resistente, flessibile ed elastico. Ti stai adattando molto bene ai codici genetici- sogghignò -Solo che non vedo ancora nessuna reazione... Quindi... - disse impiantandomi con violenza il tubo nel petto, sullo sterno -Perché non dargli una stimolatina?- continuò. Ecco di nuovo la maledetta sensazione di aria che abbandonava il mio corpo, i polmoni lottare per rimanere viva e l'adrenalina venir rilasciata per tutto l'organismo. Makkūra sembrava completamente svanito nel nulla e questa cosa mi allarmava e non poco. Una scarica elettrica mi colpì, diramandosi dal mio petto a tutto il corpo: non so quanto fosse potente, ma le scariche al 100% dei bracciali erano una bazzecola a confronto! Urlai, finalmente urlai di dolore finchè non ebbi più aria nei polmoni una seconda volta. I muscoli iniziarono a contrarsi dolorosamente e la mia schiena si inarcò dal dolore, sollevandomi dal tavolo, ma rimanendo legata dagli arti ad esso. -Finalmente una reazione AHHAHAHAHAHA - rise lo scienziato mentre annotava non so cosa nella sua maledettissima cartella. La corrente elettrica si spense e il mio corpo ricadde nuovamente sul freddo tavolo con un sordo tonfo. Sentivo la testa completamente vuota e il mio corpo non rispondeva più a nessun comando... Stavo morendo? Speravo così perché se avessi dovuto sopportare ancora quelle angherie, mi sarei morsa a morte la lingua pur di far finire quell'agonia. 

(⚠️Fine Parte Trigger)

L'uomo mi si avvicinò prendendomi il viso con una sola mano e mi sollevò dal tavolino. -Se farai la brava, vedrai che non soffrirai più così tanto...- mi disse facendo cenno agli uomini di slegarmi. Lasciai fare, non ero in grado di pensare, non riuscivo nemmeno a riflettere lucidamente... Forse le poche forze, i viveri inesistenti, le continue fiale iniettate nel corpo, le scariche elettriche, le percosse... Tutto questo insieme mi aveva messo allo stremo, piegandomi al loro volere. Le successive settimane venni lasciata per la maggior parte chiusa in una cella oscura, senza finestre o altre fonti di luce. Non so quanto tempo passai lì dentro a digrignare i denti, stritolare le mie stesse braccia dal dolore, tanto da conficcarmi le unghie nei muscoli... Quante ore passate a piangere in silenzio, pregando a Makkūra di farsi vivo, pregando che qualcuno mi venisse a salvare. Il corpo mi doleva costantemente, dolori insopportabili e costanti, con picchi e bassi, a volte talmente forti da farmi perdere i sensi. 
Era l'ennesima volta post visita e controllo che mi buttarono nuovamente in quella cella quando ripersi i sensi. -Makkūra ti prego... Aiutami...- sussurrai mentre cadevo nel mio subconscio. -Nana...- mi sentii chiamare finalmente dal mio soprannome -Makkūra ti prego...- tremò la mia voce -Non ce la posso più fare...- iniziai a singhiozzare. -Non piangere, Nao... Non so cosa mi abbiano fatto, ma non riesco più ad uscire...- mi disse lui allungando una sua mano mostruosamente grande verso di me per accarezzarmi sulla guancia, venendo però fermato da delle catene. -C'è solo un modo... per andarcene...- mi disse. Sussultai, ma la disperazione era tale da non farmi nemmeno ragionare lucidamente e così mi asciugai rapidamente le lacrime, segregando quella paura e terrore nel più profondo del mio essere -Facciamolo.- dissi tendendo la mano verso di lui. Lui sogghignò -É stato un piacere stare al tuo fianco, piccola- disse lui allungando la seconda mano e tagliandomi il palmo con una delle sue unghie. Fece lo stesso con la sua e mi afferrò la mano ferita, mischiando i nostri sangui, il mio rosso cremisi, il suo nero pece. -Quando sarò in pericolo sfrutterò la tua forza...- iniziai a dire io -Quando userai la mia forza, io sfrutterò il tuo spirito...- continuò lui afferrandomi la nuca con la seconda mano libera e facendo appoggiare le nostre fronti assieme... Il suo teschio era enorme e la mia testa era si e no grande come la metà del suo bulbo oculare. -Senza mai dividerci,...- -Diventeremo un unico essere.- -E come il sole tramonta lasciando posto alla notte...- dissi -La luna sorge illuminando le tenebre.- continuò lui -Vieni a noi, Nightmare.- finimmo insieme mentre l'insieme dei nostri sangui ci avvolse in un'unica cosa.




Nota dell'autrice:

Ohayo Minnaaaaaa Come state? Tutto bene? Io sono in ferie, infortunata ma in ferie ahahaha
Ho dolori alle ginocchia da settimane e il pronto soccorso, non sapendo cosa dire, mi ha diagnosticato "tendinite acuta".... OOOOKAYYYY giochiamo a chi indovina prima la malattia daiiii AHHAHAH 
Comunque, scusate se non ho aggiornato prima, solo che mi è arrivata la tremenda notizia del 30 giugno dove uno dei miei Youtuber preferiti, Technoblade, è venuto a mancare. 
Detto questo buona lettura compari! Lasciate una stellina se la storia vi sta piacendo e un commentino mi fa sempre piacere :) Alla prossima, 

Cya



[MHA]  My damn explosive King (Bakugou Katsuki X OC) - CopyRightDove le storie prendono vita. Scoprilo ora