𝟐𝟕. 𝐌𝐎𝐑𝐈𝐑𝐄 𝐏𝐄𝐑 𝐀𝐌𝐎𝐑𝐄

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Dick strinse il volante con forza. «Infatti, è così» ribadì con fermezza, «Ma questa volta è diverso, hai già avuto la prova di quello di cui sono capaci, e fidati se ti dico che questo è niente, niente in confronto a quello che potrebbero fare» si fermò il tempo di riprendere fiato, «Alla tua famiglia, ai tuoi amici... a te.» Senza volerlo marcò quell'ultima parola, ma anche con quello era sicuro che non avrebbe capito.
Non avrebbe mai potuto capire.
Quella volta era diverso per lui, perché in mezzo a tutto quello c'era lei, l'unica persona che era stata capace di farlo andare contro i propri ideali.

Amber scosse la testa. Se il suo intento era quello di spaventarla non ci stava riuscendo, perché non era nulla che non avesse intuito. «Hai paura che mi facciano del male? Be', l'hanno già fatto e comunque-»

«Amber.»

Lei si bloccò e roteò il viso per guardarlo. «Cosa?» disse piuttosto infastidita.

«Lascia che me ne occupi io.»

«Perché vuoi fare tutto da solo?»

«Perché nessun'altro deve farsi male.»

Amber sollevò il viso e alzò gli occhi al cielo, poi tornò a guardarlo. «E che mi dici di te?»

Dick innestò la retromarcia e inspirò. «Io sono nato per questo.»

Questo cosa? Avrebbe voluto urlargli in faccia Amber. Agire da solo e rischiare perché così facendo nessun altro ne sarebbe rimasto coinvolto? Be', per quello era troppo tardi.
«Sai, se vuoi salvare gli altri devi prima salvare te stesso.»
Poi buttò una rapida occhiata alla mappa del navigatore che aveva ripreso a muoversi assieme alla vettura e pregò affinché le sue supposizioni fossero almeno in parte esatte. «Se troviamo qualcosa sarà tutto più facile.»

«Per quanto folle sia questa teoria» replicò Dick, «Spero che tu abbia ragione.»

L'appartamento in cui abitava Barn era situato al penultimo piano di un edificio moderno

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L'appartamento in cui abitava Barn era situato al penultimo piano di un edificio moderno.

Dick suonò il citofono e aspettò diversi secondi prima di ripetere l'operazione una seconda volta dal momento che nessuno aprì loro la porta.

«Sai» fece Amber indicandola, «Credo che non ci sia nessuno.»

Dick avvicinò l'orecchio alla porta, giusto per avere un ulteriore conferma, poi tirò fuori un piccolo e strano arnese agli occhi di Amber, stretto e lungo. Se l'era infilato nella tasca della giacca prima di scendere dall'auto, insieme a un altro paio di cose che evidentemente aveva pensato avrebbero potuto servirgli.

«Esci sempre con queste cose?» bisbigliò Amber, guardandosi intorno lievemente apprensiva. Sul pianerottolo c'erano altri quattro appartamenti, e anche se era tardi, non era esclusa la possibilità che qualcuno potesse vederli. Doveva recarsi in centrale come vittima di un processo finito male e non finirci con l'accusa di scasso e tentata rapina.

𝐍𝐢𝐠𝐡𝐭𝐰𝐢𝐧𝐠Where stories live. Discover now