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•Jennifer•
L'indomani, ore 7:00.
Mi svegliai lentamente e scesi controvoglia dal mio amato letto.
Che odio.
Sbadigliai e poi camminai per la stanza fino al mio armadio dove presi un jeans e una felpa rosa.
Misi il tutto sul letto e poi uscì dalla mia stanza.
Vidi Sette e subito gli dissi «Buongiorno.»
Sette «Ciao, dormito bene?»
«Abbastanza, tu?» camminai per raggiungere il bagno e Sette cominciò a seguirmi.
Sette «Si! Non avevo mai dormito così bene!»
«Menomale. Mi fa piacere.» dissi fermandomi davanti il bagno «Adesso dovrei fare una doccia veloce e prepararmi per la scuola.»
Sette «Posso venire?»
«Sette, non si può. Dovrai aspettarmi a casa.»
Sette « Perché no?»
«Perché la scuola funziona così. Verrò all'ora di pranzo.»
Sette «E io che farò?»
«Ti leggi dei libri, vedi la tv...ti verrà qualcosa mentre sono via.»
Sette «Posso venire con te mentre sei a scuola?»
«Sette...si sta facendo tardi. Non puoi venire con me, sono le regole della scuola.»
Sette «Anche da me c'erano delle regole. Ti fanno del male?»
«Nessuno mi fa del male. La scuola è innocua. Ti sto solo chiedendo di rimanere a casa, tutto qui.»
Sette « il tuo animale viene con te? »
«É un cane e si chiama Milo. Resterà qua a casa pure lui.»
Sette «Io e Milo non siamo i benvenuti in questa scuola...»
«Vuol dire che vi farete compagnia. Sono sicura che il tempo passerà in fretta.»
Sette «Come farò a sapere che stai bene?»
«Devi stare tranquillo. Verrò verso le due.»
Sette «Ti aspetterò.»
Finalmente entrai in bagno per fare una doccia e, dopo che finì, andai in camera mia per vestirmi.
Misi la felpa, il jeans e poi le scarpe.
Ero in ritardissimo!
Appena presi lo zaino e il mio telefono uscì di casa.
Mi misi a correre e in lontananza vidi il bus.
Oddio, eccolo!
Corsi più che potevo e alla fine riuscì, per un pelo, ad entrare.
Ero sfinita.
Mi sedetti e aspettai di arrivare a scuola.
Non appena arrivai mi recai in classe dove già si trovava la professoressa di scienze.
Era abbastanza irritata quindi mi sedetti accanto al mio compagno Manik prima che mi urlasse contro.
Era una vipera quando voleva.
Sospirai e presi i libri della sua materia.
Oggi avrebbe sicuramente interrogato qualcuno.

Dopo un'ora di interrogazioni a tappeto uscì dall'aula soddisfatta.
Volevo già tornare a casa ma ancora mancavano cinque ore!
Mi alzai e seguì gli altri studenti che uscivano anche loro dall'aula.
La prossima ora c'era matematica ma avevamo 5 minuti di pausa.
Ne approfittai e andai davanti la macchinetta per prendermi un caffè macchiato.
Ne avevo proprio bisogno per rimanere sveglia.
Presi il mio bicchierino con il caffè e, appena mi girai vidi Jun, Brianna e Manik venirmi incontro.
«Ehy, ragazzi. Volete qualcosa?»
Manik «Jenni! I ragazzi mi hanno raccontato del barbone che hai salvato per strada!»
«Ancora?» guardai Bri e Jun.
Brianna «Beh, voleva saperlo. L'ultima volta non è venuto.»
Jun «Io non c'entro nulla.»
Mescolai il caffè con il bastoncino di plastica e guardai i miei amici «Ragazzi, sta andando tutto alla grande. Sette sta prendendo le medicine e si sta ambientando tranquillamente.»
Manik «Sicuro che non ti ha rubato nulla? Secondo Bri potrebbe essere un ladro.»
«In casa mia c'è tutto. Non manca nulla. Dovete stare tranquilli. Anzi, uno di questi giorni potete venire per conoscerlo.»
Nello stesso momento che dissi queste parole suonò la campanella.
Jun «Dobbiamo andare.»
Brianna «Ne parliamo dopo Jenni.»
Manik «Andiamo! L'aula è al piano di sopra!»
Annuì e andammo tutti insieme in aula per seguire la prossima lezione.
Passarono le ore e appena si fecero le due uscì dall'istituto.
Presi in orario il bus e poi tornai a casa.
Appena varcai la porta di casa vidi solo caos.
C'erano posate unite per formare la torre Eiffel, aeroplanini di carta sparsi per tutta la casa, origami colorati sul divano, tutte le pareti dipinte e i pennelli sporchi di pittura per terra.
Era un disastro!
Urlai e vidi Milo venirmi incontro felice.
«Oddio Milo...ma sei tutto verde!»
Abbagliò più volte e poi notai Sette scendere le scale.
Sette «Jennifer!! Sei tornata presto. Mi stavo annoiando.»
«Sette! Non ti avevo chiesto di fare questo per passarti il tempo!» indicai i muri pieni di girasoli simili a quelli di Van Gogh.
Sette «Mi hai detto di leggere e io l'ho fatto. Poi ho provato a costruire qualcosa proprio come hanno fatto queste persone»
Cercai di non farmi venire un esaurimento nervoso e feci dei piccoli respiri «Okay...bisogna stare calmi.» passai una mano sul viso e poi guardai di nuovo Sette «Dovevi solamente leggere e stare tranquillo. Non distruggere la casa!»
Sette «Non l'ho distrutta. Ti ho fatto pure un disegno.»
«Ma non puoi farlo sulla parete di casa! Mio padre si arrabbierà di sicuro...»
Sette «Perché no? Era senza colori.»
«Sette, non si fa! Quando vuoi colorare devi prendere dei fogli!»
Sette «Perché stai urlando? Io pensavo ti piacesse...»
«Se avessi disegnati su un foglio mi sarebbe piaciuto di più. Hai sporcato tutto il pavimento di vernice e adesso mi tocca pulire pure Milo.»
Sette «Lui si è divertito.» sorrise guardando il cane.
Presi Milo che correva ovunque e dissi a Sette «Meglio sistemare. Potresti per favore prendere le posate e sistemarle nei cassetti?»
«Cosa sono le posate?»
«Quelle che hai appena utilizzato per fare la torre Eiffel!» dissi esasperata. «Devi rimetterle al suo posto.»
Sette «Non posso distruggere la mia opera d'arte.»
«C'è già quella vera a Parigi! Non possiamo tenerla per sempre qua.»
Sette «Parigi?»
«Lascia stare. Dobbiamo sistemare.» lasciai Milo per prendere i pennelli per terra e alcuni origami sparsi.
Finalmente Sette si decise a darmi una mano e levò i tubetti di vernice, le posate e alcuni fogli sparsi per la cucina.
Il problema più grande però erano le pareti.
Mio padre sarà qui tra mezz'ora e non so proprio cosa fare...
Appena finimmo di sistemare il salone e la cucina ci occupammo di Milo che era ancora sporco di vernice.
Lo portammo in bagno e lo feci entrare dentro la vasca.
Mi alzai le maniche della maglietta e cominciammo a pulirlo con delle spugne.
La vasca pian piano si riempì di schiuma e guardai il mio cane muoversi freneticamente.
«Milo, fermati!»
Ci arrivò l'acqua addosso insieme a tutto il sapone.
Sette cominciò a ridere e notai girandomi che aveva i capelli bagnati come i miei.
Mi scappò un sorriso e senza rendercene conto cominciammo a giocare buttandoci altra schiuma addosso.
La stanza si riempì di voci di divertimento finché non sentimmo l'urlo di mio padre al piano di sotto.
Subito ci fermammo e uscimmo lentamente dal bagno per andare di sotto.
Non ci voleva proprio...
James «Jennifer. Dobbiamo parlare, da soli.»
Annuì non tanto convinta e lo seguì in silenzio verso la cucina.
James «Si può sapere perché avete dipinto la parete del salone con dei girasoli!?»
«Papà, mi dispiace. Abbiamo cercato di sistemare il più possibile...» dissi provando a convincerlo.
James «Jennifer questa storia deve finire. Quel ragazzino sta male. Sarà scappato da qualche comunità. Voglio che lo riporti da dove è venuto, sono stato chiaro?!»
«Cosa? Papà, non accadrà più. Cercherò un modo...»
James «No. Voglio che vada via e che tu metta la testa apposto.»
«Ma non ho dove portarlo...»
James «Non mi interessa, Jennifer. Sei grande, quindi, risolvi il problema.»
«Va bene.»





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My Dream Is YouWhere stories live. Discover now