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Il mattino dopo ci riunirono di nuovo nella sala comune.
C'erano guardie dappertutto e nessuna via di uscita.
Inizia a disegnare una piantina di quel posto sul mio taccuino per studiare un piano di fuga.
Quattro si avvicinó di nuovo al tavolo in cui io, Due e Sei, stavamo di solito.
Quattro «Sempre a leggere, disegnare...Perché non vieni con noi Sette?»
Due «Quattro, perché tu e i tuoi amichetti non ci lasciate stare?»
Cinque «Sempre a fare l'eroe, Due»
Tre «Forse Sette non sa difendersi»
Quattro «È solo un bambino»
Sette «Preferirei evitare di perdere tempo con voi»
Due «Ecco, ora andate via»
Quattro «Pivello, la nostra parte è quella più divertente. Sei ancora in tempo»
Cinque «Pensaci bene»
Tre «Due sa solo comandare»!
Sei «Avete finito?»
Quattro «Tu non intrometterti, fanalino di coda»
Due «Sono più grande di voi, ragazzi. Non mettetevi contro di me»
Quattro «Uno è il più grande.»
Due «Uno non parla più con noi da anni. Non conta più. »
Tre «Tu chissà cosa gli hai fatto! »
Due «Non ho fatto un bel niente a Uno.»
Quattro spinse violentemente Due facendolo cadere a terra.
Sette «Sei impazzito?!» mi alzai per andare ad aiutare Due ma Tre mi fermó.
Tre « Dove credi di andare?»
Sette «Toglimi le mani di dosso!»
Scoppió una rissa tra tutti. Non si capiva più nulla.
Ci interruppe la sicurezza insieme alla segretaria del direttore.
Victòria «Che sta succedendo qui ? Cos'è questa insubordinazione?!»
Quattro «Ha iniziato Due.»
Victòria «Non mi interessa. Un giorno di isolamento per Quattro e Due. Gli altri tutti in stanza. Per oggi avete fatto abbastanza.»
Due «Io non c'entro niente!»
Victòria «Ho detto che non mi interessa. Levateli dalla mia vista.»
Gli uomini della sicurezza ci portano nelle nostre stanze e ci chiusero a chiave mentre a Due e Quattro spettava la sorte peggiore.
Ventiquattrore al buio senza cibo e acqua.
Venivano i brividi solo al pensiero.
Due si presentó la mattina dopo in camera nostra.
«Stai bene?»
Due «Si..»
Era infreddolito e così gli portai un'altra coperta.
Due «Grazie»
«Vuoi qualcos'altro?»
Due «No, voglio solo riposare»
Annuii ed andai nella sala comune dagli altri per lasciar riposare Due.
Sei «Ehi Sette, ti va di giocare?»
«Come? »
Sei «Si chiama Basket, devi far entrare la palla in quel cerchio. Chi fa più segni, vince.
«Sembra figo ! Proviamo»
Dopo che Sei mi spiegó bene i vari metodi per tenere la palla, potemmo iniziare il gioco.
Giocammo per quasi tre ore di fila.
Sei «Sei sicuro di nin aver mai giocato?!» disse sfinito.
Risi «Ti giuro!»
Avevo vinto 60 a 24.
Sei «Ricordami di non giocare più con te» scherzó.
«Sono stato fortunato»
Posammo la palla e andammo a mangiare alla mensa. Quando vidi Quattro mi accorsi che era davvero infuriato.
Si scambiava sguardi terrificanti con Due.
Sei« Due tutto ok?»
Due «Si. Ho riposato abbastanza, grazie »
Dopo aver preso i vassoi, ci misimo accanto a lui.
Sei «Due, ti sei perso Sette che giocava al basket. È un vero fenomeno»
Due «Uh, veramente?»
Sei «Un prodigio!»
«Sei esagerato...Sei mi ha semplicemente mostrato come fare e l'ho fatto. Tutto qui»
Sei «Non dire scemenze. Sei stato bravo.»
Due «Quindi sei portato per il basket. Complimenti»
«Daiii ragazzi, mi fate arrossire!»
Dopo la cena, Due mi disse che dovevamo parlare, così aspettammo la mezzanotte.
«Allora, cosa devi dirmi?»
Due «Non possiamo aspettare troppo per andarcene.»
«Perché?»
Due «Perché poi tu crescerai»
«Eh?»
Due «Sei abbastanza gracile da entrare nei condotti» prese un foglio con dei disegni.
«Che roba è?»
Due «I condotti dell'aria. Ci sono in ogni stanza. Tu non devi far altro che entrare, passare per questo percorso ed entri nella sala controllo. Aprirai le stanze e poi io ti potrò raggiungere così saremo liberi.»
«Mi sembra troppo facile...e anche assurdo»
Due «Lo faremo di notte. A mezzanotte in punto. Avrai poco tempo per fare tutto»
«Ci saranno videocamere ovunque»
Due «Non ti devi preoccupare per quelle, saremo fuori prima di Mattina»
«E gli altri? Non possiamo lasciarli qui»
Due «Penseremo dopo ai dettagli.»
«Oh»
Due «Ne parleremo anche con loro. Dammi qualche gio per modificare tutto»
«Va bene» mi rimisi a dormire mentre Due restó sveglio a lavorare al piano.
Il giorno dopo, dopo la colazione e le solite analisi, mi misi a giocare a Basket.
L'avevo presa sul serio questa cosa.







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