16. Attrazione

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La partenza era stata anticipata. Me lo aveva comunicato Graham circa due ore fa e ora mi trovavo in camera mia a preparare la valigia. Mi aveva già spiegato che questa volta avremmo preso il treno visto che il viaggio sarebbe stato davvero lungo.
Per curiosità, avevo cercato una cartina del Regno dei licantropi ed ero rimasta stupita dalla sua grandezza.
Graham mi aveva detto che la nostra destinazione si trovava nella parte più a nord del Regno, in mezzo alle montagne innevate.

Ero agitata per la partenza, ma la cosa che mi preoccupava di più era la consapevolezza di dover incontrare altre creature non umane.
Graham si era rivelato essere il più lontano possibile dall'idea selvaggia e crudele di licantropo che avevo in mente, ma nel mio cuore regnava l'incertezza che si comportasse così solo perché ero la sua compagna.

D'altro canto, una parte di me si trovava indubbiamente attirata da lui. Ultimamente l'attrazione stava diventando quasi insopportabile, molto più fisica ed ero estremamente in imbarazzo per questo. Quando era di fianco a me, spesso il mio sguardo si soffermava sui suoi occhi, sulle sue labbra, sulle sue mani... e i miei pensieri vagavano da cui preferivo stare alla larga.

Facevo fatica a spiegarmi il perché di quel desiderio intenso ed alquanto improvviso che si stava facendo strada in me. Ero abbastanza sicura che il legame potesse fare effetto fino ad un certo punto, e queste mie reazioni potevano solo indicare che il mio corpo aveva iniziato ad accettare Graham come suo compagno.
La mia mente era affollata da varie immagini e tutte ritraevano il suo corpo attaccato al mio.

Ero stata io a chiedere a Graham di andarci piano, eppure la mia coscienza mi pregava di correre, di abbandonarmi a lui.
Speravo vivamente che non se ne fosse accorto, ma ne dubitavo dalle occhiate che a volte mi lanciava.

A fermare il treno dei miei pensieri fu proprio lui, bussando alla porta.

<<Avanti!>> dissi ad alta voce.

Lui entrò subito e senza esitazione si avvicinò a me. Sentii la tensione nel mio corpo aumentare, ma feci finta di nulla.

<<Stai bene? Riesco a sentire il tuo cuore battere all'impazzata fin dallo studio. È successo qualcosa?>> era chiaramente preoccupato.

Arrossii, consapevole di essere stata beccata in flagrante. Dovevo decisamente calmarmi, troppo spesso mi dimenticavo che in quanto licantropo lui riusciva a percepire ogni mio singolo cambiamento.

<<No, cioè sì... va tutto bene. Stavo solo pensando>> balbettai.

Sei ridicola Nika, datti una svegliata.

<<E a cosa stavi pensando per far battere il tuo cuore così velocemente?>>

Sbarrai gli occhi alla sua domanda. Commisi l'enorme errore di alzare lo sguardo ed incrociare il suo, velato da un rosso intenso.
La mia bocca improvvisamente si seccò e il panico mi avvolse.

<<Non stavo... io... beh, vedi...>> non riuscivo a parlare.

Ero completamente frustrata con me stessa, nessuno era mai stato in grado di ridurmi in quelle condizioni.

È un licantropo, Nika. Ti ha portata via dalla tua famiglia, pensai.

Eppure, non mi importava.

Lui si avvicinò ancora di più a me, tanto che solo pochi centimetri di distanza ci separavano. Era talmente alto che dovevo alzare la testa per guardarlo direttamente.

<<Nika>> sussurò il mio nome come se fosse quello di una divinità. 

Sentii dei brividi percorrere il mio corpo e non riuscii più a reggere il suo sguardo.

Feci un passo indietro, ma lui ne fece uno in avanti.

Sentii i suoi occhi squadrare ogni singolo centimetro del mio viso, soffermandosi sulle mie labbra socchiuse.

Alzò una mano e prese il mio mento fra le sue lunghe dita, tenendolo sollevato.

Il suo tocco bruciava come fuoco sulla mia pelle, marchiandomi e facendomi desiderare la più totale vicinanza.

Se il legame continua così non so proprio come andrà a finire.

<<Stavi pensando a me?>> la sua voce era rauca e profonda, talmente tanto da farmi quasi cedere le gambe.

Sapevo di non potergli mentire, ne ero fin troppo consapevole. Ormai ero spacciata, non c'era il motivo di dire il falso.

Annuii come risposta e, se possibile, i suoi occhi si fecero ancora più intensi.

<<Anch'io penso spesso a te>> sussurò, portando le sue labbra vicino al mio orecchio.

<<Penso al tuo profumo>> le sue labbra si avvicinarono al mio collo, sfiorandolo. Io ero paralizzata, persa nel momento, completamente incapace di gestire il mio corpo e le mie emozioni.

Le sue mani scesero sulle mie spalle e la sua testa era ormai nascosta nell'incavo del mio collo. Potevo percepire le sue labbra premere leggermente contro la mia giugulare, quasi come se volesse mordermi.

<<Così dolce e delizioso...>> sospirò <<Sai a cos'altro penso? Alla tua pelle>>

Le sue mani scesero ancora di più, questa volta affermandomi i fianchi in una presa ferrea.

<<A quanto deve essere morbida e delicata, a quanto deve essere bello stringerti e toccarti>> spinse il suo corpo verso il mio e io fui sicura di poter morire in quel momento.

Ero ormai intrappolata fra lui e la parete della mia camera, ma sicuramente la situazione non mi dispiaceva.

Non avevo la minima idea di come avevamo potuto passare da zero a cento, eppure mi sembrava la cosa giusta.

Solo qualche giorno prima ero stata io a supplicarlo di andare con calma, ma al momento la logica era volata via dalla finestra.

<<È questo quello a cui stavi pensando, vero Nika?>> la sua mano destra prese delicatamente il mio viso, accarezzandolo.

Io annuii di nuovo, persa nei suoi occhi e ipnotizzata dalla sua voce.

<<Rispondimi, usa le tue parole>> ordinò.

Avevo paura di aprire bocca, non ero a certa di riuscire a formulare una frase di senso compiuto, ma ci provai lo stesso.

<<Sì>> sussurai con voce flebile.

<<Sì, cosa?>>

<<È questo quello a cui stavo pensando>> gli diedi ragione con voce strozzata.

<<Proprio come immaginavo>> fece un sorrisetto arrogante, che però fu in grado di renderlo ancora più attraente.

La nostra piccola bolla scoppiò quando, con mio grande disappunto, lasciò andare il mio corpo e fece un passo indietro.

<<La prossima volta che hai certi desideri, chiamami senza problemi>> disse mantenendo quel sue sorrisetto, per poi uscire dalla mia stanza senza guardarsi indietro.

Io rimasi qualche minuto imbambolata, ancora ferma contro la parete.

Che cosa diamine è appena successo?

Ciao a tutti!
Spero vi sia piaciuto questo capitolo, in quello precedente mi era stato chiesto un pizzico di pepe in più, e chi sono io per non accontentarvi? :)
Fatemi sapere cosa ne pensate lasciando una stellina ed un commento!
Al prossimo capitolo!
Black Widow D

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