Capitolo 24

313 13 2
                                    


La sperimentazione sul sonno dei due giganti di Hanji andò avanti fino all'alba. Ciò che ne ricavarono non fu molto utile, almeno agli occhi di Beatris, non successe niente di diverso da ciò che si sarebbero aspettati. Privati della luce del sole i due giganti si erano come addormentati, con due tempi differenti, e fino al sorgere del sole non sembravano essere stati in grado di riprendere la piena funzionalità. Nonostante le sue opinioni, accettò di seguire l'entusiasmo di Hanji e prese appunti su ogni singolo dettaglio della nottata. Per molti fu quasi impossibile non addormentarsi, la noia era infinita e Hanji non aveva fatto altro che restare seduta di fronte a loro, a guardarli come una madre amorevole, parlare con loro qualche volta, tentare qualche contatto... ma la maggior parte del tempo l'avevano passato in silenzio, a guardarli e basta. Gli sbadigli si erano fatti così frequenti da aver cominciato a cadenzare i minuti. Eppure, nonostante la noia e il sonno, Beatris fu l'unica a restare perfettamente sveglia. Il suo animo turbato non le avrebbe permesso di addormentarsi nemmeno se si fosse trovata nel suo letto.
«Capitano Hanji» aveva mormorato dopo poche ore dal tramontare del sole. Le si era avvicinata, seduta a terra di fronte ai due giganti. «Mi permette di stare qui con lei a farle compagnia?» le aveva chiesto e Hanji si era illuminata come se le avesse dato chissà quale fantastica notizia. Aveva riso, emozionata, le aveva fatto cenno di sedersi al suo fianco. E aveva iniziato a parlare delle sue teorie, supposizioni, scoperte e ipotesi. Era andata avanti tutta la notte, interrompendosi solo per fare qualche prova col sonno di Sawney e Bean, aveva chiesto di prendere appunti e poi era tornata al suo fianco a parlare. Per tutta la notte. E Beatris era rimasta in silenzio, afflitta, ad ascoltarla senza battere ciglio. Quei due giganti erano davvero così importanti per lei...
Avevano lasciato soli Sawney e Bean solo a mattina inoltrata. Erano tornati alla loro sede e Hanji aveva permesso ai suoi uomini di concedersi qualche ora di sonno. Nel pieno pomeriggio si erano poi ritrovati alle stalle, pronti a ripartire ma questa volta diretti all'ex quartiere generale del corpo di ricerca, dove si sarebbero riuniti a Eren. L'obiettivo era di portare la sperimentazione di Hanji a un livello superiore, direttamente sul suo gigante, per scoprire così la natura delle sue trasformazioni. Se Sawney e Bean erano una minaccia per il segreto di Reiner, allora quanto poteva essere pericoloso invece Eren? Era un pensiero che non aveva lasciato Beatris nemmeno durante il sonno. Come si sarebbero comportati con lui? Avrebbero cercato di farlo sparire allo stesso modo?
Da che parte avrebbe dovuto schierarsi, allora? Non avrebbe permesso a nessuno di far del male a Eren, nemmeno a Reiner. E con l'angoscia nel cuore, Beatris non era riuscita a chiudere occhio durante il sonno se non sporadicamente, troppo stanca. Il viaggio verso l'ex quartier generale, le ore passate a cavallo, la devastarono completamente e quando infine arrivarono a destinazione sentiva di essere sul punto di collassare.
«Beatris» la chiamò Hanji, avvicinandosi. «Hai una faccia terribile, sei riuscita a dormire un po' oggi pomeriggio?»
«Non molto a dire il vero» confessò, finendo di sistemare April alle stalle. «Dev'essere stata colpa del ritmo che abbiamo tenuto negli ultimi giorni, mi hanno un po' affaticata».
«Non avrei dovuto portarti con me ieri notte» rifletté Hanji e Beatris parve sussultare. Sorrise timidamente. «No, mi ha fatto molto piacere! Sono contenta di far parte delle sue sperimentazioni, capitano Hanji».
«Sei una ragazza piena di curiosità e molto volenterosa, Beatris» rise Hanji, mettendole un braccio intorno alle spalle. «Vieni, andiamo a salutare Eren. Immagino sarai preoccupata per lui».
«Sì, sono un po' in pensiero».
«Fai bene! Questo posto è stato abbandonato per anni, doveva essere piena zeppa di polvere» ridacchiò Hanji e Beatris la guardò, curiosa. «Polvere? Non credo che Eren...» mormorò ma non appena misero piede all'interno del castello notò quanto splendessero tutte le superfici. Nessuna esclusa.
Spalancò gli occhi ed esclamò, sconvolta: «Ma è pulitissimo!»
Hanji scoppiò a ridere: «Lo immaginavo! Ti dirò un piccolo segreto, sai mantenerli i segreti?»
«Credo di sì» sospirò Beatris, e Hanji non poteva neanche immaginare quanto fosse vero. Ne aveva uno enorme a premerle sulle spalle ormai da giorni, eppure ancora riusciva a reggere sulle sue gambe, nonostante si sentisse morire.
«Il capitano Levi ha una sorta di disturbo ossessivo per la pulizia» le mormorò Hanji, accostandosi al suo volto per non alzare troppo la voce. E continuarono a camminare. «Ma non farglielo mai notare, altrimenti si arrabbierà. Va accettato così com'è».
Levi con l'ossessione del pulito, Hanji con l'ossessione dei giganti... doveva essere una prerogativa del corpo di ricerca, quella di non essere completamente sani di mente. Ora capiva perché erano stati così felici di accettare una come lei nella squadra.
«Ma sta' tranquilla» continuò Hanji. Si staccò da Beatris, la superò, colta da un'improvvisa fretta, ma per continuare a parlare con lei diede le spalle alla direzione verso cui camminava. «Eren è un elemento molto importante del nostro corpo di ricerca, adesso» allungò una mano nel vuoto alle sue spalle, vicino a una porta, cercando di appoggiarsi a questa e provare ad aprirla. Ma ancora non guardava.
«Capitano Hanji, attenzione!» provò a dirle Beatris, vedendo come stesse mancando la mira ma continuasse a camminare... dritta verso la porta chiusa. A una velocità decisamente troppo sostenuta.
Ma Hanji non l'ascoltò e proseguì imperterrita: «Sono sicura che st...» e come previsto, si andò a schiantare contro la porta chiusa.
«Ahia!» gridò massaggiandosi la nuca colpita.
«Capitano Hanji!» la chiamò Beatris, allarmata. Le si avvicinò e in quel momento la porta alle loro spalle si aprì per mano di una ragazza dai capelli chiari a caschetto. Hanji non diede peso al colpo appena preso, si massaggiò la nuca imbarazzata ed entrò all'interno della sala esclamando: «Che botta. Buonasera a tutti! Allora... come va qui? Come vi trovate in questo bel castello?»
«Sei arrivata in anticipo» commentò Levi, seduto a un tavolino. Intorno a questo c'erano altri ragazzi, Beatris riuscì a contarne altri tre, oltre che la ragazza in piedi, ed Eren seduto in fondo, di fronte a Levi a capotavola.
«Sì, non volevo farvi stare troppo da soli» commentò Hanji ed entrò nella stanza. «E Beatris era così preoccupata per il suo protetto che non ho potuto trattenerla».
«Eh?!» sussultò Beatris, seguendo Hanji all'interno della stanza ma restando comunque in piedi vicino alla porta. «N-non è vero!» balbettò, imbarazzata per essere stata ritenuta quasi responsabile di quella che sembrava quasi una colpa.
«Bea» la salutò Eren in un mormorio. E Beatris sorrise, allegra. «Sono venuta a tormentarti! Pare che ci toccherà stare appiccicati per un po', Eren» e ridacchiò divertita.
«Oh, giusto! Le presentazioni» disse Hanji. Indicò Beatris con una mano a disse a tutti i ragazzi presenti al tavolo: «Lei è Beatris Moreau. È stata nominata diretta responsabile di Eren dalla corte di giustizia, perciò starà con noi per un po' e prenderà parte alle sperimentazioni. Non preoccupatevi se la vedrete gironzolare un po' intorno a voi, fa parte del suo lavoro» e Beatris sorrise cordiale e salutò con una mano.
«Beatris, loro sono la squadra speciale di Levi. Sono persone scelte direttamente dal capitano».
«Ho molto sentito parlare di voi» confermò Beatris e Hanji li indicò uno a uno, pronunciando i loro nomi. La ragazza che aveva loro aperto la porta si chiamava Petra, gli altri seduti al tavolo erano invece Eld, Gunther e Oruo. Beatris fece un inchino educato e pronunciò: «Piacere di fare la vostra conoscenza!»
«Eren» si voltò Hanji. «Mi hanno incaricato di portare avanti le sperimentazioni su di te. Spero di poter avere la tua collaborazione».
«Esperimenti?» chiese Eren, preoccupato. «Che cosa mi farete?»
«Che domande?» chiese Hanji, arrossendo improvvisamente per l'emozione. Un sorriso macabro le adornò il viso e Beatris la vide palesemente vibrare, anche se di spalle. Sospirò, sapendo che quel genere di domande avrebbero incastrato Eren in un vortice di spiegazioni infinite e deliri eccitati, ma ne sorrise divertita. Hanji era davvero bizzarra e forse proprio per questo si trovava così in sintonia con lei. «Dovrai solo fare quel genere di cose che mi fanno fremere dall'eccitazione!»
«Capitano Hanji, così sembra decisamente troppo ambigua però» ridacchiò Beatris.
«Eh?» mormorò Eren, sempre più preoccupato. La situazione era davvero esilarante e Beatris non avrebbe mai accettato di perdere un'occasione simile per punzecchiare Eren. A volte era veramente tanto scemo, approfittare di lui era solo uno spasso. Alzò il mento e finse di sospirare rassegnata: «Beh, non sta a me mettere bocca sulla questione. Il capitano Hanji ha avuto il permesso direttamente dal comandante Erwin di farti tutto quello che più le piace».
«Eh?!» sussultò ancora di più Eren.
«Betty! Cosa metti in testa al nostro piccolo Eren? Mi fai passare per una pervertita» la rimproverò Hanji, riuscendo a intuire il doppio senso in cui stavano finendo solo in quel momento.
«Betty?» storse il naso lei, chiedendosi da dove avesse tirato fuori quel nomignolo. E la cosa la tenne talmente tanto impegnata che si dimenticò di rispondere a Hanji.
«Vogliamo solo studiare le tue condizioni da gigante, Eren, non ascoltarla. A volte Betty è così spudorata, sai...» si avvicinò a Eren sogghignante. «Ho scoperto che ha un fidanzato!»
«Capitano Hanji!» ruggì Beatris, avvampando. «Non penso proprio che l'argomento sia rilevante, al momento!»
«Come sono carini!» insisté Hanji e si avvicinò a Beatris. La prese tra le braccia, appoggiò la guancia sopra la sua testa e cominciò a dondolarsi, strofinando il volto tra i suoi capelli. Un trattamento ridicolo, decisamente troppo ridicolo, e soprattutto scomodo.
«Mi lasci!» ruggì Beatris, provando a sciogliersi dalla sua presa. «Mi sta mettendo in ridicolo!»
«Come hai detto che si chiamava quel giovanotto?» continuò Hanji e Beatris rispose, secca e furiosa: «Non glielo dirò!»
«Reiner Braun» rispose invece Eren, apparentemente apatico. Non gliene importava proprio niente di quei discorsi, erano anzi imbarazzanti visto che si stavano mettendo in ridicolo di fronte a tutta la squadra di Levi. E visto che aveva intuito le intenzioni iniziali di Beatris di metterlo in imbarazzo, il fatto che la situazione si fosse ribaltata e ora fosse lei al centro del vortice l'aveva spinto a non mollare la presa.
«Lo conosci?!» sussultò Hanji, emozionata.
«Eren!» ruggì invece Beatris, contrariata.
«Posso raccontarle un po' di cose, se l'argomento le interessa» insisté Eren.
«Davvero? Betty non mi ha voluto dire niente» e solo allora Hanji lasciò andare Beatris e si avvicinò a Eren, interessata.
«Non mi chiamo Betty!» abbaiò ancora, come un animale. «E non c'è niente da raccontare!»
«Una volta Reiner è stato assalito da delle vespe per impedirle di raccogliere un alveare da un albero» disse invece Eren, fissando Beatris con aria di sfida. «La sera lei è entrata nel dormitorio maschile, mentre tutti si stavano cambiando per andare a letto, solo per aiutarlo a togliersi i pungiglioni dalla schiena».
«Erano api!» gli urlò contro Beatris, come se questo avesse potuto scagionarla. Ma si paralizzò di fronte allo sguardo sconvolto di Hanji, che la guardava letteralmente a bocca spalancata. E capì che la situazione era irrecuperabile, anche perché così facendo aveva appena confermato quella storia. Si portò le mani alla testa, tra i capelli, e lanciò un urlo disperato. «Basta con la storia dell'alveare! Non la sopporto più!»
«Sei entrata senza bussare! C'era Jean in mutande!» le urlò contro Eren.
«Io non l'ho nemmeno visto!»
«Gli adolescenti di oggi sono tutti così svergognati» commentò Hanji, ma nonostante il commento sconvolto la sua espressione era quella di qualcuno che voleva saperne il più possibile.
«Sei una stupida! Fai sempre cose stupide!» insisté Eren, ormai infervorato contro Beatris.
«E tu mi hai rotto un polso!» rispose Beatris, mostrandogli la mano con il tutore.
«E questo adesso cosa c'entra?!»
«Sarò anche stupida, ma mai quanto lo sei tu quando diventi gigante! Scemo! Scemo-Eren!»
«Bea-Stupida! Non chiamarmi in quel modo!»
Levi poggiò la propria tazzina sul piattino con tale forza che quasi la ruppe. Ma il suono secco e deciso bastò ad attirare l'attenzione dei due ragazzi e farli zittire. Si voltarono a guardare il capitano con il sudore freddo che già aveva cominciato a colar loro giù dalla schiena, rendendosi conto di aver esagerato.
«Pare che sia impossibile tenervi vicini senza farvi litigare come due mocciosi» disse, cupo. «Cercate di contenervi da soli, o mi vedrò costretto a farvi saltare i denti a entrambi così non potrete più dire una sola parola».
«M-mi dispiace» sibilarono entrambi, pallidi in volto.
Levi si alzò da tavola e lanciò un'occhiata glaciale anche ad Hanji, che non solo non li aveva fermati ma era stata addirittura la miccia che li aveva scatenati. «Hanji, metti una museruola alla tua ragazza» le disse e voltandosi, uscì dalla stanza.
Beatris si voltò a fulminare Eren non appena vide sparire il capitano fuori dalla porta e gli sussurrò, ostile: «Mi hai fatto fare una figuraccia!»
«È colpa tua!» le rispose Eren, con lo stesso tono sostenuto ma altrettanto furioso.
«Su su» intervenne Hanji, ancora divertita, ma meno euforica di poco prima. «Adesso cercate di calmarvi. Concentratevi su domani, faremo le prime prove sulla tua trasformazione, Eren, e avrò bisogno di vedere quanto sei istintivo come dice Beatris. Dovrai essere pronta a domarlo, in caso» si girò verso Beatris. «Avrò bisogno di te nel pieno della tua concentrazione. Quindi, ti consiglio di andare a riposare».
«Va bene» disse Beatris, più calma.
«Ecco...» mormorò Petra, che come gli altri suoi compagni era rimasta in silenzio fino a quel momento, ad ascoltare. Oruo si era in realtà già alzato, ed era pronto ad andarsene, e Ian con lui. Ma l'intervento di Petra li trattenne, curiosi. «Dunque è vero che tu puoi domarlo? Che Eren da gigante è come una bestia fuori controllo?»
Beatris si voltò a guardare Hanji, chiedendole indirettamente se avesse potuto rispondere sinceramente o meno. E fu proprio la caposquadra a dire: «Non lo sappiamo ancora con certezza. È evidente che nelle sue prime trasformazioni Eren non avesse controllo e Beatris è riuscita a indirizzarlo verso un obiettivo, ma lui ha conservato alcuni ricordi dell'ultima trasformazione, quando ha portato il masso alla breccia. Quindi forse non è totalmente incosciente in quei momenti, sarà su questo che si incentreranno i primi esperimenti».
«Che tipo di esperimenti saranno?» chiese Eren curioso e Hanji tornò a spalancare lo sguardo. «Tu... mi stai chiedendo come svolgo i miei esperimenti?»
«Oh no» mormorò Beatris, prima di sospirare.
«Beh... sì, sono curioso di saperne di più. Ha detto che sta conducendo esperimenti su dei giganti catturati... giusto?»
«È solo questo che vuoi sapere, allora?» mormorò Hanji, emozionata. E si mise a sedere di fianco ad Eren.
«Capitano Hanji, chiedo il permesso di andare a riposare» si affrettò a dire Beatris e non appena Hanji le annuì se ne andò. Si sorprese, ma nemmeno troppo, quando vide anche tutto il resto della squadra di Levi seguirla e lasciare solo Eren con Hanji.
«Poverino» ridacchiò divertita.
«Beatris... vero?» chiese Petra, affiancandola.
«Mh... sì, mi chiamo Beatris» confermò, incuriosita dal suo interesse. «È vero che è stato Eren a romperti quella mano?»
«Non è rotta, è solo una lussazione» provò a sdrammatizzare, guardandosi la mano incriminata. «Tempo una o due settimane e dovrei riuscire a utilizzarla nuovamente».
«Ha tentato di ucciderti veramente, come è scritto dai rapporti, dunque?»
«Già... era fuori controllo» confessò, insicura. Non le piaceva che continuassero a mettere Eren in cattiva luce. Ok, in quel momento non era in sé, ma Eren era sempre Eren, anche da gigante. E lei aveva piena fiducia in lui, sapeva che era stato solo un incidente. «Però poi si è ripreso!» si affrettò ad aggiungere. «E ha portato il masso alla breccia. Dice che mi ha sentita mentre gli parlavo, sono sicura che lavorandoci possiamo risolvere la cosa».
«Come sei riuscita a controllarlo?»
«Non credo di essere stata io a controllarlo veramente, non sono la sua domatrice» sospirò.
«Ma... nei rapporti è scritto che...»
«Sì, lo so. Era necessario fare leva su questa idea per convincere la corte ad affidare Eren al corpo di ricerca. Se avessero saputo che qualcuno era in grado di tenerlo al guinzaglio si sarebbero sentiti più tranquilli. Non credo che Eren abbia realmente bisogno di me... era solo una garanzia che abbiamo voluto fornire alla corte suprema. Però è una fortuna lo stesso, che io sia qui» commentò infine, lanciando uno sguardo a Petra e intercettando così anche il volto di Gunther, al suo fianco. Erano tutti e due profondamente preoccupati, chiunque avrebbe potuto notarlo.
«E perché?» chiese ancora Petra, non capendo quell'ultimo commento. Beatris si voltò e le rivolse un disarmante sorriso, pieno di vitalità, e quella che pareva un'eccessiva comprensione. «Perché a quanto pare sono l'unica qui dentro che non ha paura di lui».
Petra si fermò, sorpresa. Avevano paura, era vero, ma lo davano così tanto a vedere? Loro, della squadra Levi, erano i migliori, personalmente scelti da Levi stesso. Che figura ci stavano facendo?
«Ohy» gorgogliò Oruo, contrariato. «Con chi credi di parlare, mocciosa?»
«Io?» mormorò Beatris, sorpresa, come se non capisse ciò che aveva appena insinuato.
«Puoi forse biasimarci?» le chiese invece Eld, corrucciato.
«Affatto» alzò le spalle lei. La sua innocenza era singolare, addirittura quasi stravagante. Sembrava davvero che non le importasse delle conseguenze, sembrava davvero che ritenesse tutto quello... normale. «Anche io ho paura dei giganti, anzi ne sono proprio terrorizzata. Ma lui non è un gigante» disse, indicando in direzione della stanza che avevano lasciato da poco. «Lui è Eren».
E per quanto la cosa le fosse uscita naturale, anche lei si soffermò per qualche istante a riflettere su quanto aveva appena detto. Non ci aveva mai pensato lucidamente, ma che fosse quella la risposta a tutti i suoi dubbi? Aveva sempre avuto paura del gigante corazzato, aveva infestato i suoi incubi peggiori, ne era atterrita. Ma da quanto tempo non faceva più quell'incubo? Da quanto tempo non sognava più il corazzato che la schiacciava al posto di sua madre?
Non era riuscita a comprendere come improvvisamente avesse smesso di temerlo. Ma era così semplice: lui non era un gigante. Il corazzato era Reiner. Era solo Reiner. Scoprirlo aveva esorcizzato completamente la paura, sapere che non l'aveva fatto con crudeltà o consapevolmente la rassicurava. Reiner non era malvagio, tutto quello era a fin di bene, qualsiasi cosa fosse, e lei si fidava. Si fidava di lui e del suo buon cuore. Non avrebbe mai fatto niente di così spietato senza una valida ragione. E anche uccidere Sawney e Bean, fermare i loro studi, impedire di procedere con le sperimentazioni e ferire Hanji, anche tutto quello in fondo era solo a fin di bene.
Sorrise. «Eren non farebbe mai del male a una mosca».
«Ma... ti ha aggredita» mormorò Petra, ancora confusa.
«È stato solo un incidente».
Se era stata disposta a perdonare e giustificare Reiner di aver ucciso la sua famiglia, come non avrebbe potuto fare altrettanto con Eren? Era tutto così naturale, in fondo. Loro erano esseri umani, non giganti. Non avrebbero mai fatto del male a nessuno.
«Da quella parte c'è la stanza che mi è stata assegnata» disse, indicando una porta non troppo lontano. «Spero possiate perdonarmi, ma ho veramente bisogno di dormire questa notte. Il capitano Hanji mi ha distrutta con le sue sperimentazioni, in questi giorni» ridacchiò nervosa e si voltò, pronta a scappare via. «A domani!» salutò allegra ed entrò nella sua stanza. Ebbe appena la forza di cambiarsi, non appena si infilò sotto le coperte, anche senza Mikasa a farle compagnia, crollò immediatamente in un sonno profondo. E sognò il mare, così come Armin glielo aveva descritto. Le sarebbe piaciuto vederlo con i propri occhi, un giorno.

I got you || Reiner x OC || Attack on titan/Shingeki no KyojinWhere stories live. Discover now