33 cap.

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Liam

Non so da quanto tempo non torno a casa, la sete di vendetta mi ha tenuto sveglio giorni interi, quando avevo bisogno di dormire andavo in qualche mio locale.
Ormai sono giorni che non ho notizie dei Garcia ed Evans sembrano spariti nel nulla si nascondono come topi. La loro paura è musica per le mie orecchie e guadagno per le mie tasche, sono riuscito ad espandermi quasi su tutto il loro territorio e la cosa mi eccita molto. Grazie a questo ho ottenuto nuove alleanze, se continuo così il mio impero sarà infinito. Ad un tratto però qualcosa  mi fa tornare con i piedi per terra, dopo la chiamata preoccupata di Robert sono tornato a casa e quello che ho visto mi ha travolto.
La mia piccola Mary non era più la stessa e la causa ero io. Sono rimasto paralizzato da quella visione, la sua pelle pallida il viso scavato dai molti chili persi, ma la cosa più brutta sono stati i suoi occhi spenti e vuoti, la luce che emanavano prima era scomparsa ed io mi sentivo uno schifo.  Con un passo veloce mi avvicino a lei e la stringo in un abbraccio, stretta a me sembra ancora più piccola e fragile, sono stato uno stupido a lasciarla sola il mio tratto egoista ha vinto su tutto. Dopo qualche minuto che la tengo stretta a me provo a farla sedere dov'era ma a mia sorpresa stringe le gambe al mio bacino e le braccia al mio collo, non è una stretta forte a causa del suo peso ma sentendo come trema capisco cosa vuole
<ti prego non lasciarmi dinuovo > la sua voce è così sottile da sentirla appena rotta da un singhiozzo, odio vederla piangere soprattutto per colpa mia.
< Shh shh sono qui, ho sbagliato tutto ti prego perdonami > detto questo la stringo ancora più forte a me come a diventare un unica cosa. Restiamo così per non so quanto tempo fino a che non mi accorgo che si è addormentata.
<Liam fattelo dire sei stato un coglione,  questa povera ragazza ha sofferto la tua lontananza in una maniera spaventosa, due settimane fa è stata malissimo e da allora non si è più ripresa, come puoi benissimo notare non fa un pasto decente fa allora e non dorme senza i sonniferi, vederla dormire così serena fra le tue braccia è  stupendo. Sono vent'anni che lavoro al tuo fianco e credimi lei è diversa dalle altre, ti ama veramente>
<sono stato accecato dal resto pensando che lei capisse ma sono stato stupido> sento il suo fiato caldo sul mio collo ed è una cosa che mi rilassa, non trema più e sento spuntare sulle sue labbra un piccolo sorriso, la mia piccola... da oggi farò di tutto per farla tornare come prima.  Mi siedo sul piccolo divanetto del gazebo con Mary stretta a me nella speranza che così riesca a dormire serenamente, ma qualcosa cattura la mia attenzione
< Robert cosa c'è scritto in quel biglietto tanto da sconvolgerti>
<Liam questa mattina sono arrivate questi fiori per il suo compleanno, lei sperava che fossero tuoi  a quando ha letto il messaggio mi ha chiamato subito. È stato il suo pseudo padre a mandargliele con un messaggio minaccioso per lei e per te. Dobbiamo portarla nella nuova casa il prima possibile e senza dire nulla alla servitù sospetto che ci sia qualche spia> tutto questo è impossibile, stringo Mary al mio petto con fare protettivo,  non dovevano passare questo limite adesso basta.
<Robert prepara tu stesso le cose di Mary, ci trasferiamo appena si sveglia> con un gesto del capo se ne va ed io resto fermo a stringerla a me.

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