E alla fine arriva Kierkegaard

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Disclaimer: questo è un capitolo serio.

Come credo tutti voi abbiate capito, sto affrontando quel momento della vita in cui bisogna decidere che cosa fare dopo il liceo. Tutti quanti sembrano avere le idee piuttosto chiare e già si stanno segnando per i test di ammissione.

Poi ci sono io, che vado nel panico non appena si parla di università perché non so che diavolo fare della mia vita. O meglio, so che voglio fare nella mia vita, ma il piano ha bisogno di fondi e i miei genitori non hanno intenzione di finanziare un piano che "mi farà vivere sotto i ponti e morire di fame". Grazie parentes per il supporto, gentilissimi come sempre.

Comunque, mi trovo davanti le seguenti possibilità:
- storia
- filosofia
- lettere classiche (sono masochista, lo so)

E voi direte giustamente: scegli quella che ti piace di più. Ora, mettendo da parte lettere classiche, il problema storia e filosofia può essere posto anche nel seguente modo: preferireste salvare il polmone destro o quello sinistro? E no, non c'è l'opzione di fare entrambe, ho già controllato.

Questo è il mio mood in queste ultime settimane.

E poi stamattina abbiamo iniziato Kierkegaard.

Questo ragazzotto era un indeciso cronico, oltre che un mezzo fanatico religioso, e ha detto una cosa molto intelligente: nella vita dobbiamo affrontare delle scelte e il 99,999% delle volte non si può scendere a compromessi.

Le nostre scelte possono condurci a tre stili di vita:

- stato estetico: segui le tue passioni, vivi liberx da ogni costrizione sociale e campi di poesia e immaginazione, ma vivi nella noia e nella disperazione (esempio pratico: Oscar Wilde)

- stato etico: diventi la persona che la società vuole che tu sia e raggiungi una stabilità, ma sei oppresso e infelice

- stato religioso: capisci che sei niente in confronto alla grandezza dell'universo, quindi ti affidi a Dio e tante altre cosette religiose (esempio pratico: San Francesco)

Il nostro prof ci ha chiesto di scegliere il nostro stato e io ho scelto...

Rullo di tamburi...

Provate ad indovinare...

(Non sto cercando assolutamente di sdrammatizzare quello che verrà dopo)

Lo stato estetico.

E sono stata l'unica: tutti gli altri hanno scelto quello etico.

Ora mi sta salendo ancora di più l'angoscia perché mi rendo conto che ho due opzioni:
- vado a finire in università, mi laureo e faccio un lavoro che probabilmente non mi soddisferà al 100%
- cerco un modo per attuare il piano senza un soldo, fallisco miseramente e mi ritrovo sotto ad un ponte

(In realtà si potrebbe sempre tentare di rifondare l'impero, stiamo cercando milites al momento)

E quindi adesso mi ritrovo nell'ennesima crisi esistenziale (ormai è un mood, ma dettagli) e mi sento una fottutissima spada di Damocle sulla testa.

Due parole: bella merda

Chiedo scusa per il capitolo pesantuccio alle 22.20 di sera, ma ogni  tanto mi serve mettere da parte la Narnia super simp e porre questi problemi filosofici.

Fatemi sapere quale stato scegliereste voi.

Ave atque vale

Scleri da classico - il ritornoWhere stories live. Discover now