Mithology Crack - Artemide e Apollo

124 16 9
                                    

Ave a tutti,

benvenuti in una nuova puntata di Mithology Crack, l'unica rubrica sulla mitologia scritta sotto effetto di acidi. Questo capitolo è decisamente in ritardo, ma ho ricominciato la scuola e ho passato il weekend a combattere con Leopardi, quindi abbiate pietà di me, thanks. Visto che non ho avuto il tempo di fare le mie solite ricerche per poter riportare tutte le versioni dei miti, stavolta mi atterrò solo alla versione di uno degli uomini della mia vita, ovvero quel mattacchione di Ovidio. Scrivete voi nei commenti se sapete altre versioni. Quante volte ho scritto versioni nelle ultime sei righe? Troppe. Oggi vi parlerò di Artemide e Apollo, ovvero gli unici fratelli che si comportano effettivamente come fratelli in tutta la mitologia. 

Direi di iniziare che mi sono già dilungata troppo.


Tanto tempo fa, in una lontana terra dell'Antica Grecia, Latona partorì da Zeus due fagottini di gioia, ovvero Artemide e Apollo. Secondo il mito, Artemide nacque prima e aiutò la madre a partorire il fratello. Non chiedetemi come o con quale esperienza, io ormai c'ho rinunciato. 

Fatto sta che Artemide divenne la dea della Luna e della caccia e si circondò di giovani donne che, come lei, avevano fatto voto di castità e volevano trascorrere l'eternità ad andare a caccia: le Cacciatrici. Che fantasia, eh? Apollo, invece, divenne il dio del Sole, della poesia e della medicina e il suo lavoro principale era quello di far sorgere e tramontare la stella in questione. L'iconografia antica rappresenta il dio che guida un carro trainato da cavalli, ma noi fanpeople sappiamo bene che il Sole non è altro che una Maserati. Change my mind.

Ma torniamo per un attimo ad Artemide, che era la bff di Atena per un motivo ben preciso. Un bel giorno, la dea si stava facendo il bagno con le sue amiche ninfe presso una sorgente e, visto che si doveva lavare, era nuda, ovviamente. Ad un certo punto, mentre si lamentava del nuovo balsamo, le ninfe iniziarono ad urlare come delle indemoniate e la circondarono. Letteralmente.

Artemide: Raga, che succede?

Ninfe: C'è un tizio lì!

Quel tizio era Atteone, un giovane principe che, nel bel mezzo di una battuta di caccia, aveva deciso che fare il guardone era molto più interessante che correre dietro ai cervi. 

Come ci si può ben immaginare, Artemide si arrabbiò di brutto, come darle torto, e fece per prendere arco e freccia, ma non ne aveva a portata di mano, quindi decise di fare qualcosa di molto peggio: gettò dell'acqua in faccia ad Atteone per fargli distogliere le sguardo. E voi direte: reazione molto, troppo pacata. Infatti il bello arriva adesso: il principe si trasformò in un cervo e, mentre fuggiva via, fu sbranato dai suoi stessi cani. Sempre carina Artemide, ma stavolta ha ragione.

Quello scapestrato di suo fratello, invece, era la vittima preferita di Eros, quindi si innamorava in continuazione di tizie e tizi che, molto spesso, non lo ricambiavano: Apollo uno di noi. Tra tutti i suoi amori tragici, i più famosi sono Dafne e Giacinto.

Un bel giorno, Apollo aveva appena sventrato Pitone e andava in giro a vantarsene come se non ci fosse un domani.

Apollo: Io sono il migliore con l'arco!

Eros: Non credo proprio, siamo in molti sull'Olimpo ad avere un'ottima mira!

Apollo: Lo dici solo perché il tuo misero arco è inutile! Non puoi neanche ucciderci i mostri! 

Il nostro Eros, in quanto degno figlio di Afrodite, era molto permaloso e decise di vendicarsi: scagliò una freccia dorata, che faceva innamorare, ad Apollo e una di ferro, che faceva odiare, ad una ninfa che il dio aveva adocchiato: Dafne, la figlia di Peneo. Vorrei fare una battuta simpatica sul nome Peneo, ma non voglio essere volgare, non più del solito. In ogni caso, Apollo perse completamente la testa e divenne il suo stalker.

Apollo: Ehi, bambola, ti va una Schweppes, solo io e te?

Dafne: No.

Apollo: Tuo padre è un dio? Perché sei divina.

Dafne: Non mi interessi, evapora.

Apollo: Dai su, non fare la difficile.

E diciamo che il dio allungò un po' troppo le mani, quindi la ragazza scappò via a gambe levate. Ma Apollo è figlio di Zeus, mica può farsi dire di no! Bello il consenso, vero? Questo sconosciuto.

Apollo iniziò a rincorrere Dafne come un pazzo ed era quasi riuscito a raggiungerla, quando la ninfa pregò il padre di salvarla dallo stupro e divenne improvvisamente un alloro. Un fottutissimo alloro. E il dio, non contento di aver spinto una povera ragazza a diventare una pianta per non essere violentata, decise che l'alloro sarebbe diventato la sua pianta preferita.

Io non ce la posso fare, tutto questo è malato. Direi di andare avanti, anche se le cose non andranno meglio neanche per sbaglio.

Dopo essersi ripreso dall'allorozone, Apollo adocchiò un giovane molto figo di nome Giacinto che, non si sa come, lo ricambiava ed era pazzo di lui: andavano ai simposi insieme, si scambiavano i mantelli e facevano tutte quelle cose che i piccioncini greci facevano ai tempi. 

Tale Giacinto doveva essere proprio un gran bel ragazzo perché un'altra divinità si innamorò di lui: sto parlando di Zefiro. Sì, Zefiro. Zefiro il vento. I venti si innamorano. Why?

Comunque, il vento era gelosissimo del ragazzo, così decise di vendicarsi. Un bel giorno, mentre i due si sfidavano al lancio del disco, Zefiro deviò la traiettoria del disco di Apollo, che finì per spaccare la testa al povero Giacinto.

Allora: uno, non vedi che un fottutissimo disco ti sta per investire? Due, sei geloso di un tizio e quindi lo uccidi? Tre: Apollo è il dio della medicina, non poteva fare qualche trucco magico e guarirlo?

Ma no, Apollo, disperati pure e datti la colpa perché il vento ha spostato il disco e l'amore tuo non si è spostato! Io non ce la posso fare. 

Visto che stiamo parlando di mitologia, cosa segue la morte di un giovane bellissimo? Una metamorfosi, ovviamente: dal sangue di quel povero disgraziato nacque un fiore, ovvero un giacinto. Non ve lo aspettavate proprio, vero?

Potrei scriverci un libro sulla sfiga di Apollo in amore, ma non credo sia il caso.

Morale della storia: non fate incazzare Artemide, non prendete in giro Eros e state lontani da Apollo.


E questo è quanto per oggi. So che il capitolo non è un granché stavolta, ma spero vi sia piaciuto lo stesso.

Ave atque vale

Scleri da classico - il ritornoWhere stories live. Discover now