𝟏𝟔. 𝐅𝐈𝐃𝐔𝐂𝐈𝐀 𝐈𝐍 𝐃𝐈𝐒𝐂𝐔𝐒𝐒𝐈𝐎𝐍𝐄

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Il cuore di Amber si riaffacciò dai meandri del proprio petto e con una capriola tornò al proprio posto, o quasi.
Le sembrò spingerle contro le ossa della gabbia toracica, volendogliele abbattere per balzare fuori e unirsi al cuore che batteva nel petto del ragazzo che aveva di fronte. Ma l'entusiasmo durò il tempo delle sue parole, perché Amber sapeva che non era lì per lei, o almeno non come avrebbe voluto.
«No, infatti. Sei qui perché vuoi che io ti dica quello che sappia.»

Dick scosse la testa, «Voglio aiutarti, Amber» disse, ma lei replicò il suo movimento.

«Tu non vuoi aiutarmi» affermò decisa, e vide Dick increspare la fronte, pensieroso, sembrava davvero non capire, ma allo stesso tempo sforzarsi per riuscirci.
E se a mentirle fosse stato solo Bruce Wayne?
Quel pensiero la fece sospirare e la portò a parlare, rimanendo comunque cauta con le parole.
«Qualcuno mi ha mentito» iniziò.

«Chi?» chiese lui, al centro delle sue sopracciglia si formò un solco.

«Bruce Wayne.» E anche tu.

Dick la tirò in un angolo un po' più appartato, «Che vuoi dire?»

«Quel giorno, quei tipi... Batman e Robin, hanno letto i messaggi di mia madre dove mi rimproverava per non averle detto che ero con te. Questo perché dopo aver incontrato Emma, vista l'ora tarda e il mio telefono irraggiungibile, hanno chiamato Bruce. E lui ha detto che ero con te. Ma non può essere, perché se loro hanno usato i messaggi di mia madre per portarmi qui, lei doveva per forza già aver chiamato Bruce. E se io ero con loro due, non potevo essere di certo qui» disse. «I messaggi sono consecutivi alla chiamata, e a logica non devono essere passati più di quanto? Due minuti? E conoscendo mia madre, ti dico che saranno passati sì e no trenta secondi.» Prese fiato. «Perché mentire? A quale pro?»

Gli occhi di Dick brillarono di una strana luce nel sentire quel ragionamento.
Quel piano che avevano messo in atto quella notte era fosse il peggiore di sempre, ma il tempo non aveva dato loro alternative.
Bruce, dopo la chiamata della madre di Amber, si era inventato quella penosa storiella, sicuro del fatto che lei non avrebbe fatto domande, tantomeno sarebbe mai arrivata a una conclusione simile.
Quanto era intelligente? Nonostante la conclusione sbagliata il ragionamento era assolutamente brillante e sensato.
Avrebbe voluto farle i complimenti, ma no, lui non doveva, non poteva.
«E per quale ragione avrebbe dovuto mentire?»

«Magari per lo stesso motivo per il quale lo hai fatto anche tu, e per lo stesso per il quale ora lo stai coprendo.» Amber azzardò, ma il suo silenzio le diede la risposta che cercava.
Pochi secondi dopo e non molto lontano, vide Bruce Wayne dietro la figura di Dick, che sorpassò per raggiungerlo.

Dick provò a fermarla, ma Amber fu più svelta, poggiò le mani sulle spalle di Bruce e lo tirò a sé, «Balliamo?»
Più che una domanda fu una specie di ordine, visto che non gli diede scelta.

Bruce sembrò sorpreso in un primo momento, ma poi le sue labbra s'incurvarono in un piccolo sorriso. «Come potrei mai rifiutare?»

«Già, perché lei non potrebbe mai... come non potrebbe mai mentire.» Amber si stupì per l'audacia di quel momento.

«Immagino si riferisca a qualcosa in particolare, signorina Price» replicò lui.

Amber lo fissò negli occhi, «Lei non era al telefono con mia madre quando mi ha trovato, vero?.»

Bruce rise, mantenendo le labbra serrate, alzò gli occhi prima di riportarli su di lei, «E lei non ha visto le mie auto» replicò Bruce, «O saprebbe che non ho nessuna Ferrari nera, ma solo rosse.»

Amber si accigliò, stava davvero paragonando le due cose?
«Sta ammettendo di aver mentito?» chiese.

«E lei?»

𝐍𝐢𝐠𝐡𝐭𝐰𝐢𝐧𝐠Where stories live. Discover now