Parte 7

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Passammo davanti ai ragazzi, però uno in particolare mi si piazzò davanti, bloccandomi.
Fede: <<davvero, scusami. Ti offro qualcosa per farmi perdonare>>
Io: <<sul serio non serve, poi adesso c'è ne andiamo>> cercai di appoggiare il mio braccio sulla spalla della mia migliore amica.
Però quasi caddi non trovando essa. Guardai a sinistra, magari l'avevo mancata. Ma proprio non c'era. E nemmeno alla mia destra. Mi guardai intorno e poi va vidi... era a parlare con... Insigne.
Fede: <<sembra che sia occupata... dai, lascia che ti offra un...>> si alzò in punta di piedi per guardare meglio il bicchiere della ragazza poco distante da noi
Fede: <<mi sembra mojito? Te ne offro uno>> continuò indicando il bancone con la mano.
Io: <<ti ho già detto che non serve, ma grazie lo stesso>> stavo per andarmene però mi bloccò mettendomi un braccio davanti.
Fede: <<lascia che ti dica... chi io sia>> sbuffai.
Io: <<so chi sei, Federico. È il fatto che tu sia famoso non cambia la situazione... non-voglio-nulla>>
Andai verso l'entrata del bar, intenta ad uscire a prendere una boccata d'aria e magari farmi un giro perdendomi tra le vie di Firenze.
Però qualcun altro mi sbarrò la strada mettendosi davanti a me.
Io: <<ma spuntate come funghi cazzo>>
Manu: <<e tu concludi una conversazione con il tempo di un' interrogazione di matematica>> in questo caso non aveva tutti i torti.
Io: <<che cosa volete?>>
Manu: <<vedi quel ragazzo li tutto depresso, solo ed asociale? Ecco, è così perchè tu non hai accettato il mojito da parte sua>>
Io: <<e ti dirò di più>> dissi battendo le mani.
Io: <<non me ne può fregar di meno>> conclusi saltando e mettendomi in posa.
Lo vidi rimanere a bocca aperta e io a quella faccia quasi risi, però mi limitai a sorridere a trentadue denti. Posso essere stronza quanto vuoi. Però se qualcosa mi fa ridere, non c'è la faccio a trattenermi.
Manu: <<stai per ridere>>
Io: <<no>> tornai composta come un soldatino.
Manu: <<sii>>
Io: <<no>>
Manu: <<come vuoi>>
Io: <<COJONA>> la vidi voltarsi verso di me e stava ancora sorridendo. Non ci credo.
Con un gesto di mano le feci capire che doveva venire verso di me, e così fece.
Io: <<scusami ma ora noi c'è ne andiamo>>
Laura: <<cos->> gli pestai il piede e la sentii gemere. Manu la squadrò per metà con faccia confusa, e io gli sorrisi.
Io: <<è stato un, non, piacere. Però sai com'è... il volo... le valigie... ho sonno>> indietreggiai portandomi Laura con me.

Eravamo in macchina da 10 minuti e nessuna delle due aprii bocca, ogni tanto la guardai con la coda dell'occhio perchè magari si era addormentata.
Ma non era così... stava scrivendo a qualcuno.
Probabilmente era arrabbiata con me perchè l'ho portata via dal bar molto presto rispetto a l'orario che avevamo pensato che sarebbe stato perfetto per ritornare a casa.
Mi fermai ad un semaforo.
Io: <<scusa>> mi voltai verso di lei e mi guardava con una faccia, un mix tra confusa e scossa.
Sapevo anche il perché, io sono una di quelle persone che dice poche volte "scusa" o "perdonami" e quando succede, tutti quanti mi guardano del tipo: WËSH. Ed anche io lo sarei.
Sorrisi ed alzai gli occhi per poi tornare a guardarla.
La vidi sorridere per la mia reazione, anzi, stava ridendo sottovoce. Poi si rivoltò verso la strada.
Laura: <<è verde>> affermò fredda.
Era tutto apposto fra di noi.
Facciamo cosi, litighiamo ma appena una delle due ride... si capisce che è tutto okay.
Per tutto il resto del viaggio restammo in silenzio, magari battevamo i piedi a ritmo della musica, ma nessuna parola. ZERO.
Fino a quando non spensi la macchina.
Laura: <<comunque solo tu tratti i calciatori come delle merde, fattelo dire teso>>
Risi e nel mentre appoggiai la testa allo sterzo.
Io: <<mi dà fastidio che qualcuno si atteggia... "lascia che ti dica chi io sia", ma va in mona>>
la mia amica mi guardò con sguardo penetrante.
Io: <<credendo che le ragazze accettino solo perchè sono famosi... ma... c'è- che urto... non so come spiegarlo ecco>>
Laura: <<solo alcune...>>
Io: <<solo alcune>> aprii lo sportello della macchina ed uscii, copiata da Laura.
Stavo per andare in camera mia quando, la mia migliore amica mi abbracciò, dicendomi...
Laura: <<stai tranquilla, io ti capisco>> gli sorrisi e poi gli diedi la buonanotte.

unexpected love//Federico ChiesaWhere stories live. Discover now