Parte 4

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Dopo essere arrivati, alle 8:20, tutti sani e salvi all'aeroporto Marco Polo di Venezia, aver fatto il check-in, aver salutato i miei genitori, aver fatto il controllo documenti ed aver aspettato l'aereo al gate, siamo riuscite a partire per Firenze, la città dell'ammoore.
Prendemmo l'aereo alle 10 e arrivammo li alle 14, saremmo dovute atterrare mezz'ora prima.
Maledetti aerei sempre in ritardo.
Dopo aver preso le valigie uscimmo dall'aeroporto e chiamammo il primo taxi che era disponibile.
Io: <<sei agitata?>>
Laura: <<mmh>> mugugnò lei, come immaginavo.
È ancora mezza addormentata.
Io: <<SVEGLIAAA, SIAMO A FIRENZEEE>> urlai davanti alla mia migliore amica attirando anche l'attenzione di tutte le altre persone.
Laura: <<che cazzo urli, ci sento eh>>
Io: <<minchia>>
Laura: <<comunque... sull'aereo ho pensato->>
Io: <<no, non hai pensato, hai dormito è diverso>>
Laura: <<ti butto sotto una macchina adesso>> gli mandai un bacio e in cambio ricevetti un sorrisetto omicida.
Laura: <<ho pensato che sta sera potremmo già andare a bere>>
Io: <<ma sei pazza? Io sto per cadere di faccia>>
Laura: <<dai Giuliaaa, hai tutto il pomeriggio per riposare, e le valigie se proprio non c'hai voglia, le disfi domani>> guardai il cielo e sbuffai.
C'è l'ha sempre vinta lei in questi casi, non che non mi piacesse festeggiare o divertirmi... però avremmo dovuto sistemarci, fare la spesa, e non dormire tutto il pomeriggio per poi la sera fare festa.
Io: <<okay va bene, insomma siamo venute qui per divertirci>> saltò di gioia e subito dopo mi abbracciò. Appena si staccò gli sorrisi e nel mentre tiravo fuori il telefono dalla tasca dei jeans.
Non avevo ancora scritto a mia madre, dovevo rimediare subito anche perchè sarà stata preoccupata e secondo me stava pregando già tutti i santi, angeli ed arcangeli.

Siamo arrivate, vive e vegete. Puoi smetterla di pregare mamma <3

Non sapevo cosa stesse facendo perchè non mi rispose subito e questo mi preoccupò.
Dopo cinque minuti arrivò il taxi che ci portò fino alla villetta affittata dai miei genitori.
Ci tirò fuori le valigie e ce le lasciò davanti al cancello.
Pagai e poi mi girai e vidi la mia migliore amica intenta ad aprire il cancello.
Io: <<se forse non va, vuol dire che quella non è la chiave giusta>>
Laura: <<senti Giulia, mi stai già irritando e non è passato neanche un giorno>> risi mentre la guardavo intenta a trovare la chiave giusta.
Dopo 3 chiavi riuscì a trovare quella del cancello.
Quando lo aprii fece la tipica e amata mossa di Khaby Lame.
Entrammo in casa e rimanemmo scioccate, era gigantesca, l'ingresso dava subito al salotto; andammo al piano di sopra lasciando le valigie davanti alla porta.
Le camere erano fa-vo-lo-se, e per entrambe c'era un bagno, almeno così non avremmo litigato di prima mattina.
Dopo aver guardato tutte le stanze, presi la valigia e andai in camera mia, attaccai il telefono al caricabatterie e mi buttai sul letto a modo foca.
Appena chiusi si gli occhi, sentii una notifica che arrivò sul mio telefono, ma feci finta di nulla.
Ci misi un po' per addormentarti, ma neanche troppo. Devo dire che quel letto era molto, ma molto... ma molto comodo, sarei voluta restare lì a vita. Mi risvegliai alle 18. Si, alle 18 ho dormito quattro ore, ma almeno avrei avuto il tempo di fare una rapida spesa prima di andare a bere qualcosa quella sera come voleva Laura.
Io: <<LAURAAAAAA>>
Sentii dal piano di sopra degli insulti, penso dedicati proprio a me.
Laura: <<ma buon risveglio fiorellino>> disse scendendo le scale con un sorrisetto inquietante.
Presi la borsa e dentro ci buttai le chiavi di casa.
Laura: <<dove vai?>>
Io: <<a fare la spesa se non vuoi morire di fame, vieni con me?>>
Laura: <<se, fammi sistemare>> stava già per salire le scale a chiocciola intenta ad andare in bagno.
Io: <<no, allora... ciccia... ti conosco o vieni adesso, in questo momento, o nulla>> indicai il pavimento.
Sbuffò, e poi si avvicinò all'entrata dove si trovavano le scarpe. Mi guardò in cagnesco e io gli sorrisi.
Uscimmo di casa e sulla strada era parcheggiata la macchina che avevano noleggiato i genitori della mia migliore amica.
Io: <<le chiavi?>> si fermò e di conseguenza anche io, si voltò e mi guardò con sguardo confuso.
Laura: <<ma che ne so io>> tornammo ad incamminarci verso il veicolo.
Laura: <<saranno dentro>>
Ed era cosi, erano nel portaoggetti e prima che potesse fare quale cagata, gliele sfilai di mano.
Laura: <<ma- ehii>>
Io: <<sai anche tu che fai schifo a guidare... e sopratutto, credo ancora che tu abbia preso la patente nel sacchetto delle patatine>> gli sorrisi innocentemente.

unexpected love//Federico ChiesaWhere stories live. Discover now