𝒞𝒶𝓅𝒾𝓉𝑜𝓁𝑜 𝟤𝟩

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Jimin non aveva mai sperimentato una riunione con i suoi colleghi così stressante. Sentiva gli occhi di tutti puntati su di lui nonostante sapesse perfettamente che nessuno poteva sapere quello che era successo in laboratorio qualche minuto prima. Era ancora scosso da come Yoongi aveva carezzato la sua lingua con la propria al punto tale da sentire ancora le gambe cedergli per l'emozione, e ringraziò il cielo di essere seduto. Si portò inavvertitamente le dita sulle labbra, come ad assicurarsi che fossero ancora intatte, ma fu un errore fatale. Il moro, che aveva gli occhi puntati nei suoi, si lasciò scappare un sorriso sornione, facendo arrossire l'altro. Jimin lo maledisse mentalmente, chinandosi a cercare dei documenti nella sua borsa per nascondere la sua espressione tutt'altro che professionale. Mentre dava sfogo ai suoi istinti più fanciulleschi, aveva addirittura perso il filo del discorso.

<<Quindi? Sono positivi?>> la signora Rhee incalzò chi aveva preso parola a continuare a parlare dei test microbiologici per la cocaina. Evidentemente qualcuno aveva avuto la sua stessa intuizione.

<<Esatto, è il caso di continuare con i test per tutte le varie droghe>>

<<Escluderei la droga come causa del decesso, le autopsie delle altre vittime non ne rivelano la presenza negli organi interni o nel sangue>> riportò Choi, tenendo tra le mani una pila di scartoffie <<continuo a sostenere l'ipotesi del depistaggio>>

<<E se invece questa volta fosse diverso? Papillon potrebbe servirsi di vari metodi per uccidere, non dobbiamo necessariamente restare legati a un filo conduttore di questo tipo>> osservò Hoseok.

<<Ne sapremo di più dopo l'autopsia, è fissata per le 18 di oggi>> precisò il capo, continuando a parlare <<organizzate il lavoro, voglio tre di voi a interrogare il padre di Ghim Sunhee nel pomeriggio, gli altri penseranno ai test che rimangono da effettuare e alla preparazione dell'autopsia>>

<<Mi scusi signora Rhee, vorrei comunicare di aver identificato il residuo sulla pelle di Soyon, si tratta di una minuscola porzione di un resto organico vegetale, ma non sono certo della sua provenienza data la scarsità di quel materiale>> Taehyung parlò con sicurezza, orgoglioso delle sue ricerche.

<<Non hai identificato un granché, i cadaveri sono rimasti per un tempo imprecisato all'aperto, è normale che vi siano dei resti di piante, e in ogni caso potrebbe trattarsi di un comune soprammobile nelle loro case>> lo liquidò Yoongi, vanificando i suoi sforzi.

<<Mi duole ammetterlo dato il tuo grande impegno, ma ha ragione>> anche il capo concordò con lui e dichiarò conclusa la riunione, non prima di aver pronunciato un'ultima frase.

<<Min, Park, so cosa avete fatto. Sinceramente me lo aspettavo da te Yoongi, ma non pensavo riuscissi a coinvolgere qualcun altro nelle tue nobili imprese>> Jimin si sentì gelare il sangue <<ormai sono abituata a sgridarti quando non mi ascolti e non credo che cambierò le cose sprecando nuovamente fiato>> uscì dalla sala in fretta, avendo sicuramente cose migliori da fare, e il biondo non ricordò di essersi mai sentito così sollevato. Tutto quel lavoro sul caso Papillon lo distraeva dal caos che i suoi sentimenti stavano creando in lui, lo stesso che tornò a tormentarlo nel momento in cui Yoongi si avvicinò. Il moro si rivolse ai colleghi <<dal padre della vittima andiamo io, Choi e Park. Gli altri si dedichino ai loro compiti>>

Nessuno lo aveva mai nominato capo delle indagini, ma al contempo tutti facevano affidamento su di lui e anche quella volta attesero le sue disposizioni per agire. Non c'era dubbio che fosse un leader nato, nonostante il suo caratteraccio e il suo scarso tatto.

<<Jimin, hai un minuto?>> gli chiese, desideroso di trascorrere la pausa pranzo insieme.

Il più piccolo stava per annuire vigorosamente, ammaliato dal fatto che lo avesse chiamato per nome davanti a tutti per la prima volta, quando il suo braccio venne afferrato fermamente da Hoseok.

<<Scusami, ho bisogno di lui per la verbalizzazione delle mie indagini>> il biondo capì dal suo tono che stava inventando una scusa, ma acconsentì a seguirlo, pensando che solo qualcosa di importante avrebbe spinto il suo amico a mentire. Lasciarono Yoongi con un'espressione indecifrabile in volto per dirigersi al laboratorio che usava Hoseok, dove come d'abitudine non c'era nessuno.

<<Che succede?>> domandò Jimin chiudendo la porta dietro di sé.

<<Questo dovrei chiederlo io a te>> si sedette sul bancone, incrociando le gambe <<sei strano, e stamattina hai saltato la colazione>>

Effettivamente non si era presentato al bar, non perché non volesse affrontare il moro, ma perché era talmente stanco da non aver sentito suonare la sveglia. Fortunatamente, era riuscito ad arrivare alla "D Crime" in orario, ma con le gambe doloranti.

Si interrogò sul da farsi. Non aveva ragione di mentire al suo collega, si fidava ciecamente di lui e sapeva che la notizia non sarebbe trapelata in tutta l'agenzia. Allo stesso tempo la percepì come un'informazione riservata ed immaginò l'imbarazzo di doverne parlare ad alta voce con qualcuno.

"Al diavolo".

<<Yoongi mi ha baciato>> si sentì di nuovo come un ragazzino alle prime armi, con le farfalle nello stomaco a tormentarlo.

Hoseok sbiancò e rimase paralizzato sul posto <<ha fatto cosa?>>

<<Non farmelo ripetere, hai capito>> contro persino le proprie convinzioni, Jimin invece di arrossire ridacchiò.

<<Ti ha costretto?>> scese dal bancone e si avvicinò a lui per controllare da vicino che stesse bene.

<<Non lo farebbe mai>> affermò mentre l'altro teneva d'occhio i suoi movimenti <<e mi è pure piaciuto>>

Ora Jimin non poté non arrossire. L'imbarazzo non stava nella dichiarazione delle sue interazioni con Yoongi, ma nel fatto che lui ne fosse lusingato. Il suo amico lo colse di sorpresa stringendolo in un abbraccio solidale.

<<Come mai non saltelli entusiasta come al solito?>> Jimin gli rivolse i suoi dubbi, scostandosi con delicatezza.

<<Sono preoccupato, non voglio che tu stia male per uno come lui>> aveva un'espressione costernata.

<<Ma non sto male>>

<<Non ancora. Min è un tipo strano, non mi va molto a genio>> si morse la lingua per non sputargli in faccia ciò che pensava realmente <<ma suppongo sia troppo tardi per farti ragionare, vero?>>

<<È così>> ammise Jimin, facendo guadagnare alla pelle del suo viso almeno altre due tonalità di colore. Non c'era più niente da fare, in testa aveva solo Yoongi e la sua voglia di rivederlo, e questo non giovava di certo all'impegno che doveva dedicare al lavoro. "Proprio in un momento del genere dovevo innamorarmi?

𝓟𝓪𝓹𝓲𝓵𝓵𝓸𝓷Where stories live. Discover now