𝒞𝒶𝓅𝒾𝓉𝑜𝓁𝑜 𝟩

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Finita la perquisizione della casa, i tre colleghi passarono la restante nottata incollati allo schermo del computer. Dopo aver revisionato i loro appunti stavano attendendo di ricevere un qualche segnale di vita dal quartier generale. I due ragazzi si stavano annoiando tremendamente, mentre Choi era impegnata nella lettura del diario segreto di Xia, alla ricerca di un qualunque indizio. L'ultimo appunto risaliva a due anni prima, quindi erano scarse le probabilità di farsene qualcosa di quel libricino, tuttavia non avevano niente da perdere, costretti com'erano ad aspettare. Sembravano un gruppo scultoreo, così immobili e stipati nel divanetto della stanza della ragazza. Ognuno evitava di muoversi per non sfiorare il corpo del vicino, ma era praticamente impossibile e l'imbarazzo cresceva secondo dopo secondo, sommandosi alla noia.

Tirarono un sospiro di sollievo non appena il capo inviò loro un'e-mail di conferma, con allegata una miriade di dati che ogni squadra aveva raccolto, anche se la maggior parte di essi era irrilevante. In un solo giorno avevano già molte informazioni, che sarebbero state analizzate dai laboratori specializzati nel giro di qualche ora. Jimin rivolse una preghiera di incoraggiamento a quei disgraziati costretti al turno a quell'ora di notte, ma dopotutto era una situazione di estrema emergenza e tutti dovevano collaborare. Un'ultima occhiata allo schermo e si alzò, decisamente più a proprio agio in piedi, e si diresse in camera da letto.

Durante la sua preziosa doccia, il suo compagno di stanza non fece altro che stuzzicarlo, parlando ad alta voce al cellulare con il loro capo, a cui descriveva le indagini. Non si meravigliò nel sentirlo parlare di sé come l'arma vincente di quel caso, colui che aveva guidato le ricerche per tutta la giornata e quasi steso una pista percorribile. Riagganciò dopo qualche minuto e Jimin poté giurare che avesse stampato in faccia quel suo sorrisetto beffardo. La sua teoria fu confermata quando entrò nel bagno. Il minore quasi si spaventò <<che diavolo fai?!>> Ringraziò mentalmente l'albergo per aver dotato il box doccia di pareti oscuranti, ma non si sentiva comunque a suo agio.

<<È vietato lavarsi i denti?>> difatti prese il suo spazzolino e si mise alla ricerca del dentifricio.

<<Non mi pare il momento adatto, fammi il piacere di uscire>> Jimin trovava estremamente irritanti le persone che non lo ascoltavano. Estremamente. Iniziò a sbraitargli di andarsene, senza che l'altro muovesse un singolo muscolo verso la porta, troppo impegnato nella sua minuziosa ricerca del dentifricio. Il biondo decise di smettere di provare, conscio del fatto che lo stesse beatamente ignorando e che dandogli corda sarebbe solo andata peggio. Solo dopo cinque minuti Yoongi si allontanò dal lavandino, uscendo in silenzio, ma ancora con quel sorrisetto stampato sul volto.

<<Sei un maniaco>> bofonchiò Jimin tornando in camera, avvolto in una maglietta pulita e in un paio di pantaloni della tuta. Controllò l'ora, le 3:37, e si lasciò cadere a peso morto sul suo letto, affondando la testa nel cuscino. Ne inspirò l'odore: ammorbidente alla lavanda, simile a quello che usava al campus dell'Università quando era più giovane.

<<Ho diritto alla mia igiene personale>> l'altro imitò le sue azioni.

<<Sai cosa intendo>>

<<Non prendertela, mi piace darti fastidio, è un passatempo come un altro>> lo spiazzò <<e comunque questo "maniaco" vorrebbe sapere qualcosa di più su di te>> si sporse per cercare il suo sguardo <<cosa ti porta a voler fare l'investigatore?>>

Jimin decise di assecondarlo, tanto per fare due chiacchiere prima di mettersi a dormire <<la mia immensa voglia di colmare quel vuoto che impedisce alle persone di capire appieno cosa le circonda. Voglio dare risposte a ciò a cui pochi possono darle, ma lo scienziato era banale quindi ho scelto questo lavoro>> Yoongi si stiracchiò <<l'hai provata un sacco di volte questa frase eh?>> Riuscì a strappare un sorriso al più piccolo, immerso nei ricordi dei suoi primi anni all'Università, quando provava sul serio le frasi per quando sarebbe cresciuto.

<<Ho davvero nel team un laureato in Legge così irascibile?>> chiese il moro dopo una lunga pausa.

<<Hai letto il mio curriculum?>> si domandò come potesse conoscere il suo percorso di studi.

<<Quindi sei più interessato a sapere questo piuttosto che essere arrabbiato perché ti ho dato dell'irascibile?>>

Jimin lo realizzò solo in quel momento <<spegni la luce, ho bisogno di dormire>> gli diede le spalle, coprendosi con il pesante piumone. Ascoltò i suoi passi, il suono metallico dell'interruttore, poi altri passi e infine lo scricchiolio del materasso.

<<Semmai hai bisogno di non iniziare una discussione con me alle quattro di mattina>> il più grande gli augurò la buonanotte, senza ottenere risposta. Ammise a sé stesso di adorare il lato ribelle e ostinato di quel ragazzo, e si ripromise di conoscerlo meglio, almeno entro la fine di quell'ardua indagine.

𝓟𝓪𝓹𝓲𝓵𝓵𝓸𝓷Where stories live. Discover now