𝒞𝒶𝓅𝒾𝓉𝑜𝓁𝑜 𝟥

24 3 0
                                    

Quella fu per gli investigatori della squadra S2T una delle la nottate più lunghe della loro vita. Impiegarono tutte le loro forze in un'analisi accurata, nel silenzio più totale, rotto solo dal suono degli strumenti che lavoravano sulla pelle. Jimin completò il suo incarico in tarda serata, lasciando ai colleghi la possibilità di procedere con l'autopsia. Aveva raccolto molti dati, fino a riempire l'intera cartella, e se ne stava seduto alla scrivania in un angolo della stanza a revisionare il suo operato. Lesse ad alta voce le prime righe. <<Vittima: Lee Soyon. Descrizione generale: presenta tagli superficiali sull'epidermide. Le ferite non sono cicatrizzate, i tagli sono stati eseguiti dopo il decesso o poco prima. Sul fianco destro è inciso "Papillon", probabile nome fittizio dell'assassino. La pelle dell'intero corpo è ricoperta dal sangue della vittima stessa, come accertato dall'esame del DNA. I segni presenti sul sangue secco fanno intendere che sia stato spalmato con un attrezzo conico o con le dita. Non sono presenti segni di tumefazione, abrasioni, ustioni, né tracce di mezzi di tortura o di sadismo. Ancora nessun sospetto sulla causa del decesso.>>

<<Viene da Daegu giusto?>>

<<Si, accertato>> la risposta di Jimin fu fulminea, ben accetta dal suo interlocutore.

<<Dobbiamo interrogare i familiari e i conoscenti>> qualcuno nella sala iniziò a stabilire una pista da seguire, mentre nella stanza accanto era ancora in corso la verifica dell'autopsia.

Jimin esitò <<non ha familiari>>

<<Nessuno?>> Il biondo scosse la testa.

<<Conoscenti? Min?>>

Il diretto interessato sollevò il capo dal monitor solo per annuire tristemente <<ho trovato solo un fattorino che le ha consegnato un pacco alle 15:46, tre giorni prima del decesso, e i vicini di casa>>

<<Hai i contatti?>>

<<Certo che ho i contatti, numeri di targa, cellulare, indirizzo e curriculum lavorativo di ognuno, tranne dell'ultimo perché è un bambino di sette anni- fece una pausa- vado io>> si alzò dalla sua postazione, seguito da un tale poco più alto di lui, afferrando la sua giacca scura e uscendo con calma dalla porta sul retro. Efficiente e razionale, come l'agenzia richiedeva.

All'alba gli investigatori uscirono in massa dalla stanza in cui si trovava il cadavere, scribacchiando sulle cartelle e annotando e ultime osservazioni. Il più giovane tra loro si fece avanti per comunicare i risultati. <<Facendola breve, non c'è la minima traccia di impronte digitali né di residui organici rilevanti. Confermiamo che il sangue sulla pelle è suo, dato che è quasi totalmente dissanguata. Niente droga, alcool o sostanze anomale.>>

<<Un suicidio?>>

<<Considerarlo un suicidio è un affronto>> fu Kim Taehyung a parlare, aggrottando le sopracciglia. Era un tipo particolare, Jimin non aveva idea di come avesse fatto ad ottenere quel lavoro avendo sempre la testa tra le nuvole. Lo aveva osservato lavorare sulle piccole provette per un tempo interminabile, senza staccargli gli occhi di dosso, e si era ritrovato a sospirare più volte di fronte alla sua evidente confusione. Come si risvegliasse da uno stato di trance, talvolta scuoteva il capo e ricominciava, preparando l'ennesimo reagente. Era buffo agli occhi della recluta, e probabilmente di chiunque si trovasse lì dentro.

<<Stavo valutando tutte le opzioni...>> mormorò il primo.

Cadde di nuovo il silenzio. Nessuno proferì parola per qualche minuto, ognuno a pensare a una possibile spiegazione. Cosa diamine erano quegli strani tagli? Come era possibile che venissero lasciate tracce? Quale assurdo movente aveva spinto l'assassino a compiere il delitto? Chi era Papillon?

𝓟𝓪𝓹𝓲𝓵𝓵𝓸𝓷Where stories live. Discover now