𝒞𝒶𝓅𝒾𝓉𝑜𝓁𝑜 𝟣𝟧

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Jimin stava digrignando i denti per trattenere la rabbia da ormai qualche minuto, gettando occhiate di fuoco a Yoongi, che sfoggiava il sorrisetto di chi sa cosa sta facendo. Che lo facesse per prenderlo in giro o solo per vederlo arrabbiato, era insopportabile, un gesto estremamente scorretto che il biondo non sapeva come contrastare. Trovava interessante quel ragazzo, era intelligente e il suo modo di fare lo avrebbe dovuto attrarre, conoscendo le sue preferenze fuori dal comune. Trovandosi nei panni della vittima dei suoi comportamenti mortificanti, la sua visione stava lentamente cambiando, anche se il suo obiettivo non era certo quello di insegnargli una qualche lezione di vita.

Choi intervenne nella conversazione in corso, e Jimin si impose di concentrarsi <<le tracce di pneumatici vicino alla casa di Deiji Pak non sono più visibili, circolano molte auto in quel parcheggio che per lo più è interamente asfaltato>>

<<Allora procediamo in questo modo>> la signora Rhee fece il punto della situazione <<fornisco a ognuno dieci contatti di carrozzerie e simili, in modo che possiate interrogare i proprietari e gli impiegati su possibili clienti sospetti>>

Tutti annuirono, augurandosi a vicenda buona fortuna con lo sguardo. Alcuni erano allo stremo delle forze, ma arrendersi nel bel mezzo di un'indagine di quella portata sarebbe stata una mossa troppo vile per non portare all'immediato licenziamento.

Il biondo appoggiò la schiena alla parete del corridoio, osservando i suoi colleghi sfilargli davanti per dirigersi ai rispettivi uffici. Hoseok si sistemò accanto a lui nella stessa posizione.

<<Io volevo passare la mia intera vita in un laboratorio a studiare insetti e invece mi ritrovo a dover fare il giro delle carrozzerie per chiedere se hanno visto passare un maniaco>> strappò a Jimin un sorriso.

Stava per ricambiare con una battuta, quando l'ultimo ad uscire dalla sala riunioni, Yoongi, passandogli vicino gli mise in mano un foglietto accartocciato. Era uno di quei post-it azzurri che possedeva in quantità industriale e teneva minuziosamente organizzati nella borsa, assieme a tutti i documenti necessari a svolgere il suo mestiere; li aveva visti spesso nel suo studio e durante i sopralluoghi. Voleva quasi buttarlo a terra o lanciarglielo addosso in una sorta di piccola vendetta personale, ma la curiosità era troppa, e cresceva di secondo in secondo. Lo aprì e trattenne il respiro mentre leggeva. "Sei carino quando sei arrabbiato". Jimin ci provò, si sforzò di non arrossire, ma fu tutto inutile. Hoseok, ignaro di tutto, continuava a scherzare sul suo passato da meccanico mentre studiava all'università.

<<Ti senti bene?>> gli chiese quando lo vide sbattere ripetutamente le palpebre, come in preda a una crisi.

<<Si, sono un po' stanco>> la sua voce incrinata lo tradì.

Gli occhi del rosso si abbassarono sulle sue mani <<che cos'è quello?>>

<<Un promemoria>> tentò di salvarsi, fallendo quando Hoseok glielo sfilò di mano con una mossa fulminea.

<<Ridammelo!>> si sentiva un bambino che urlava per riavere il suo giocattolo, ora in mano a quell'amichetto spregevole sempre presente nei ricordi di ognuno.

Lo aprì anche lui, ma non ebbe nessuna reazione. Prese l'altro per il braccio, stringendolo poco delicatamente, e lo trascinò nel suo laboratorio personale, quello in cui non entrava mai nessuno perché troppo umido, il clima perfetto per un entomologo come lui. Dopo aver chiuso la porta, inspirò e si fiondò su Jimin, terrorizzato all'idea di dover dare spiegazioni.

<<Quando avevi intenzione di dirmelo?!>> le sue pupille si dilatarono, era in estasi per aver colto sul fatto l'amico.

<<Che cosa?>> si stava palesemente arrampicando sugli specchi, ma evidentemente erano molto scivolosi.

Hoseok lo ignorò, volendo conoscere ogni dettaglio con domande fin troppo mirate.

<<Non ci posso credere, il piccolino si è innamorato!>> Si mise a volteggiare per la stanza, era parte del suo carattere esuberante. Jimin desiderava più di ogni altra cosa scomparire nel nulla, magari essere mangiato da una di quelle rivoltanti piante carnivore che il rosso diceva di star coltivando nel suo giardinetto. Stava annegando nell'imbarazzo, non sapendo come gestire il momento.

<<Stai giungendo a conclusioni troppo affrettate, non mi sono innamorato>> recuperò un po' di sangue freddo e riuscì a pronunciare qualche parola di senso compiuto.

<<Allora è qualcuno che cade ai tuoi piedi!>> Picchiettò sulla sua spalla, tormentandolo <<dimmi chi lo ha scritto, dai! Dimmi chi è!>>

Ecco di nuovo quella sensazione di calore crescente che si irradiava fino al suo viso.

<<Sono un investigatore, lo scoprirei a prescindere, a costo di andarlo a chiedere a tutti gli impiegati, pure alle donne delle pulizie>> lo minacciò.

<<Min Yoongi>> il suo nome gli scivolò dalle labbra, rilasciò un sospiro assieme al peso di quella rivelazione.

Hoseok stentava a crederci <<mi stai dicendo che->>

Lo bloccò <<non ci sta provando con me, vuole solo approfittarsi di qualcuno che è troppo gentile per testare la mia pazienza>>

<<Ti rendi conto del fatto che io, tu e Choi facciamo colazione con lui da una settimana perché ci ha chiesto di unirsi a lui di sua iniziativa vero?>> Hoseok sembrava concentrato a risolvere un enigma <<e il fatto di assillarci con le sue conversazioni di lavoro anche durante la colazione non sono altro che un pretesto per trattenerti al tavolo con lui. Ha incluso altre due persone per non destare sospetti, ma con me questi trucchi non funzionano>> si disse soddisfatto delle due ipotesi.

<<Sto dicendo sul serio, non mettermi in mezzo!>>

Il rosso gli strinse il viso tra le mani <<chi non vorrebbe questo piccolino?>>

Jimin scoppiò a ridere, per quanto gli era possibile in quella scomoda posizione.

La porta venne spalancata da un Taehyung alquanto instabile, con le mani stracolme di provette e becher.

<<Stai attento!>> a metà dell'avvertimento di Hoseok, i contenitori erano già schiantati a terra, con i liquidi color ocra che colavano dal camice del malcapitato, quasi del tutto zuppo.

<<Siete due idioti!>> gridò ai due colleghi che si stavano sbellicando dalle risate invece di aiutarlo.

L'esilarante quadretto scorreva come un film sotto gli occhi attenti di Yoongi che, dalle sue fidate telecamere di sorveglianza, si stava consumando le mani dalla gelosia.

𝓟𝓪𝓹𝓲𝓵𝓵𝓸𝓷Donde viven las historias. Descúbrelo ahora