𝒞𝒶𝓅𝒾𝓉𝑜𝓁𝑜 𝟤𝟣

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<<Han Yucheon, maschio, 35 anni, gestisce un'impresa edile a Seoul, ma abita nella periferia di Daegu...>> Yoongi era impegnato nel leggere ad alta voce il profilo del presunto colpevole che aveva individuato, mentre attorno a lui solo una voce osò interromperlo.

<<Vai al punto e dicci perché>>

L'impazienza di Hoseok lo indispettì, ma si impose di mantenere la calma per non mandare all'aria tutto.

<<Ha posseduto un cellulare fino al mese scorso, che ha poi rivenduto per acquistarne uno nuovo. Risalendo al tracciamento dei percorsi del primo, è certo che quest'uomo sia andato a casa di Lee Soyon il giorno prima della sua scomparsa, o per lo meno "presumibile scomparsa", ricostruita dagli investigatori per mancanza di dati certi e unicamente in virtù dello stato di decomposizione del cadavere>>

Jimin iniziava a sentire l'adrenalina scorrergli in corpo, la stessa che sentiva fluire nelle vene ogni qual volta un caso stava per giungere a una conclusione, e sperò fosse così. La ricostruzione del moro aveva senso, anche se accompagnata da un'enorme falla che avviò un dubbio nelle menti dei presenti.

<<E il secondo cellulare?>> qualcuno diede voce ai pensieri di tutti.

<<Non mostra contatti né con Xia Wang né con Deiji Pak>> Yoongi mostrava ancora una forte sicurezza.

<<Stai dicendo che Papillon potrebbe non essere da solo?>> domandò Choi guardandolo negli occhi con un'espressione indecifrabile.

<<Esatto>>

Più o meno una dozzina di investigatori, incluso Jimin, avevano seguito Min Yoongi fino alla casa di Han Yucheon, rigorosamente scortati dalla polizia che era intervenuta per arrestarlo. L'uomo sarebbe stato condotto in caserma e interrogato, mentre a casa sua sarebbe avvenuto un puntiglioso sopralluogo d'emergenza.

<<Lei è in arresto per omicidio doloso e concorso in omicidio volontario>> il suono metallico delle manette che si scontravano accompagnò Yucheon fino al suo ingresso nella volante della polizia addetta al suo trasporto alla centrale. Non oppose resistenza, ma continuava a parlare direttamente al poliziotto che lo reggeva, ripetendo di essere oggetto di un malinteso.

Illuminati dalle luci blu dei lampeggianti, gli investigatori della "D Crime" iniziarono ad entrare nell'abitazione, consapevoli di essere in diretta nazionale data la presenza di numerosi giornalisti sul posto, prudentemente tenuti a bada dalla polizia per permettere a tutti di lavorare indisturbati.

<<Dividetevi in quattro gruppi, ognuno di essi faccia tutti i test necessari su una stanza, mentre io vado a parlare coi giornalisti>> Yoongi si sistemò i capelli specchiandosi in un enorme specchio appeso alla parete di fronte a sé.

<<Chi ti avrebbe eletto capo delle indagini?>> si azzardò a chiedere Jimin.

<<Io, proprio adesso>> la risposta fu pungente e accompagnata da un occhiolino che lo fece andare su tutte le furie. Amava punzecchiarlo, era un'abitudine fissa ormai. Si diresse all'esterno, accolto da una pioggia di flash che non lo scomposero minimamente.

<<Investigatore Min Yoongi, risponderò io alle vostre domande>> sfoggiò un sorriso rassicurante e al contempo altezzoso, come solo lui sapeva fare.

<<Avete preso l'assassino?>> <<Papillon è fuori gioco?>> <<Chi era quell'uomo?>> Venne travolto di richieste e circondato da microfoni, ma non si fece intimidire da tutta quella foga. Era già stato coinvolto in casi di largo interesse e il capo quando possibile mandava sempre lui a sbrigarsela con quei giornalisti invadenti. La sua pragmaticità lo rendeva la persona perfetta per gestirli con pazienza, accontentando tutti. Difatti, iniziò a spiegare le dinamiche della situazione, preferendo concedersi prima alle reti nazionali più famose e in seguito a quelle minori. I più curiosi dei vicini di Han Yucheon vennero agguantati dai mass media; alcuni si mostrarono lusingati di quelle attenzioni, altri disturbati.

Al termine della giornata, il rapporto degli investigatori era strapieno di test negativi. Non c'erano stranamente prove che incriminassero l'uomo che avevano fatto arrestare, alcuni giornalisti continuavano ad assillare Jimin, uno dei pochi rimasti sul posto, e come se non bastasse Yoongi era sparito dopo aver ricevuto una chiamata apparentemente urgente. Il biondo si allontanò dalle telecamere sentendo il proprio cellulare squillare e sperando di avere notizie dall'agenzia. Tuttavia lesse il nome del contatto di Hoseok e rispose.

<<La "D Crime" è nel caos>> quasi urlò, parlando freneticamente.

<<Che cos'è successo?>> l'altro trattenne il respiro.

<<Hanno interrogato Han Yucheon e ha dichiarato di non conoscere Soyon. Quella sera ha solamente aiutato una ragazza a portare la spesa a casa dopo averla vista in difficoltà>> prese una pausa per riprendere aria <<non sapeva che fosse la stessa che è stata uccisa qualche ora dopo, non l'aveva vista in volto dato che indossava una mascherina chirurgica>>

<<Sta mentendo>> Jimin parlò con voce fioca.

<<Ha un alibi intoccabile, era accompagnato da suo fratello e hanno passato la notte insieme, anche lui lo ha confermato con prove di vario tipo>> Hoseok sembrava sul punto di esplodere, doveva avere un sacco di cose da fare in quel momento.

<<Scusami, devo andare. Lo sai quanto odio quel bastardo di Min, ma se ci tieni a lui dovresti chiamarlo e vedere come sta, sarà distrutto>> interruppe il collegamento, non lasciandogli il tempo di chiedere dove si trovasse. Per non sbagliare, si diresse verso l'agenzia, pensando che nella peggiore delle ipotesi avrebbe chiesto il suo indirizzo alla signora Rhee. Il sole stava tramontando, era il suo momento preferito della giornata, e si trovò ad attraversare un parco animato da bambini che giocavano con i genitori sulle altalene. Accanto ad una di esse, su una panchina di legno, era steso un Min Yoongi che non aveva mai visto prima. Non stava piangendo, ma sul suo viso era dipinta la pura disperazione e le sue mani tremavano nonostante il tepore che aleggiava nel parco.

<<Perché sei qui?>> domandò privo di forze, quando Jimin si sedette al suo fianco.

<<Ti stavo cercando>> rispose sinceramente <<come ti senti?>>

<<Uno schifo>> non ridacchiò come al suo solito e questo lo fece preoccupare.

<<Vuoi...?>> gli chiese silenziosamente di continuare, non era mai stato troppo bravo con le parole.

<<Io non sbaglio mai, non so cosa sia andato storto>> si lasciò andare ad un'amara confessione, prendendosi il viso tra le mani. <<E non dirmi che può capitare o che non è stata colpa mia. Contano i fatti, ossia che ho fatto perdere un'intera giornata di lavoro alla "D Crime" mentre Papillon probabilmente sta ammazzando qualcuno>>.

Jimin non disse niente, quel ragazzo gli aveva già letto nel pensiero. Capì che non voleva essere consolato o rassicurato, solamente compreso. E così fece; si sistemò meglio accanto a lui, ascoltando i suoi respiri irregolari e scrutando l'orizzonte in quei suoi vivaci e caldi colori. Una farfalla volò davanti a loro con aria stanca, sembrava osservarli come si fa con i soggetti di un quadro pietoso e avvilito, come quello che stavano raffigurando in quell'istante.

𝓟𝓪𝓹𝓲𝓵𝓵𝓸𝓷Where stories live. Discover now