𝒞𝒶𝓅𝒾𝓉𝑜𝓁𝑜 𝟤𝟦

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Contrariamente a quanto si aspettasse, Jimin si svegliò di buon'ora, stiracchiandosi nel suo letto singolo. Ormai era abituato a fare colazione all'alba assieme ai suoi colleghi, quindi doveva prepararsi per il lavoro ancora prima che il sole sorgesse. Il primo suono che percepì fu il lieve russare di Taehyung proveniente dal divano su cui giaceva dalla sera precedente, seguito dai rumori sommessi della strada. Gettò un'occhiata all'altro lato della stanza, dove Yoongi dormiva ancora beatamente, reggendo le lenzuola con una mano.

Si avvicinò a lui come seguendo un istinto; si sentiva un po' in colpa ad approfittare del suo stato di incoscienza per ammirarlo, ma al contempo ne era elettrizzato. Si chinò per posizionarsi di fronte a lui, e ricordò di non essere mai riuscito ad osservare i dettagli del suo viso da così vicino. Certo, alle volte era accaduto di trovarsi a quella distanza ravvicinata, ma in quei momenti il suo cervello lo stava portando a compiere viaggi mentali fin troppo remoti per concentrarsi sulla forma dei suoi occhi. Ora che li poteva osservare, erano dolci come quelli di un animale ferito, ma quando le palpebre si aprivano a rivelare le iridi scure, lasciavano il posto all'esatto contrario. Lui che non riusciva in nessun modo a imitare quell'acconciatura, aveva sempre amato i capelli leggermente ondulati di Yoongi. Al mattino apparivano più disordinati del solito, ma non perdevano la loro finezza ed eleganza.

Jimin provò a resistere all'impulso di accarezzarli, ma fallì e sollevò la mano, avvicinandola alla pelle candida del moro. Il suo gesto fu interrotto da un mormorio che lo fece ritrarre improvvisamente.

<<Smettila di fissarmi>> Yoongi stirò le sue labbra in un sorrisetto.

Il biondo non poté fare altro che arrossire vistosamente, pregando che l'altro non se ne accorgesse. Aprì solo un occhio, come sbirciando dal tepore del sonno in cui era immerso fino a poco prima, poi lo richiuse. Senza pensarci due volte, afferrò la mano di Jimin e la portò a poggiarsi sulla sua testa, dove bramava di essere prima della sua interruzione. L'altro nel frattempo cercava di rallentare i battiti del suo cuore in subbuglio, rimanendo immobile per la confusione. Fu Yoongi a destarlo dal suo intorpidimento, muovendo leggermente il capo dato che non sembrava troppo convinto delle sue azioni.

<<Sbrigati, prima che me ne penta>> mugugnò stropicciandosi gli occhi.

Jimin iniziava a sentire dolore alle ginocchia per la scomoda posizione in cui si trovava. Decise di cedere al disagio che imperversava in lui e provò a muovere le dita, accarezzando quei soffici capelli. Il ragazzo di fianco a lui sembrava gradire quel contatto, quasi fosse un tenero gattino che fa le fusa in cerca di coccole. Effettivamente, il biondo lo trovò adorabile, in netto contrasto con il Min Yoongi che conosceva sul luogo d lavoro.

Dopo qualche minuto, fu il moro a stancarsi di quelle carezze, mentre Jimin avrebbe continuato fino a farsi sanguinare le mani.

<<Basta, il dovere chiama>> si prese un'istante per ammirare la sua aria imbarazzata, poi scostò le coperte e si alzò in piedi, chiudendosi in bagno per prepararsi subito dopo.

Per l'ora di pranzo erano già tutti radunati nella sala riunioni della "D Crime". Jimin teneva in mano i primi risultati dei test effettuati sulla maglietta di Soyon, che grazie all'aiuto di Hoseok aveva eseguito con una velocità fulminea.

<<Le analisi di laboratorio confermano che questa apparteneva alla seconda vittima, ipotizzo che l'abbia indossata il giorno della morte, ma che Papillon l'abbia rimossa e poi abbia cercato di sbarazzarsene lanciandola tra i rami di un albero>> parlò con orgoglio, felice di essere al centro dell'attenzione per una volta e soprattutto di vedersi riconosciuto il merito per la sua scoperta.

<<Per ora non ci sono indizi che ci possano far risalire all'assassino, ma è stata rilevata la presenza di alcool etilico>>

<<Forse la ragazza aveva l'abitudine di bere e si sarà sporcata>> tentò qualcuno.

Choi lo contraddisse <<dal profilo che è stato tracciato non risulta che facesse uso regolare di alcolici>>

<<L'alcool è presente in moltissimi prodotti, anche nei detergenti e nel sapone che potrebbe aver usato quel giorno per le pulizie di casa>>

<<È plausibile, ma avremmo trovato anche altri componenti chimici. Cloro, ammoniaca... quelli che si trovano di solito nei disinfettanti>> parlò Taehyung.

<<Sono positivi solo i test per l'alcool etilico>> ripeté Jimin <<solo in alcuni punti del tessuto, la maglietta non è stata imbevuta, ma come... macchiata>>

<<Potrebbe essere il motivo per cui Papillon se ne è sbarazzato, contrariamente agli indumenti delle altre vittime>> la spiegazione di Hoseok convinse tutti i presenti.

"Siamo talmente bloccati con le indagini che dobbiamo fare affidamento sugli errori dell'assassino per procedere" pensò amaramente Jimin, e dai volti affranti dei suoi colleghi dedusse che non era il solo a pensarlo.

Uscì nella terrazza dell'agenzia, un luogo dove ultimamente andava spesso per riflettere osservando il panorama non troppo soddisfacente. La vista di quei palazzi scuri lo teneva ancorato a terra, risvegliava in lui la razionalità che temeva di perdere. Quel giorno lo raggiunse anche Yoongi. Non disse nulla, appoggiò una mano alla ringhiera in ferro e frugò nella tasca anteriore dei jeans per trarne fuori un pacchetto di sigarette. Ne sfilò una e la prese tra le labbra, stringendola leggermente, e ne porse un'altra al biondo accanto a lui, che teneva lo sguardo rivolto agli enormi grattacieli di Daegu.

<<Fumi?>> domandò Jimin, visibilmente disorientato.

<<No, tu?>>

<<Nemmeno io>> e afferrò la sigaretta, imitando i gesti del più grande.

Yoongi si sentiva in paradiso, libero da ogni preoccupazione, finalmente capace di trascorrere qualche minuto di serenità con l'unica persona lì dentro che sembrava essere come lui. Una persona superficiale non li avrebbe mai definiti simili, ma sapevano entrambi che le loro radici si intrecciavano in fin troppi punti. Il moro iniziò a pensare che si potessero definire complementari, per confermarlo ricercò istintivamente il contatto della mano di Jimin, che nonostante fosse a conoscenza dei rischi non si ritrasse. Amò quel contatto in ogni suo istante, fino a che lo sbattere della porta d'ingresso alla terrazza li fece voltare entrambi di scatto, smettendo di trattenere le dita altrui tra le proprie.

E Yoongi odiò visceralmente Hoseok per quell'interruzione.

<<Ehm...>> balbettò, forse per l'imbarazzo di averli sorpresi, forse per cercare le parole giuste.

<<Cos'è successo?>> Jimin si mosse verso di lui, portandosi una mano sul viso per cercare di nascondere di essere arrossito.

<<La signora Rhee ha detto che hanno trovato una quarta vittima>>.

𝓟𝓪𝓹𝓲𝓵𝓵𝓸𝓷Where stories live. Discover now