"No" rispose altrettanto duramente Jungkook. "Non l'ho mai avuto"

Tornarono a guardarsi e Taehyung fece un passo indietro. "Jungkook ..."

"Ti sei arrabbiato perché senti di non avere libertà? E la mia libertà dov'è?" portò una mano al petto, dove pendeva la collana che custodiva la sua perla. "La mia libertà stava nel venire da te. Nel nascere e trovarti per stare con te, in qualsiasi modo tu avessi voluto. Non mi importava di tutto il resto ... ma tu hai dato sempre più importanza alla tua idea di libertà, non alla mia"

Taehyung lo guardava ancora come una statua di marmo ma Jungkook sapeva che lo aveva colpito nel profondo.

"Io non sono te" ripeté per l'ennesimo volta. Lasciò andare la collana e fronteggiò Taehyung. "Non sapevo la tua storia, ma dopo quello che ha detto Jin posso almeno capire. Tu hai paura di me perché hai paura di te stesso. Eri lo strumento di qualcun altro come lo sono stato io e ti reputi colpevole per quello che hai fatto nella tua vita. E se tu sei colpevole allora lo sono anche io"

Taehyung sospirò e chiuse gli occhi e Jungkook si avvicinò di nuovo a lui e gli prese le mani. Per una volta Taehyung non si allontanò e Jungkook strinse la presa. "Taehyung ... tu non sei responsabile per quello che ti hanno fatto o per quello che ti hanno fatto fare"

Il vampiro aprì gli occhi e lo fissò intensamente. "Come fai ad esserne sicuro? Non sai tutto"

"Posso passare i prossimi mille anni ad ascoltarti" disse Jungkook "ma alla fine ti direi la stessa cosa. Quello che ti è successo non è colpa tua. Quello che mi è successo non è colpa mia ... o tua" strinse più forte la sua mano e Taehyung si era perso nei suoi occhi.

Jungkook fece un lieve sorriso. "Ricordi quando eravamo nel bunker e tu mi hai chiesto perché mi andasse bene mettermi in ginocchio davanti a te come se niente fosse?"

Taehyung annuì, pianissimo.

"Perché la mia libertà non è lì. Non è mai stata nei miei gesti o ciò che mi succedeva" spiegò. "Ero solo un piccolo barlume di lucidità all'interno di una piccola perla che veniva usata contro natura. Ho scelto di liberarmi. Ho scelto di raggiungerti. Questa è stata la mia libertà".

Taehyung lo guardava in assoluto silenzio, quasi senza respirare e battere le ciglia.

"Qual'è la tua, invece?" gli chiese alla fine.

Taehyung strinse gli occhi e scosse la testa.

"Non lo so" si voltò e se ne andò, lasciando Jungkook da solo. Prima di andarsene via dal corridoio, tenendo la porta aperta però disse: "Torna da Jin e Hobi. Non hai lo stesso odore di prima da quando hai la perla, ma qualcuno potrebbe disturbarti lo stesso"

Chiuse la porta e sparì.

Jungkook rimase da solo nel corridoio silenzioso. Le lacrime sulle sue guance non facevano rumore.

Se ne andò, ma non cercò né Jin né Hoseok né Jimin. Stringendo in mano la collana con la perla salì tutte le scale del teatro fino ad arrivare in cima. Spalancò la porta ed uscì nell'aria fredda della notte.

Le lacrime calde si raffreddano in fretta e la pelle del viso era tutta tirata intorno ai suoi occhi.

Seoul era viva davanti a lui, brulicante. Tenendo stretta la collana ripensò a quello che aveva sentito da Jin e come il suo cuore si era stretto al pensiero di Taehyung da solo nella tormenta, confuso per non sapere cosa gli era successo, così tanti secoli prima da non avere più nessuna importanza.

Piangeva per sé stesso ma anche per Taehyung. Era ancora lì, in quella tormenta, forse davanti alla volpe che probabilmente gli aveva solo voluto offrire un modo tranquillo per morire.

NOCTURNAWhere stories live. Discover now