Capitolo 28

928 73 23
                                    

Capitolo 28

Un nome

Taehyung spense il rubinetto della doccia fredda che aveva fatto, il sangue incrostato svicolava nello scarico. Uscì, con un sospiro, e si affrettò ad asciugarsi. Quando andò nel salottino, Jin e Hoseok lo stavano ad aspettare.

Jin aveva la braccia conserte e dondolava un piede a terra nervosamente mentre Hobi sembrava affascinato da una delle statuette in mostra nel salotto. Taehyung sbuffò. "Siete già qui?" chiese.

"Siamo anche in ritardo, non è così?" specificò Hobi. Difficilmente era lui quello che si arrabbiava ma adesso sembrava davvero innervosito. "Hai visto in che guaio ci hai cacciato?"

"è tutto sotto controllo"

"Balle!" quella volgarità era davvero fuori posto sulle labbra piene ed eleganti di Jin. "Tutte balle. Non avevo forse ragione io? Ci stanno assediando, Taehyung. è così che cominciano le guerre tra nidi, o te lo sei dimenticato? Hyungki è già in viaggio e quando troverà un posto per stabilirsi ..."

"Non farà un bel niente" commentò Taehyung, disfandosi dell'asciugamano che aveva in testa. "Non è un idiota. Anche con tutto il suo nido alle porte di Seoul non può vincere a meno di non portare dalla sua parte tutti gli altri nidi e gli altri non verranno a darci fastidio. Devono dei soldi a Hyungki ma non vogliono rischiare di perdere la vita o la posizione combattendo contro di noi. Potremmo farli a pezzi facilmente"

"Potresti. Tu" disse Jin. "E tutto questo perché stanno cercando un maledetto cigno nero ..."

"Il cigno è un pretesto, Jin"

"Lo so benissimo" rispose lui "Ma è un pretesto che funziona, non è così?"

Taehyung si leccò le labbra e poi scosse la testa. "A questo punto non cambia niente"

"Potrebbe cambiare se gli lasciassi il cigno. Non avrebbero più pretesti"

"Jin, non riuscirai a convincerlo. Sono anni che è un disco rotto ..." commentò Hobi. "Non gliene importa nulla del nido"

"Non è vero" disse Taehyung. "Lo so che non sono il capo che voi vorreste che fosse ma non è colpa mia. Non ne sono capace. Non ne ho le forze mentali, va bene? E siamo sinceri, lo abbiamo sempre saputo: io sono sono solo lo spauracchio da mettere davanti al naso di chi ci vuole male"

Guardò prima e Jin e poi Hoseok e disse: "Jin. Sei sempre stato tu a capo di tutto il nido. Hoseok, sei tu che lo tieni unito. Io sono solo il simbolo"

"E questo non è importante?" commentò aspramente Jin.

"No, se volete che faccia quello che non ho mai fatto, che non mi compete e che non sono capace di fare"

Gli altri due rimasero in silenzio per un lungo momento, ponderando le sue parole. Sapevano che aveva ragione. Taehyung si lasciò quindi sprofondare nella poltrona e sospirò ancora, sentendo l'accappatoio aprirsi sulle sue gambe ma non prestandoci attenzione.

"Era da un po' che pensavo a qualcosa" disse Taehyung.

"Cosa?"

"Pensavo di andarmene"

Il silenzio divenne più pesante e quando Taehyung alzò lo sguardo, incontrò quello duro degli altri due.

"No" disse Jin. "Non puoi farlo"

"Jin ..."

"Non puoi abbandonarci adesso che abbiamo Hyungki alle porte! Quanto puoi essere irresponsabile?!"

NOCTURNADove le storie prendono vita. Scoprilo ora