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Desiderio n. 18
Vorrei sentire ancora una volta le tue dita tra i miei capelli.

Chi lo avrebbe detto che sotto i guanti in pelle di un Soldier si celassero mani tanto delicate. Ricordo quel giorno come fosse ieri, eri venuto a trovarmi dopo un incarico, era ormai nostra abitudine vederci, ma quel giorno si era fatto tardi e non pensavo venissi. Stavo ornando il lago di casa, china con i ciottoli colorati sparsi ovunque, quando tu arrivasti alle mie spalle facendomi perdere completamente il controllo di me stessa.

«Ah!» urlò Aerith scivolando con la faccia dritta sul pelo dell'acqua. Zack l'afferrò a volo avvolgendole un braccio intorno la vita, ma la lunga treccia della ragazza scivolò di lato immergendosi per metà dentro lo specchio bagnato.
«Tutto bene?» chiese Zack aiutandola a rimettersi in piedi.
«Umh-um» annuì lei ridendo «mi hai salvata» gli disse lasciandogli un bacio sulla guancia ringraziandolo poi un altro sulle labbra per salutarlo.
«Ti sei bagnata i capelli» le fece notare « e anche l'orlo della gonna» disse mortificato.
«Non importa» lo tranquillizzò «fa ancora caldo» disse per poi sciogliere il nodo ai capelli. Questi sembrano seta che fluttua nel vento. Zack incantato dalla sua bellezza allungò una mano per spostarle una ciocca ricaduta sul viso, incorniciandole il volto.
«Andiamo dentro, rimedierò» insistette e senza lasciarle il tempo di replicare l'afferrò per mano e si dirissero verso l'uscio di casa, come se tra i due il padrone di casa fosse lui. Era come se lo fosse in effetti, non c'era angolo di quella casa che Zack non conoscesse e, infatti, fu veloce a prendere asciugamano, spazzola e phon e improvvisarsi parrucchiere per la sua donna.
Aerith lo lasciò fare, curiosa di quello che ne sarebbe uscito fuori, la cosa la faceva divertire un mondo.
«Non per vantarmi» gongolò Zack quando ebbe quasi finito «ma me ne intendo di belle chiome» disse riferendosi palesemente ai propri capelli, sempre perfetti anche in battaglia.
Aerith fremeva dalla curiosità ma al contempo la sensazione delle dita di Zack tra i suoi capelli la rilassava talmente tanto che avrebbe voluto non smettesse mai.
«Ta-da» esordì lui passandole un piccolo specchio. Aerith già pronta con il sorriso sulle labbra rimase con il fiato sospeso una volta specchiata.
Zack aveva ornato i suoi capelli con dei fiori incastonati lungo tutta la treccia, non lo aveva visto raccoglierli eppure erano lì, tanti piccolissimi fiori bianchi e gialli che sembravano i punti luce di una sposa.
«Ma sono bellissimi» commentò seriamente colpita. Spostava il suo sguardo tra lo specchio, Zack e i fiori che ora aveva notato sul tavolo al loro fianco.
«Sono felice che ti piacciano» le rispose.
Passò qualche secondo tra ammirazione e contemplazione prima che Aerith riprese a parlare «Adesso è il tuo turno!» disse alzandosi e spingendo il ragazzo sulla sedia. Zack fu preso alla sprovvista e si arrese al suo entusiasmo, tratto che lo faceva innamorare di lei ogni giorno sempre più.
Alzò lo sguardo su di lei, gli stava di fronte in piedi tra le sue gambe. Con le sue mani morbide affondava le dita nei suoi capelli, lo osservava come se sotto le sue mani non ci sarebbe mai stato qualcosa di più prezioso al mondo, esistevano nient'altro che loro.

Zack le cinse i fianchi con le mani, avrebbe voluto passare la giornata adagiato con la testa sul suo petto per bearsi delle sue cure dalle delle carezze sul suo volto alle ditta tra i capelli, ma in men che non si dica si ritrovò con un codino su...

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Zack le cinse i fianchi con le mani, avrebbe voluto passare la giornata adagiato con la testa sul suo petto per bearsi delle sue cure dalle delle carezze sul suo volto alle ditta tra i capelli, ma in men che non si dica si ritrovò con un codino sulla fronte tenuto fermo dal gambo di un fiore lilla e un fermaglio colorato.
«Sei bellissimo» disse Aerith trattenendo una risata, ricevendo uno sguardo stranito ed incuriosito non resistette più e scoppiò in una fragorosa risata, una di quelle dove ti viene il mal di pancia e non puoi far a meno che piegarti su te stesso per farlo smettere. Zack prese lo specchio e una volta specchiato la seguì a ruota. Effettivamente era parecchio buffo, ma cioè che lo faceva ridere era la reazione di Aerith, era una ragazza sempre sorridente, ma vederla ridere di così buon gusto era un' eccezione che soltando Zack riusciva a vedere

«Ti amo così tanto» disse Zack, quasi tra sé e sé senza staccarle gli occhi di dosso mentre le risate iniziavano a scemare, ancora entrambi con gli occhi lucidi e le goti arrossate. Aerith lo sentì e una volta ristabilita gli si avvicinò nuovamente, affondò le dita dietro la sua nuca e lo attirò a sé per un bacio, Zack la cinse nuovamente circondando i suoi fianchi con le braccia e attirandola a sé fin quando era possibile perdendosi in quel morbido momento.
«Ti Amo» gli rispose semplicemente una volta che furono separati, non serviva altro, in quelle semplici parole era racchiuso tutto l'amore che il pianeta terra avrebbe mai potuto osservare.

Vorrei perdermi nella morbidezza e nel profumo di altri mille giorni come questo.

-Aerith

Letters for a SOLDIER (Zerith) Where stories live. Discover now