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Anche se dovessero passare altri cent'anni non dubiterò mai più di te.

Mi dispiace, Zack. Non ti meriti le parole che ti ho urlato contro negli scorsi stralci di carta. Stavo male, avevo ceduto per un momento, ma le mie gambe non  barcolleranno ancora, sono radici solide. Le più fitte e le più robuste risiedono nel mio cuore, fanno da scudo alla paura e all'insicurezza.
Certe volte le loro fronde soffocano l'aria e oscurano il sole, ma riesco ancora intravederlo, tra le foglie, basta spostarne un po' i rami.

Le mie più sincere scuse, spero di ricevere il segno di un tuo perdono.

-Aerith.

Letters for a SOLDIER (Zerith) Where stories live. Discover now