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Il giorno del processo è arrivato.
Ho passato le ultime due settimane con Yoon: quella notte mi ha portato in un suo vecchio nascondiglio, un casolare abbandonato in un piccolo paese non troppo lontano dalla città. 
Non ho avuto molte notizie su quello che è successo alla baita dopo che ce ne siamo andati, e soprattutto, non ho avuto molte notizie di Kay: per questo ho passato i primi giorni a guardare fuori dalla finestra della mia nuova stanza, senza quasi aver più voglia di vivere. Yoon, stressato dal mio silenzio e dalla mia tristezza, dopo quasi una settimana, è riuscito a dirmi che Kay era vivo ma ferito a una spalla: "Nulla di grave, tranquilla".

Prima di entrare in aula, fasciata nel mio completo nero, mi imbatto in Sander, che mi guarda stupito: non ho più avuto contatti con nessuno, e Kay si è ben guardato dall'informarlo sulle mie sorti, limitandosi a lasciargli, una delle scorse notti, un biglietto sulla scrivania in cui diceva che ero viva e mi sarei presentata il giorno prestabilito, come da accordi.

Dalle poche parole che riesco a scambiare con l'ispettore, risalgo a grandi linee gli avvenimenti della notte della mia fuga. La polizia è arrivata sul posto poco dopo la mia sparizione, e ha trovato Kay ferito e Garret, insieme ad un altro paio di uomini, a terra senza vita e con un buco nel petto. Altri ragazzi erano in pessime condizioni, tanto che ai più era sembrato impossibile che avessero fatto tutto Kay e Yoon. Ovviamente, Kay era stato portato subito in ospedale e operato, e poi era stato mandato in congedo per un periodo indefinito.
Quando Sander gli aveva chiesto informazioni su dove fossi, aveva risposto molto vagamente, fingendosi sotto shock. Poco tempo dopo, insieme ad un gruppo di poliziotti, aveva fatto irruzione nella villa di Adrian: l'uomo era stato ufficialmente arrestato con l'accusa di tentato omicidio nei miei confronti. Yoon era riuscito a registrare le parole di Garret alla baita, ed erano state usate come prova, insieme alla testimonianza di Kay.

Ora tocca a me.
Ho recuperato tutti i file delle varie accuse che avevo segnato nei mesi passati, e sono pronta a fare la mia parte... anche se sono un po' agitata. 
Yoon mi accarezza la schiena: "Forza, mio raggio di sole".
Il suo sorriso mi carica parecchio. Inspiro profondamente ed entro in aula, con la speranza di poter raggiungere Kay appena finito il processo. O almeno, così ha promesso il mio biondo amico.

Inutile dire che non dovrò fare molta strada: non mi sono nemmeno seduta sulla sedia dei testimoni, che noto una figura vestita di nero, con cappellino e mascherina in tinta ed una vistosa fasciatura al braccio destro, in piedi in fondo all'aula. Il mio cuore cessa di battere per un momento, e gli occhi mi si fanno lucidi. Sono imbambolata, vorrei correre da lui ed abbracciarlo, ma come se mi avesse letta dentro, mi fa un cenno di saluto, che nella mia mente diventa tutto una frase: 'Sono qui, come sempre. Metticela tutta'. Ha ragione: non posso deconcentrarmi, altrimenti sarebbe stato tutto inutile.

Annuisco sorridendo, mi siedo ed inizio la mia deposizione.
Adrian è seduto in una cella di fronte a me. Non riesco subito a guardarlo, ma quando mi fa un fischio, ovvero nel solo momento in cui davvero non dovrei dargli attenzione, reagisco alzando la testa di scatto e fissandolo negli occhi, aumentando il volume e parlando delle violenze fisiche che mi ha inflitto.
Adrian aumenta a sua volta la quantità di fischi prodotti, ed io rido amaramente: il giudice è costretto a farlo zittire, mentre proseguo, sempre fissandolo, finché non desiste.
Sento gli occhi di Kay che si muovono furiosi tra me e Adrian, e sorrido immaginando quanto avrebbe voluto andare a prenderlo da solo. Con la coda dell'occhio vedo Yoon digrignare i denti: mai avrei pensato che un'anima dolce come la sua potesse provare rabbia, eppure è così.
Dal canto mio, mi sento molto più forte e sicura: la presenza dei due ragazzi al mio fianco, e tutto quello che ho passato, mi hanno resa una persona diversa, più consapevole di me stessa: è triste da ammettere, ma in parte devo ringraziare anche Adrian per questo. Non ho paura di parlare, di raccontare quello che mi ha fatto e che ha fatto ad altre persone: voglio solo che paghi e che non possa più fare nulla del genere. So che forse è una mera illusione, ma desidero che il maggior numero di persone sappia chi è davvero Adrian Torrest.

Alla fine del processo, Adrian viene dichiarato colpevole per un numero indefinito di accuse, mentre io verso qualche lacrima di liberazione e Yoon corre ad abbracciarmi. Per caso vedo Kay che sta lasciando l'aula, così mi fiondo al suo inseguimento, nonostante i tacchi. Devo dire che sono migliorata anche in questo.
Esco dal palazzo di giustizia di corsa guardandomi intorno, con Yoon alle spalle. Un taxi si ferma vicino a me. Kay abbassa il finestrino e mi dice: "Resisti ancora un po'. Finisco di recuperare da questo problema e torno da te", aggiungendo un occhiolino.
"KAY!" urlo, mentre il taxi mi lascia indietro, portandosi via l'unica persona che davvero vorrei avere al mio fianco in questo momento.

The guy from the eastWhere stories live. Discover now