19.

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Faccio avanti e indietro lungo il salotto per un tempo che mi sembra senza fine: se non ci fosse stato un buon pavimento solido, credo che avrei finito per scavare una trincea.
Finalmente, quando stavo per perdere le speranze, Kay e Yoon rientrano in casa. Mi avvicino a loro, ma non riesco a chiedere spiegazioni: Kay è più veloce di me.
"Cosa ci facevi là fuori?" è anche molto più arrabbiato di prima.
"Volevo sapere se sono pazza o no" gli rispondo, secca.
"Bastava che me lo chiedessi, ti avrei risposto io!"
"Che lo sono?"
"Prima ti avrei detto di no, ora onestamente non lo so più! Ti sembra normale quello che hai fatto?" è decisamente fuori di sé.
"Ragazzi, calma" Yoon cerca di fare da paciere.
"Avevi detto che volevi starne fuori!" Kay si gira verso di lui inviperito. No l'ho mai visto così.
"Non prendertela con lui!" gli urlo all'improvviso "Okay, sono uscita, però avevo ragione! Sono qui, lui è già qui!" delle lacrime mi si formano negli occhi.
"Me ne sono accorto!"
"E anzi, grazie per avermi usata prima, non mi sono affatto spaventata a morte!" le lacrime si fanno più grandi. 
"Cosa volevi che facessi? Dovevo distrarli, non mi hai dato altra scelta! Ringrazia che mi sono accorto che eri uscita"
"Potevi farmi capire che eri tu! E comunque non mi avevano vista" un paio lasciano i miei occhi e scendono a rigarmi le guance.
"Questo lo dici tu"
"Ragazzi..." Yoon ritenta.
"ZITTO!" Stavolta rispondiamo in coro: siamo entrambi nervosi e preoccupati.

Stiamo per ricominciare il nostro battibecco, ma un rumore di vetro rotto al piano superiore ci interrompe. Sento il panico che prende possesso del mio corpo: impallidisco, gli occhi e la bocca sbarrati, fissi verso le scale. Kay mi sposta, mettendosi davanti a me, Yoon corre al suo fianco dopo aver recuperato un nunchaku dalla sua valigia.
Siamo in attesa, ma non sentiamo altri rumori. A un certo punto crollo, allungo una mano e afferro la maglietta di Kay, appoggiando la testa alla sua schiena: "Scusami. Scusatemi" sussurro piangendo.
Yoon allunga una mano verso di me "Non devi scusarti di nulla".
Tiro su col naso, Kay allunga un braccio sul mio fianco: era l'unico gesto di cui avevo bisogno. Lo accarezzo, stringendo la sua mano con la mia.

"Forza tesoro, non nasconderti. Vieni fuori. Finiamo questo giochetto" riconoscerei la voce di Garret ovunque.
Deglutisco e cerco di farmi forza, asciugo gli occhi e mi sposto leggermente da dietro Kay, giusto per vederlo scendere le scale con altri due ragazzi, ognuno di loro con una pistola puntata verso di noi. Riesco a sentire altri uomini di Adrian all'esterno, col mirino già fisso sulle nostre figure.
"Com'è che Adrian deve sempre mandare te?" gli dico, con finta sicurezza.
"Sai benissimo che il capo ha molto da fare"
"Credevo di essere importante per lui, ma a quanto pare non così tanto" mi sposto completamente da Kay, che inizia a irrigidirsi e perdere il controllo. Accarezzo il suo braccio, facendogli capire che è tutto a posto.
In realtà non ho idea di cosa stia facendo, ma se posso salvare in qualche modo i due ragazzi, lo farò. Hanno comunque i file con la mia testimonianza, non importa se non sarò proprio io a farla. Un altro vetro rotto al mio fianco mi fa spaventare.
"Fermi voi! Non fate casini!" Garret urla ai ragazzi fuori.
"Trovate sempre dei giovani inesperti..." lo guardo con aria di sfida.
"Smettila!" il ricordo di James brucia ancora anche lui. Era il suo responsabile diretto, dopo tutto. 
"Allora, dove si trova Adrian?" chiedo a Garret.
"Lo scoprirai presto. Sai, c'è una nuova stanza nella villa. L'ha creata pensando a te"
"Che pensiero gentile, posso solo immaginare..."
"Oh, non credo. Alcuni clienti dell'est ci hanno venduto un paio di macchinari di tortura molto interessanti. Volevamo provarli, ma non abbiamo trovato nessun volontario..."
"Così vi siete ricordati di me? Che carini" sorrido ironica.
"Certo, sei in cima ai nostri pensieri" mi segue lui.
Sorrido amaramente. Faccio un sospiro eccessivo per distrarre tutti, e a gran velocità afferro la tazza che avevo lasciato sul davanzale e la lancio verso Garret. I suoi compari provano a spararmi, ma Kay mi butta a terra, mentre riesce a recuperare la sua pistola e rispondere al fuoco. Afferro dei vetri, e vedo Yoon che sta combattendo con un paio di ragazzi che hanno fatto irruzione. Kay mi urla di gattonare in cucina, mentre continua a sparare verso Garret. 
Non capisco più nulla di quello che sta succedendo, finché non sento un urlo di Kay, e Yoon che mi trascina fuori da una finestra.
"Yoon, lasciami, hanno ferito Kay!" grido e mi dimeno. Devo andare da lui.
"Se la caverà, dobbiamo andarcene"
"Yoon!" mi solleva sulle spalle e inizia a correre nel bosco.
Il suono delle sirene della polizia che sta arrivando copre la nostra fuga. Piango guardando la baita, vorrei chiamare Kay a gran voce ma non posso: spero con tutto il cuore che stia bene, anche se lo sconforto mi sta distruggendo. Vorrei averlo qui al mio fianco.

The guy from the eastWhere stories live. Discover now