9. Visual contact

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9.視覚的接触

"One day I, through the night, wrote a long letter to the moon."

Non vidi l'ora che il pomeriggio arrivasse

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Non vidi l'ora che il pomeriggio arrivasse. Avevo fissato continuamente l'orologio in attesa che i minuti e le ore passassero, che i raggi del sole fossero in alto nel cielo e poi scendessero nuovamente fino a tramontare. Erano le sei del pomeriggio e io e Hyun-So avevamo già litigato almeno per due ore. Per primo, cercai di farla ragionare e farle notare che anche lei, il giorno prima, era stata tutto il tempo insieme a Mark e che io non le avevo fatto pesare nulla! Ma che anzi, proprio per non darle problemi inutili, visto che si trattatava di un compito, io ero andato a lavorare per distrarmi! Ma lei aveva continuato ad insinuare che Marie Katie voleva portarmi via da lei e così, non riuscendo a trattenermi, le chiusi il telefono in faccia senza più risponderle.

Ad appena mezz'ora dal mio gesto lei mi inviò un messaggio, dicendomi che ero un vero e proprio idiota e che non voleva più avere a che fare con me, arrabbiandosi ancora di più quando concordai con la sua scelta. Che potevo fare alla fine? Anch'io ero geloso quando lei passava il tempo con altri ragazzi, ma cercavo sempre di evitare liti e anzi di distrarmi proprio per non dover litigare con lei. E invece, senza alcun motivo, Hyun-So mi faceva la predica per ogni cosa!

Sbuffai risentito quando uscii da casa mia, diretto in quella della mia compagna di classe. Era strano quello che sentivo all'interno del mio cuore. In classe, quella stessa mattina, ero convinto che anche qualora io e la mia ragazza avessimo litigato non me ne sarebbe importato nulla, mentre da quando ero tornato a casa dopo scuola, stranamente, come per magia, le mie convinzioni erano crollate tutte. Avevo sentito la strana ansia dei legami rompersi tutti e non appena era accaduto, come in apnea, il mio respiro si era mozzato completamente. Il mio orgoglio era poi una cosa a parte, perché per quanto avessi acconsentito alla sua scelta di non aver mai più a che fare l'uno con l'altro la verità era che mi sentivo dannatamente triste per ciò che era successo. Le avrei anche chiamato subito, le avrei chiesto scusa e non sarei nemmeno andato da Marie Katie, ma una strana calamità mi attirava da lei e il fatto che Hyun-So si arrabbiasse per cose che prima di me aveva fatto lei mi faceva venire il nervoso.

Tutte le foto che avevamo insieme nei suoi profili social erano sparite, ma strinsi i denti e cercai di non farci caso. Quella volta volevo che fosse lei a chiedere scusa, altrimenti era meglio che non mi rivolgesse la parola.

Assorto completamente nei miei pensieri non mi accorsi di essere arrivato alla mia meta. L'enorme casa di Marie Katie Rochester si ergeva in tutta la sua grandezza e la luna, ancora lontana, era un punto luminoso che risaltava nel buio e nell'oscurità del cielo.

Cercando dentro di me il coraggio di bussare feci un passo in avanti, allungando una mano per farlo, quando il mio telefono vibrò all'interno della tasca dei miei jeans. Con il cuore palpitante, sperando che fosse Hyun-So, mi affrettai a prenderlo, sbattendo le palpebre deluso quando vidi che il messaggio era stato inviato nel gruppo dei miei amici da Jimin.

L'Angelo tra due mondi |Kim Taehyung| Where stories live. Discover now