7. Nice coincidences

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7.素敵な偶然

"Still don't know my name"

Come la maggior parte delle volte, ormai negli ultimi tempi, mi ritrovai a distogliere lo sguardo quando gli occhi di Marie Katie incontrarono i miei. Giocai con il bicchierino di soju, fissando il muro alla mia destra come se fosse la cosa più interessante del mondo. A dire la verità, stranamente, non riuscivo a fare a meno di guardare quegli occhi azzurri pieni di vita e allegria, ma mi stavo trattenendo. Perché? Perché la mia testa era così in confusione? La sua bellezza era di certo troppo notevole e nel mio corpo aveva sempre uno strano effetto.
Mi sentivo però così sporco, così codardo. Io ero più che sicuro di amare Hyun-So con tutto me stesso, eppure la presenza di quella ragazza faceva vacillare ogni mia certezza quasi come se non avessi mai provato dei sentimenti così importanti per quella che era la mia fidanzata.

«Sembri giù.» disse con il solito tono di voce chiaro e limpido. Mi chiese se non fosse brava a cantare ma decisi di non chiederlo. Primo, sarebbe stata una domanda strana, secondo a me non doveva importare nulla di lei! Eppure, perché? Perché volevo sapere ogni cosa sul suo conto? Del suo passato, se fosse innamorata di qualcuno, se le piacessero tutti i libri che piacevano a me... perché volevo sapere queste cose? Doveva essere una persona irrilevante per me, una compagna di classe a cui dare poca importanza... ma il mio cuore tremava.

«Nemmeno mi conosci, come fai a dirlo?» borbottai senza guardarla. La voce mi tremava e l'ansia mi inghiottiva. Sapevo che se avessi incrociato quelle pupille nere in contrasto alle iridi celesti mi sarei bloccato a guardarle per sempre, come se fossero un piccolo rifugio in cui ripararsi nelle notti di tempesta. La mia testa era una piuma leggerissima, senza pensieri e né paure a cui dare alcuna importanza.

«Hai ragione, non ti conosco molto bene, ma si vede quando una persona sta male o sta bene. Che succede? Per caso hai litigato con la tua ragazza?» mi domandò con un tono gentile.

Per la prima volta in quella serata decisi di alzare lo sguardo su di lei. Sorrideva come un angelo. La luce opaca del locale le conferiva una carnagione un po' più colorata del solito e i capelli, biondi come l'oro, sembravano un manto morbido, lucido e liscio, onde che cadevano sulle sue spalle con delicatezza. La forma del viso perfettamente a V, il fisico minuto ma pieno di grazia. Sembrava la ragazza perfetta.

«No, non ho litigato con lei. Ho solo bevuto e sono un po' su di giri.» mi schiarii la gola. Erano le nove e mezza di sera e già il bar stava iniziando a svuotarsi. Nei giorni di settimana erano poche le persone che si fermavano per troppo tempo al suo interno: gli studenti erano impegnati con la scuola, le persone più grandi con il lavoro.

Intercettai lo sguardo di Jisung che mi lanciò un'occhiata confusa e corrucciata. Stava sistemando alcuni dei tavoli ma ero sicuro che si stesse chiedendo chi fosse quella ragazza in mia compagnia, visto che conosceva Hyun-So benissimo.

L'Angelo tra due mondi |Kim Taehyung| Where stories live. Discover now