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"Lasciami andare!"
"Mi spiace, tesoro. Adrian è stato chiaro: devo riportarti a casa."
"Non voglio! Non mi interessa niente di lui, voglio solo che mi lasci andare! Se è per i soldi, te ne posso dare anche io!"
Mi lamento eccessivamente, cercando di convincerlo. Dentro di me, però, so benissimo che Garret, l'uomo che mi sta tenendo il polso ben stretto dietro alla schiena, non mi lascerà mai: è troppo fedele al suo capo. Devo pensare ad altro, se voglio riuscire a scappare.

"Okay, okay..." fingo di rilassarmi un po', con la speranza che allenti almeno in parte la stretta.
"Brava, ragazza."
Sembra sia caduto nella mia trappola, così ne approfitto e all'improvviso cerco di allontanarmi da lui. Ancora una volta però, non funziona: mi tira nuovamente verso di sé, come se non avessi un peso. Mentre riprendo a ribellarmi con ogni fibra del mio corpo, sento un grido alle mie spalle:
"Giù!"
Non so perché, ma obbedisco e mi accuccio a terra.
Garret si gira stupito verso la zona da cui sembravano provenire quelle parole, ma l'unica cosa che riesce a vedere è uno stivaletto nero che gli vola in faccia. Cadendo, l'uomo lascia il mio polso per portarsi le mani sul viso, in particolare sul naso, che credo gli stia sanguinando. Appena liberata, cerco di allontanarmi subito, ma sento che un'altra mano afferra la mia. La voce mascolina a cui ho obbedito pochi istanti fa, mi sussurra un nuovo ordine: "Corri!".

Mi fido ancora una volta del mio istinto, e seguo questo ragazzo tutto vestito di nero, anche se in effetti, faccio abbastanza fatica a tenere il suo passo: è veramente veloce e, come se non bastasse, io ho i tacchi. Per fortuna, gli bastano pochi istanti per capire che sto faticando, così, con una piroetta, si mette alle mie spalle e mi solleva, mettendomi un braccio dietro alla schiena e l'altro sotto alle gambe. Non si è nemmeno fermato per fare tutto questo: lo ha fatto con così tanta sicurezza e velocità, e senza il minimo sforzo, che per un attimo mi è sembrato stesse semplicemente eseguendo una coreografia per la milionesima volta.

Anche se mi sta portando in braccio, non ha assolutamente rallentato, se non quando siamo arrivati davanti a una Porsche nera. Mi ha praticamente messa sul sedile del passeggero, prima di sedersi al lato guida, mettere in moto, e portarmi via da Garret una volta per tutte.

Non gli ho chiesto né detto ancora nulla, sono troppo scossa: tuttavia, vorrei sapere chi è, perché mi ha aiutata e, soprattutto, dove stiamo andando. Tutte le domande che ho in testa non ne vogliono sapere di uscire. Non riesco a emettere un singolo suono: non so se sia la paura a bloccarmi o se sia troppo affascinata da questo ragazzo. 
Decido di guardarlo meglio: ha un pugno di capelli neri di media lunghezza raccolti in un codino che porta sulla testa, mostrando una finissima rasatura sulla tempia. Sull'orecchio destro brillano tre piercing. Ha i lineamenti asiatici, gli occhi scuri e sembra giovane, anche se non troppo. Sicuramente un po' più di me.
Indossa un cappotto nero, così come è nero il lupetto che porta sotto ed anche i pantaloni, per quello che riesco a vedere al buio.
"Tutto bene?" Mi chiede all'improvviso. Credo mi abbia vista mentre lo osservavo.
"Sì..." Rispondo, abbassando gli occhi. Sento le guance che si colorano un po': sono felice sia notte, non credo riesca a vedermi molto bene, o comunque non credo si accorgerà anche di questo. "Grazie" aggiungo, pochi secondi dopo.

Mi sorride. "Non preoccuparti, non ti farò del male. Ti porto in un posto sicuro."
Annuisco, anche se non sono certa mi abbia vista.
"Mi chiamo Kay, comunque".
"Io Ellie" 
"Lo so" mi dice, con un altro sorriso. Non so perché, ma sto iniziando a rilassarmi un attimo. Lascio che il mio corpo si abbandoni sul sedile, e mi metto a guardare le luci della città che corrono fuori dal finestrino, chiedendomi cos'altro succederà. 

The guy from the eastDove le storie prendono vita. Scoprilo ora