3.

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Suo padre accostò la macchina di fianco al marciapiede e mentre camminava verso di lui Avril mise in pausa When Do Broken Hearts Go, fingendosi concentrata sullo schermo del cellulare per non incrociare gli occhi di Alex, puntati insistemente su di lei. Anche quel giorno si era seduto accanto a lei, ma non le aveva rivolto una sola parola. Ma quando i professori avevano protestato per il cambio di posto, aveva risposto: - Almeno cerco di socializzare con tutta la classe, dato che vorreste che fossimo più uniti.

A quelle parole Avril aveva sentito le guance andare a fuoco e gli occhi di Carmen sulla schiena, e aveva fatto un balzo di dieci centimetri quando la mano di Alex le aveva sfiorato inavvertitamente la coscia per un secondo.

Adesso Alex era fermo accanto all'edicola con i suoi amici, ma aveva continuato a guardarla per tutti i sette minuti in cui aveva aspettato suo padre accanto al cancello.

Salì in macchina con un sospiro di sollievo mentre si sistemava la cartella sulle gambe. Derek si sporse per baciarle la guancia, facendo spuntare sul suo volto un sorriso felice.

- Com'è andata?

Avril si allacciò la cintura mentre Derek partiva. - Tutto a posto, nessun voto.

- E il ragazzo che ti fissava all'edicola?

Avril avvampò e lui rise. - Aah, ti piace.

- È un cretino - ribatté secca lei. Era vero. Quella mattina l'aveva visto fumarsi un po' d'erba prima di entrare in classe.

- Va bene allora.

- Come sta la... - Derek si interruppe quando il cellulare della figlia vibrò. Le gettò un'occhiata veloce e osservò curiosamente il suo viso illuminarsi di gioia e sorridere inconsapevolmente mentre si mordeva il labbro.

Avril era al settimo cielo. E per una buona ragione.
Niall: okay, questa sfida del silenzio è da bambini.
Avril: concordo. Come stai? Tutto bene? Ho visti che ieri non eri coi ragazzi, hai bisogno di qualcosa?
Niall: vedi, te l'ho detto che voi italiane siete dolcissime. Sto bene, avevo solo un po' di febbre.

- Con chi stai parlando? - Avril bloccò all'istante lo schermo, sussultando e arrossendo. - C-Con nessuno.

- Come no, e io ci credo - rise suo padre. Tornò a guardare la strada mentre il semaforo diventava verde. - Va bene, ho capito, non m'impiccio. Torna pure a parlare col tuo misterioso amico.

Avril sbuffò e sprofondò nel sedile, alzando le gambe e appoggiando i piedi sul bordo.

Puntalmente suo padre glieli spinse di nuovo giù.

- Smettila! - brontolò lei. Derek rise mentre la figlia accavallava irrequieta le gambe, trovando finalmente pace.
Avril: mi fa piacere sapere che pensi questo di noi. Oggi stai meglio?

- Ma davvero non mi dici chi è? - si lamentò Derek, fermandosi a uno stop. Avril osservò uno skater sfilare accanto alla loro macchina mentre giravano a sinistra e proseguire dritto.

- No. Ma è un inglese. Più o meno.

- In che senso più o me... lasciamo perdere, tanto non sai nemmeno dove sia, l'Inghilterra - Avril allungò una pacca sul braccio del padre, punta sul vivo.

- Ehi! - per tutta risposta lui le rifilò una gomitata che le ruppe almeno tre costole, divertito.

- Smettila di picchiarmi!

- Sei tu che hai iniziato!

Era il loro modo di volersi bene, bisticciare come bambini di tre anni e come cane e gatto, e poi saltarsi addosso e abbracciarsi per dieci minuti di seguito. Ad Avril piacevano quei momenti in cui si sentiva protetta, tra le braccia di suo padre. Era come una dolce gabbia che la difendeva dal mondo esterno e dalle sue ferite.

La ragazza riportò lo sguardo sul cellulare, notando un nuovo messaggio.
Niall: sto benissimo! La febbre è andata via.
Avril: ne sono felice.
Niall: aw. Sei dolce.

- Siamo arrivati, Avril. Andiamo?

Lei rialzò lo sguardo e si accorse che suo padre aveva anche parcheggiato. - Ah. Okay arrivo.
Avril: devo andare a mangiare scusami
Niall: ma figurati! Vai, vai, non vorrei mai che diventassi troppo magra!

Avril scoppiò a ridere e saltò allegramente giù dalla macchina. Suo padre la guardava come se le fosse spuntata una seconda testa, ma accettò di buon grado le sue effusioni quando lo abbracciò.

- Prima o poi dovrai dirmi chi è, lo sai vero? - le chiese osservando le sue iridi azzurre brillare.

Avril rise e si divincolò dal suo abbraccio per correre dal fratellino che li aspettava a braccia aperte sulla soglia.

- Contaci!

Ma se lui o lei, chiunque fosse, la rendeva così felice, Derek era sicuro che non avrebbe davvero voluto saperlo, se condividere il suo piccolo segreto avesse diminuito la sua felicità.

Il suo telefono aveva vibrato in continuazione contro il suo stomaco, nella tasca della felpa, durante il pranzo, ma non aveva guardato i messaggi.

Voleva godersi il pranzo con suo padre, con la sua famiglia, dopo un mese che non accadeva.

Ma ora era sdraiata sul divano con la testa di Johnatan sulle gambe, mentre Adele e Derek finivano di sparecchiare e ridacchiare in cucina.
Niall: hai finiito?
Niall: mi annoio. E ti sto rompendo le palle.
Niall: ma sei simpatica.
Niall: e poi sei italiana, capisci. Amo la pizza.
Niall: pizza per sempree.
Niall: ma quanto ci metti?
Niall: sono da solo. Nessuno parla con me.
Niall: mi troverò un'altra fan, pazienza.

Ad Avril si ghiacciò il sangue nelle vene leggendo l'ultima frase.
Avril: NO!!! SONO QUI
Avril: NON SPARIRE
Avril: NIALL

Sospirò di sollievo quando lui rispose.
Niall: ecccccomi.
Avril: mi hai fatta spaventare cazzo.
Niall: AHAHAHAH per la storia del trovare un'altra fan eh?
Avril: già.
Niall: ma nah, non potrei mi farlo.
Avril: oh ce la faresti senza dubbio fidati :)
Niall: lo sooo ma io voglio teee le tue battute sarcastiche sono troppo divertenti
Avril: CAZZO DIMMI CHE NON LE HAI LETTE
Niall: ahahah siiiiiii
Avril: sparirò dalla faccia della terra.
Niall: il modo in cui prendi in giro Taylor Swift è da morire dal ridere.
Avril: M E R D A.

Avril si prese la faccia tra le mani, arrossendo e sorridendo allo stesso tempo. Spesso i suoi commenti erano acido puro o da diabete. Non aveva una via di mezzo.
Niall: e poi i commenti sui miei pettorali, cioè.
Avril: cristo non so come faccio a parlarti ancora senza uccidermi per l'imbarazzo.

Il suo volto aveva la stessa temperatura di un edificio divorato da un incendio.
Niall: ahah tranquilla

Avril non sapeva cosa rispondere, e se avrebbe dovuto rispondere. Ma ci pensò lui a cavarla dall'inpiccio. Mentre Avril accarezzava con una mano i ricci di Johnny, che intanto si era addormentato sulle sue gambe, le arrivò un'altro messaggio. Sistemò il cuscino che le era scivolato da sotto la testa e posò il cellulare mentre si scostava i capelli dal collo.
Niall: dovrei fare la doccia. Se non la faccio liam mi ammazza
Avril: oh uffaaa.
Niall: ahahah scusa tesoro :) ultima domanda.
Avril: spara.
Niall: hai un fratello o una sorella?
Avril: e John sta dormendo proprio ora sulle mie gambe
Niall:oh che dolci. Va bene vado
Avril: buona doccia.
Niall: oh lo sarà.

Un'immagine apparve veloce nella mente di Avril a quelle parole, facendo arrossare le sue guance. Un Niall nella doccia e ricoperto d'acqua.

- Cazzo - sbuffò. Afferrò il primo cuscino che le capitò sottomano e se lo schiaffò in faccia.
Idiota.

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