64.

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Lo shock iniziale durò solo pochi secondi prima che Adele, Avril e Johnny si riavessero dalla notizia bomba. Adele rimase a fissare seria il marito, anche se lentamente un grandissimo sorriso cominciò a formarsi sulle sue labbra. Avril e Johnny, invece, saltarono su e corsero ad abbracciarlo, facendolo quasi cadere dalla sedia. Derek rise e li circondò con le braccia tatuate, cercando di non finire per terra.
- Quindi... Ti avremo a casa... Sempre? - sussurrò Avril. Derek annuì, mentre batteva velocemente le palpebre cercando di inghiottire il groppo che aveva in gola.
- Sì.
Avril sorrise e lasciò andare il padre, senza trattenere l'espressione felice. Tornò a sedersi accanto a Niall, che fece scivolare una mano sotto al tavolo, stringendole piano il ginocchio con un tocco lieve, come per chiederle se fosse arrabbiata. Lei intrecciò le dita alle sue e si girò verso di lui, baciandogli di sfuggita la spalla prima di appoggiarvi la testa.
- Ma cosa farai? - chiese Johnny, mentre afferrava il bicchiere di latte e lo guardava concentrato. - Non picchierai più Palla Pelata?
Derek rise fragorosamente, scompigliandogli i capelli biondi. - No, a meno che non venga ad allenarsi nella palestra che aprirò.
Avril sgranò gli occhi, Adele fece quasi cadere la padella coi pancake. - Cosa!? - esclamarono assieme.
L'uomo rivolse loro un caldo sorriso, ravviandosi i lunghi capelli castani. - Già - confermò, un po' titubante. - Aprirò una palestra...
- Ma è fantastico - Avril saltellò sulla sedia con uno strillo eccitato - così comunque continuerai a fare quello che ti piace vicino a noi!
- Bene, e ora - interruppe Adele, con un sorriso - tutti a mangiare.

La colazione si era rivelata una vera e proprio fonte inesauribile di sorprese. Per prima cosa, oltre all'annuncio di Derek, Niall aveva annunciato che di lì a qualche giorno anche i ragazzi li avrebbero raggiunti per il compleanno di Avril, compreso Ed.
Avril non poteva essere più felice di così.
- Sei consapevole che ucciderò tutti se solo vi azzarderete a farmi dei regali, vero? - si ritrovò a chiedere mentre passeggiavano per le viuzze ghiaiose del vecchio parco abbandonato, mano nella mano, una mezz'ora dopo. Niall rise, circondandole le spalle con le braccia. Le baciò la tempia, mentre l'odore della sua colonia riempiva dolcemente i polmoni di Avril nel mentre.
- Credo che ormai non ci si possa fare più niente, dato che tutti hanno provveduto - le sussurrò complice. Lei sospirò, alzando gli occhi al cielo e imbronciandosi.
- Non capisco perché bisogna festeggiare se si diventa man mano più vecchi e ci avvicina alla morte.
Niall si girò a fissarla incredulo. - Cazzo, che pensieri positivi.
Avril scoppiò a ridere e rovesciò la testa sul suo braccio muscoloso, fissando i batuffoli di nuvole che sporcavano l'azzurro chiaro del cielo. - Scherzavo - mormorò, senza tornare giù con la testa.
Lui sbuffò, tirandola a sè mentre lei camminava scoordinandosi al suo passo a causa della posizione strana. - Sai che quando ridi poi il tuo accento diventa ancora più adorabile?
Le guance di Avril diventarono rosse mentre gemeva. - Oddio, no, che vergogna - si nascose il viso dietro alle mani, facendolo ridere di nuovo. - Oh, smettila di fare la timida, amo quando fai così. Cioè, quando parli in quel modo. Sei così... carina - Avril emise un verso sorpreso quando Niall le afferrò le guance e le schioccò un veloce bacio sulle labbra, chinando la testa per arrivare alla sua altezza.
- Comunque, stasera voglio uscire, piccola.
Lei gli scoccò un'occhiata curiosa. - Del tipo? Discoteca? Non è che mi piacciano poi tanto...
Niall inclinò la testa, cingendole la vita con un braccio per tirarla verso il prato, in direzione di un grande albero frondoso. - Ci sei mai stata, almeno?
- Uh, una volta o due.
- Allora okay, niente discoteca per noi due. Non che fosse mai stato nei miei piani.
Niall la lasciò andare e si sedette sull'erba, per poi sdraiarsi con un sospiro, allargando le braccia sopra alla testa con un sorriso da bambino, fissandola letteralmente dal basso in alto sorridendo eccitato. - Stenditi! Dai, è divertente.
Avril trattenne a malapena una risata. - Sei peggio di Johnny - commentò divertita, ma obbedì. Si accoccolò contro il suo fianco, con l'erba che le solleticava il collo e i capelli, appoggiando una mano sul torace del suo ragazzo, coperto dalla stoffa di una polo bianca. Rimasero in silenzio per un po', con Avril che sentiva il petto di Niall alzarsi ed abbassarsi lentamente e il battito del suo cuore sotto al fruscio del vento che muoveva delicatamente le foglie della quercia sotto cui erano sdraiati, e con Niall che, ad occhi chiusi, si godeva il calore di quel corpo minuto contro il proprio, cercando di immagazzinare ogni singolo particolare nella sua mente per ricordarli quando sarebbe stato in tour, lontano da lei.
- Av - lei riaprì gli occhi, chiusi involontariamente, e alzò la testa verso di lui, incontrando le sue iridi azzurre. - Dimmi.
- Dimmi tre cose che non ti piacciono di me.
Lei rimase lievemente spiazzata da quella domanda. - I-io... non saprei, v-voglio dire...
- Av - Niall posò l'indice sulle sue labbra, sfiorandole. Avril sentì il cuore balzarle in gola quando lui le rivolse uno sguardo dolce, velato di rimprovero, che la scosse dalla testa ai piedi. - Non mi offendo. Parlami.
Lei deglutì. - Okay, uh. Fammi pensare un attimo.
- Tutto il tempo che vuoi - sorrise lui. - Mmh - mugugnò lei. Si morse il labbro, assumendo quell'espressione concentrata che lui trovava tanto attraente ed adorabile.
- Odio quando ti arrabbi, o sono io a farti arrabbiare. Odio quando sei preoccupato o stressato e non riesci a rilassarti e non mi parli perché non vuoi caricarmi della tua ansia e dei tuoi brutti pensieri. E odio... odio quando sei lontano - abbassò lo sguardo sulle proprie mani, tormentandosi le mani con le guance rosate. Niall si tirò lentamente su, accostando il volto al suo. Le prese il mento tra le dita, facendo sfiorare i loro nasi mentre i loro respiri erano uno sulle labbra dell'altro. Osservò le sue iridi cristalline, screziate di lievi sfumature di verde appena impercettibile. - Ti prometto - sussurrò, a voce bassissima - che cercherò di migliorare queste cose, per quanto possa farlo.
Avril sorrise, prima che Niall appoggiasse le labbra sulle sue facendole schiudere in un bacio lento e passionale. Fece scendere una mano lungo la sua spalla, sfiorando appena la pelle in un modo che le fece venire tanti piccoli brividi di piacere, finché non scese sulla parte bassa della schiena e la tirò su di sè. Niall si sdraiò lentamente, mentre lei si stendeva su di lui.
- E - Niall si staccò con un leggero fiatone, mentre lo schiocco delle loro labbra che si separavano li faceva sorridere - dimmi tre cose che ami.
- Ma io amo tutto di te - mormorò lei. L'irlandese le morse dispettosamente il labbro. - Le prime che ti vengono in mente, non importa che siano le più importanti
Avril sussultò quando la mano del ragazzo la spinse, forse senza averne l'intenzione, contro il bacino del ragazzo. - Io... a-amo quando ti preoccupi per me, q-quando vuoi sapere come sto e perché e se sono triste anche se io... non voglio parlarne. P-poi, amo quando mi baci perché è come se tutto il mondo se ne andasse via, sparisse tutto tranne t-te e... - Avril tacque, abbassando lo sguardo di fronte all'espressione dolce di Niall. Lui le alzò il mento. - Dimmi l'ultima cosa, amore.
Avril prese un respiro profondo. - Amo quando mi abbracci così forte da spezzarmi quasi le costole, perché ti sono mancata, perché da come e quanto mi stringi capisco che per te sono importante, e quanto hai sentito la mia assenza.
Si ritrovò subito avvolta in un abbraccio spezza ossa e rise piano, felice, mentre lui le mordeva giocosamente la spalla, facendola rotolare sotto di sè.
- Ah sì, piccola impertinente? Be', a questo punto dovrei averti già uccisa da tempo, allora - Avril rise quando le punzecchiò il fianco, e Niall si immobilizzò, con un piccolo ghigno. - Oh, mi avevi detto che soffri il solletico dietro alle ginocchia... oh, piccola bimba, vedrai stasera come ti farò desiderare di implorarmi di smettere.
Avril cercò di non sorridere, anche se era seriamente spaventata da quella minaccia. - Oh, dei, non sapevo ti piacessero queste cose. Smettere di fare cosa?
- Lo saprai stasera - il corpo di Avril fu percorso da un fremito a quelle parole maliziose. - Va bene, allora - disse, mentre la sua voce riusciva perfettamente indifferente. Niall non ci cascò comunque e appoggiò la fronte alla sua, giocando con il bordo della sua maglia.
- Non vedo l'ora che arrivi.
- Anche io.

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