53.

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- Avril.
La voce di Niall era roca e impastata. Avril sentì una fitta di senso di colpa al pensiero di averlo svegliato e allungò la mano verso Zayn, alla disperata ricerca di sostegno. Lui la prese e la strinse, mentre si sedevano sul bordo del letto. Avril allungò le gambe davanti a sé puntando lo sguardo sull'intreccio di dita che era posato sulla sua coscia. La mano di Zayn era incredibilmente calda.
- Stavi... stavi dormendo? - chiese con il cuore in gola. Niall si schiarì la voce. Entrambi avvertivano quel silenzio pesante, pieno di imbarazzo, e lo odiavano con tutti se stessi.
- Io... sì - mormorò lui. Avril sentì il fruscio di lenzuola spostate, e sentì una punta di amarezza intaccarle il petto. Niall dormiva mentre lei soffriva come un cane.
- Perché mi hai chiamato, Avril? - chiese Niall. Sembrava tranquillo, come se stessero parlando di cose con poca importanza. La rabbia si acuì, ma Avril cercò di non perdere le staffe, ripetendosi le parole che voleva dire in mente.
- Mi dispiace. Sono un'idiota. Ho visto cos'è successo in discoteca, ho tratto delle conclusioni affrettate.
Niall mugugnò un mmh atono e lei sospirò, massaggiandosi la fronte. Zayn la fissava ansioso.
- Senti, Niall, voglio parlarne okay? Non voglio che finisca tutto per una litigata. Se non vuoi...
- Va bene - la voce di Niall venne percorsa da una nota di vivacità. - Scusami, sono un coglione. Lo so che ci tieni e non avrei dovuto darti della bambina, e soprattutto non avrei dovuto rinfacciarti la cosa del sesso quando io per primo ti ho ripetuto che avrei aspettato per tutto il tempo necessario. Ero solo stressato e ho reagito in modo spropositato... pensavo che... voglio dire, fosse una specie di rifiuto.
Avril sentì il macigno di rabbia e dolore che le gravava sul cuore sciogliersi e sparire. Però rimaneva la confusione.
- Ma allora perché te ne sei andato? - chiese, serrando la presa attorno alla mano di Zayn. Lui cominciò a massaggiarle il palmo, cercando di darle conforto e infonderle coraggio. Vedeva come tremava, vedeva quanta ansia era racchiusa nelle iridi chiare.
- Perché penso che sia meglio stare lontani per un po'.
Zayn vide l'espressione di Avril frantumarsi in mille pezzi. Non perse un attimo e subito la trasse al proprio petto, serrandola tra le braccia, come per cercare di far disperdere il minor numero possibile delle schegge in cui Avril si era spezzata. Come se le sue braccia fossero dello scotch, e stesse cercando di avvolgerla con esse per mantenerla intatta; piena di crepe, ma intatto.
Gli occhi azzurri di Avril si fecero lucidi. E chiuse la chiamata, prima di scoppiare a piangere sulla felpa nera che ricopriva il torace di Zayn.
Rimasero così per almeno venti minuti, mentre le lacrime scendevano lente e dolorose sulla sua pelle pallida e le sue dita si contraevano, stringendo la stoffa sulla schiena del ragazzo. Zayn non ebbe bisogno di chiedere quale fosse stata la risposta di Niall.
Infine sentirono un lieve toc toc e la testa di Harry fece capolino dalla porta. Aveva le labbra dischiuse, gli occhi verdi pieni di interrogativi, ma quando vide la scena capì.
- Merda - mormorò.  Entrò, spalancando la porta, e dietro di lui Avril vide che c'erano anche Liam, Ed e Louis.
I loro volti si verificarono alla vista della ragazza, rannicchiata sul petto di Zayn come un piccolo guscio contenente solo dolore.
- Cazzo - imprecò Louis, passandosi una mano tra i capelli. Fissò il volto devastato di Avril, che non aveva nemmeno le forze di provare a nascondersi contro il petto di Zayn, mentre Ed si inginocchiava davanti a lei e le stringeva un ginocchio, senza dire nulla, puntando gli occhi azzurri in quelli gonfi e arrossati di lei. Avril liberò una mano dalla schiena di Zayn e trattenne il respiro, mentre stringeva forte quella di Ed.
- Cosa ti ha detto? - la domanda di Liam attirò parecchi sguardi scandalizzati, ma lui rimase a guardarla imperturbabile. Avril prese un respiro profondo, mentre Harry si sedeva accanto a lei e studiava il modo in cui le mani di Ed le massaggiavano delicate la gamba.
Che Ed provi qualcosa per... no, ma no, pensò turbato. Batté le lunghe ciglia nere e rivolse la completa attenzione a Avril.
- Ha detto... c-che - Avril inghiottì un groppo di lacrime, respirando profondamente. Abbassò gli occhi e trovò l'espressione seria di Ed, i suoi capelli rossi e le sue braccia tatuate.
Per un solo, terrificante momento un pensiero le attraversò la mente. Perché non mi sono innamorata di lui?
Poi si riscosse e la valanga di ricordi che aveva di Niall la travolse.
- Che è meglio prenderci una pausa - sibilò. Il suo cuore cominciò a pompare non più sangue, ma rabbia e voglia di vendetta nelle sue vene, mentre un piano le si delineava nella mente.
Harry sbuffò incredulo, credendo di aver capito male.
- Scusami?
Louis si alzò di scatto, indignato.
- Adesso chiamo io quel coglione - borbottò, ma Avril lo fermò con un sorriso dolce.
- Aspetta.
Tutti la guardarono come se all'improvviso le fosse diventata la pelle blu. - Cosa hai in mente? - chiese cautamente Zayn. Avril sorrise.
- Se crede davvero che io non tenga alla nostra relazione, beh... gli dimostrerò il contrario.

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