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ANDATE A LEGGERE "L'AMANTE DI DIFETTI"  SU NIALL DI @Bigdreamstonight PERCHÉ È SEMPLICEMENTE DIVINA. ORA. MUOVETE IL CULO E CORRETE.

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- Non ci posso credere! Come hai fatto a prendere nove in matematica? - Adele e Derek la stavano fissando con gli occhi fuori dalle orbite da circa dieci minuti, increduli. Avril si limitò a sorridere ed alzarsi dalla sedia, dirigendosi verso le scale per andare in camera sua.

- Firmate il libretto - sorrise. - Io vado a correre.

Dieci minuti più tardi si era cambiata e aveva indossato dei leggins neri e una felpa verde, dopo essersi raccolta i capelli in una coda di cavallo; dopo aver infilato le cuffiette e fatto partire Act My Age, aveva cominciato a correre. I polmoni comincarono a bruciarle dieci minuti dopo, mentre i suoi occhi scandagliavano il marciapiede. Era un bel pomeriggio, un po' ventoso. I colori delle foglie degli alberi della primavera nascente sembravano essere resi più intensi e sgargianti dall'aria chiaria e frizzante. Le suole delle scarpe da ginnastica bianche pestavano ritmicamente il marciapiede grigiastro, mentre scansava le persone che camminavano tranquille.
Un lieve sorriso si dipinse sulle sue labbra, mentre sentiva il suo cuore far scorrere il sangue nelle sue vene, battendo a tempo con la melodia della canzone. I suoi pensieri cominciarono a riempirle a briglia sciolta la mente. Pensava a Ed, ad Alex, a Carmen -pian piano stavano diventando amiche, e a Federica, la ragazza del concerto, ma soprattutto, a un irlandese biondo che le aveva ormai ufficialmente rubato il cuore.
SI era sentita morire, mentre fissava la macchina nera allontanarsi lungo la strada fino a svoltare e sparire dalla sua vista. Non era un film, quella era la realtà -il SUV non aveva fatto marcia indietro per tornare da lei, e Niall non era sceso dalla macchina correndole incontro davanti a mille paparazzi per prenderla tra le braccia e baciarla.
Avril scosse la testa e i capelli le accarezzarono il tessuto verde della felpa. Voleva disperatamente cacciare quel dolore pulsante che si stava diffondendo nelle sue vene, ma non ci stava riuscendo molto bene.
Le note di 18 si interruppero e Avril fermò la corsa, infastidita. Si piegò in due, mentre i polmoni le esplodevano nella cassa toracica, e a malapena riuscì a trovare le forze per estrarre il cellulare dalla tasca. Aggrottò perplessa la fronte quando vide che a chiamarla era Ed. Accettò rapidamente la chiamata, strappando le cuffie e ficcandole in tasca mentre si portava il telefono all'orecchio. Ancora col fiato corto, disse: - Pronto?
- Avril - le si gelò il sangue nelle vene.
- Ed... Ed? Perché stai piangendo? - chiese ansiosamente. Il suo cuore cominciò a battere all'impazzata. I respiri brevi e rapidi dall'altra parte della linea le instillavano angoscia. - Ed?
- Io... ho litigato con Niall - soffiò Ed. Tirò su col naso mentre Avril rimaneva interdetta.
- Perché? - chiese, passandosi un braccio sulla fronte per asciugare il sudore. Cominciò a camminare lungo la riva del fiume. Non si era nemmeno resa conto di esserci arrivata. Il vento soffiava tra le fronde degli alberi e il lieve rumore dell'acqua era rilassante.
- Io... non me lo ricordo neanche - disse Ed, con la voce tesa. Soffocò un'ennesimo singhiozzo cercando di calmarsi per quel crollo emotivo.
- So solo che... prima stavamo semplicemente parlando al telefono e poi io... non mi ricordo neanche che cos'ha detto, ma mi sono incazzato e ho cominciato a urlargli contro... io non lo so, sono un fottuto idiota - Avril si sentì stringere il cuore sentendo i suoi singhiozzi di rabbia.
- Sono un coglione - urlò, facendola sussultare.
- Ed, ascoltami, io non... non posso farci niente, sei tu a dover risolvere questa cosa. Però posso dirti che non sei un idiota, tantomeno un coglione. Sei semplicemente nervoso per il tour e magari anche per altri motivi personali, può succedere di perdere la calma con qualcuno che non c'entra nulla con i propri problemi. Non è colpa tua, piccolo - si lasciò sfuggire.
Ci fu un istante di silenzio prima che Ed la sorprendesse con una risatina. - Piccolo? - chiese, sorridendo nonostante le lacrime. La sua voce rauca per il pianto era tremendamente adorabile. - Io non sono piccolo. Ho ventiquattro anni.
Avril gemette a quelle parole. - Sei vecchio - lo prese in giro, facendolo ridere. Ed sbuffò.
- Sono giovane! Anche se non quanto Niall - disse candidamente. Avril si morse il labbro e abbassò lo sguardo a terra, mentre i suoi occhi si gonfiavano di lacrime. Le punte delle scarpe da ginnastica sporche di terra entravano al limite del suo campo visivo, mentre camminava e i muscoli doloranti per la corsa si scioglievano un po'.
- Avril? - dal tono dolce di Ed, capì che aveva capito, o perlomeno intuito, cosa le passava per la testa.
- Sì? - la voce le uscì spezzata dalle labbra. L'inglese rimase in silenzio.
- Ti va di parlarne?
Avril si mordicchiò la lingua mentre il suo respiro si frammentava in preda alle lacrime trattenute. Si aggiustò nervosamente la felpa, tirandola in basso.
- Mi manca - disse semplicemente, con un filo di voce. - Troppo. È come avere del veleno che ti uccide lentamente e dolorosamente nelle vene. È come se lui stesso fosse la cura. Quando c'è, il veleno smette di fare il suo lavoro. Quando non c'è, io... - tacque, mentre si asciugava furtiva le lacrime, anche se il solo che potesse vederla piangere in quel momento era un passerotto appollaiato su un albero.
- Lo so - disse malinconicamente lui. - È questa la parte peggiore.
Avril si morse il labbro. Alla luce del sole, le sue iridi riflettevano i raggi cristallini e sembravano essere fatte di vetro colato.
- Scusami - disse, tirando su col naso. - Lo so che è dura per te.
Ed sospirò e per qualche minuto si sentirono solo i lievi rumori dei loro respiri.
- Solo che mi sento... tremendamente egoista. Non potrei mai dirglielo in questo modo, come ora lo sto facendo con te, perché poi... ci starebbe male. Mi ha chiamato un paio di volte, ed era così felice! Perché mai dovrei lanciargli addosso tutti i miei stupidi problemi? Gli farei un torto enorme, a lui e alle fan che stanno realizzando il loro sogno - si asciugò furtiva un paio di lacrime rotolate sulla sua pelle baciata dal sole.
- Mi dispiace - disse sinceramente Ed. Avril sorrise, portando un braccio dietro la testa e tirando i muscoli per scioglierli.
- Non importa.
- Sì che importa! - controbatté Ed, all'improvviso infuocato. - Importa, perché tu lo ami e non lo sa.
Per poco non le sfuggì il cellulare di mano a quelle parole. Avril sentì le gambe tremare, e dovette aggrapparsi al muretto di blocchi di pietra che stava costeggiando per non finire a terra. Un forte rossore le colorò le guance, mentre a quelle parole il suo cuore sembrava aumentare i battiti fino a scoppiare e il suo stomaco diventava delle dimensioni di una pallina da baseball.
- I-io... - balbettò, crollando seduta sulle pietre biancastre, mentre nelle sue iridi chiare lo scintillio dell'acqua illuminata dal sole si rifletteva. 
- Non dirmi cazzate - la voce di Ed si inasprì, lasciandola senza parole. - Lo sai anche tu che lo ami.
Avril chinò la testa, premendosi una mano sulla bocca per non piangere.
- Ma che cazzo di differenza fa, me lo spieghi? - sbottò, con la voce roca e astiosa all'improvviso. - Come potrebbe mai vedermi, se al suo fianco ha mille modelle, intervistatrici, fan più belle di me? Non parlo nemmeno la sua lingua! Abbiamo abitudini totalmente diverse, ho quattro anni in meno di lui, siamo in due fusi orari diversi! Probabilmente questa storia durerà qualche mese, prima che venga sommerso dagli impegni e si dimentichi pian piano di me! Stessa cosa con te!
- Ma davvero? - ringhiò Ed al telefono, facendola sussultare per la rabbia repressa che la sua dolce voce racchiudeva. Il suo accento inglese ora era così marcato che Avril dovette tremendamente sforzarsi per capire quello che diceva.
- Credi davvero che potrei dimenticarti? Sei solo una bambina, Avril.
E le chiuse il telefono in faccia.  
Avril fissò incredula lo schermo che lampeggiava di rosso, resistendo al pianto. Non pensava davvero quelle cose, era sicura che anche lui lo sapesse. Ma aveva comunque insultato Ed e Niall, dicendole. Era un mostro.
Una violenta rabbia le ribollì per le vene e si ritrovò a correre nella direzione opposta rispetto a casa sua. Sentiva il bisogno di fargliela pagare, a Ed, ma soprattutto a Niall, che non si era accorto di nulla, né dei suoi falsi sorrisi, né delle sue parole falsamente piene di allegria quando l'aveva chiamata dopo essersene andato.
Si ritrovò a bussare a una porta che si aprì poco dopo. Il viso dai lineamenti ambrati di Alex la guardò sorpreso. I suoi occhi neri si illuminarono al vederla.
- Avril?
- C'è tua madre? - chiese lei, col fiato corto. Lui aggrottò le sopracciglia, perplesso.
- No, è fuori con Felix, perch... - mugolò quando Avril gli prese il volto tra le mani e lo baciò prepotentemente. Le sue mani si aggrapparono ai suoi fianchi, trascinandola in casa e chiudendo la porta. Avril si ritrovò con la schiena premuta contro il legno della porta mentre le labbra di Alex diventavano incandescenti e l'eccitazione saliva. Ma, per qualche ragione, al posto di Alex il suo cervello vedeva un ragazzo più alto, dagli occhi azzurri e i capelli tinti. I loro respiri diventarono più affannosi mentre Alex le appoggiava le mani sulle cosce e lei saltava, circondandogli la vita con le gambe e si aggrappava alle sue spalle ampie. Alex si scostò col respiro affannoso. I suoi occhi bruciavano.
- Ti va di andare di sopra?
Voglio Niall.
- Sì.

EYA!
Okay no devi dirvelo.
Ieri ero in pizzeria e una mia amica ha detto "cazzo", e io ho risposto -praticamente la mia lingua si è mossa da sola- automaticamente con "Darren". Ho riso per venti minuti come una scema ahah. E lei non capiva ahah

SCOMMESSA.
Chi di voi è riuscito a mantenerla?
Almeno dieci?
Se no, non ve preoccupato, manco io ci sarei riuscita ahah

ORA.
CHI È UNA NIALL'S GIRL?
E CHI UNA HARRY'S?
E DI LIAM?
E DI ZAYN?
E DI LOUIS?
E DI ED?

Io Harreh ed Ed u.u sorry ma li amo troppo ♥.♥

OMG OGGI TWITTER'S GIRL HA RAGGIUNTO LA 36ESIMA POSIZIONE! VI ANO TROPPO!

uhm, cmq non uccidetemi per il capitolo. Non avevo intenzione di farlo finire così ma, ehy, in qualche modo Alex doveva tornare in gioco, no? :3

Twitter's GirlWhere stories live. Discover now