Capitolo 30

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Jack era sul balcone della stanza che fino ad un mese prima era stata di Primus e si godeva lo spettacolo della vicina città. Era una magnifica serata di Dicembre, il vento pungente di fine autunno spirava tra la vegetazione ormai morente, trasportando il delicato profumo delle foglie secche.

Sorseggiava dell'ottimo champagne, godendosi i preziosi frutti del suo lavoro. Le bollicine gli solleticavano la gola e l'alcool iniziava a dargli un effetto rilassante.

Aveva trascorso la giornata alla sede, nel sottosuolo, per seguire direttamente le ricerche dei suoi fedeli agenti. Non era abituato a stare in riunione mentre gli altri svolgevano il duro lavoro; a lui piaceva essere in prima linea e partecipare egli stesso alle operazioni. Sia i cavalieri che gli agenti apprezzavano il suo modo di fare ed era questa la ragione per cui aveva fatto breccia nei loro cuori quando era ancora un semplice agente.

Avevano individuato più di trenta bambine nate nei cinque minuti che erano seguiti all'esplosione, che Jack aveva individuato come possibile periodo del decesso. Gli agenti, affiancati dai cavalieri, erano già in partenza per un primo sopralluogo. Entro pochi mesi si sarebbero trasferiti nelle rispettive località in cui risiedevano le bambine e avrebbero preso, pian piano, il posto di tutti coloro che normalmente le famiglie frequentavano. Sarebbero divenuti nuovi amici, maestre, confessori, sindaci e così via.

Tra quelle trenta bambine si nascondeva l'erede ed entro i dieci anni avrebbe ricevuto la visita di Robert.

Sentì qualcuno bussare alla porta e tornò in ufficio, ingoiò l'ultimo sorso nel bicchiere e si sedette alla scrivania. «Avanti.»

Ad entrare fu Giacomo; aveva un'espressione infelice sul volto e Jack si agitò. Il ragazzo stringeva dei fogli tanto avidamente che le dita gli erano diventate bianche. Avanzò verso Jack a passo spedito e gli tese i fogli spiegazzati. «Sono arrivati poco fa...», farfugliò.

Jack gli rivolse uno sguardo interrogativo mentre allungava la mano per prenderli; non aveva mai visto Giacomo tanto preoccupato. «Cosa sono?», chiese, ma era già pronto a scoprirlo da solo.

«Il Vaticano... ha scoperto in qualche modo che siamo ancora operativi...», disse Giacomo.

Jack spalancò gli occhi e lesse in fretta i fogli. Provenivano dalla Russia ed era un rapporto poco dettagliato di un cavaliere fuggito dal distaccamento dove risiedeva. Comunicava alla Sede Principale che molti dei suoi compagni erano stati arrestati, accusati di organizzazione a delinquere e deportati in varie prigioni della Russia. L'operazione era stata chiesta dal Vaticano.

«Impossibile... abbiamo interrotto ogni rapporto con loro da più di due secoli... come possono aver scoperto una delle nostre sedi?»

Giacomo strinse le labbra, non sapeva cosa rispondere.

«Avete provato a contattare le altre?» Jack si alzò e indossò in fretta la giacca. L'Ordine aveva una rete di venti sedi sparse nel mondo e ciascuna di queste controllava un ampio territorio del globo. Molte erano annesse alle località in cui erano state nascoste le esche – di cui ormai rimaneva solo la memoria.

«Il attesa del tuo arrivo, ho dato disposizione che tutte le sedi siano messe al corrente del pericolo e gli agenti si stanno occupando di questo.»

Jack gli passò accanto e gli mise una mano sulla spalla. «Ottimo lavoro, ora non ci resta altro da fare che scoprire cosa sia successo. Hai convocato i consiglieri?»

La bocca di Giacomo divenne asciutta. «In verità sono venuto prima qui...» Temette che Jack si infuriasse.

Invece l'uomo stava sorridendo, era lieto della cieca fiducia di Giacomo. «Allora non c'è tempo da perdere.», gli disse.

L'Angelo della MorteWhere stories live. Discover now