Capitolo 7: l'Ordine entra in azione

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La base operativa dell'ordine di Raguel era in fermento. Da pochi minuti era giunta notizia della morte di Alberto Gallo.

I cavalieri incaricati del suo monitoraggio avevano trovato la polizia al loro arrivo. A chiamarla era stato un vicino che aveva udito gli spari.

Con l'intervento della polizia anche la stampa era stata allertata. La morte del celebre scrittore erotico aveva fatto il giro del mondo. L'Ordine soleva tenere nascoste le morti causate da Azrael, l'intervento della polizia aveva compromesso l'operazione, e i cavalieri erano stati trattenuti per l'interrogatorio.

Primus era furioso. Ai cavalieri non era stato concesso di vedere il cadavere e così non avevano potuto stabilire se la morte fosse stata causata dall'Angelo della Morte. Negli anni l'attenzione dell'Ordine nei confronti di Alberto aveva subito un calo. Vi erano molte esche disseminate sul globo, attraverso le quali speravano di rintracciare l'efferata assassina, ma con il trascorrere degli anni, ben ventisei dalla scomparsa di Diana, avevano sperato che l'incubo fosse giunto al termine e il loro monitoraggio era diminuito.

"Dunque è tornata..." disse sommessamente padre Pietro, un vecchio burbero dalla folta barba e il viso marchiato da rughe profonde, faceva parte della fazione dei consiglieri conservatori e, con il tempo, era divenuto il loro leader.

"Non dobbiamo disperare, non siamo certi della notizia. I nostri uomini non hanno avuto visione del corpo" intervenne Matteo, un giovane alto e dai tratti gentili. Non era un ecclesiastico a differenza di Pietro, nell'ultimo secolo l'accesso alla carica di consigliere, in precedenza riservata esclusivamente agli uomini di Chiesa, era stata aperta anche ai cavalieri e ai dipendenti migliori.

"Primus..." esordì padre Vermilio, un giovane dall'aspetto gentile e dai tratti asiatici che, dopo essere divenuto un dipendente dell'Ordine, aveva deciso di prendere i voti. "Se avessi ascoltato le parole di Pietro, Alberto sarebbe ancora vivo. Non avresti dovuto permettere ai cavalieri di allontanarsi, sapevamo tutti quanto fosse abominevole il passato di quest'uomo. Era una vittima ideale per lei."

Primus puntò gli occhi sull'omino di bassa statura. Vermilio era un consigliere giovane, eppure, a differenza di Matteo, predicava il credo dei conservatori, la cui volontà era venerata da tutti, poiché gli esponenti seguivano l'antica legge del cardinale Umberto. Anche Primus era costretto ad abbassarsi al suo volere, siccome grazie a Pietro gli era stata concessa la carica di presidente.

"Ripeto ancora una volta che non siamo certi che si tratti di lei!" sbottò Matteo.

"Ho assegnato l'incarico a Jack." Le parole di Primus fecero tacere tutti. "È in volo verso Napoli. Con lui ci sono gli uomini migliori di cui disponiamo. Tra breve avremo le notizie che attendiamo, non agitiamoci troppo."

***


Jack era in partenza per Napoli. Gli anni erano stati clementi con lui. Il viso duro e asciutto gli conferiva un aspetto burbero e serioso. Aveva delle rughe d'espressione ai lati della bocca; l'unico segno dell'invecchiamento erano i capelli, che stavano ormai diventando grigi. Il corpo atletico faceva invidia a quello dei più esperti cavalieri.

Aveva trascorso l'ultimo ventennio a inseguire un fantasma. Dopo l'avvistamento di Robert a Tampere, di lui non vi era stata più notizia. Jack sospettava da tempo che Tampere fosse solo un depistaggio, ma l'Ordine non aveva prestato ascolto alle sue intuizioni, e ancora una volta gli eventi gli avevano dato ragione: stavano tornando nel luogo del primo avvistamento. Jack riteneva che Primus non fosse adatto alla carica di presidente, l'aveva ottenuta poiché era stato lui ad individuare Diana attraverso lo studio dei cadaveri che la donna si lasciava alle spalle. Ma era stato Jack ad elaborare il piano per farla capitolare e, se non avesse fallito, sarebbe divenuto lui il nuovo presidente.

L'Angelo della MorteWhere stories live. Discover now