Capitolo 9: la fine di Diana

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Frank era seduto sulla poltrona, una birra in una mano, un sigaro nell'altra. Guardava un film in lingua russa, non riuscendo a cogliere nulla della trama. Ma la lingua non era l'unico vincolo a non permettergli di godere della bellezza del film; aveva in circolo un alto quantitativo di alcool.

Era a capo di una squadra di venti uomini, incaricati di proteggere Jack in caso di difficoltà. Se l'Ordine avesse scoperto che aveva abbassato la guardia, lo avrebbe sottoposto ad un'esecuzione sommaria. Frank era convinto di non correre rischi, ormai Diana era in loro potere, e Jack era troppo in gamba per farsi sfuggire la situazione dalle mani.

Non era solo nell'appartamento. Con lui era rimasto un cavaliere, troppo stanco per far ritorno nel suo alloggio. Ma il cavaliere non era l'unico, oltre Frank, a respirare in quella stanza.

Diana lo stava spiando, avvolta dalla penombra. Mossa dall'ira, si avvicinò all'uomo. Sfilò la katana dal fodero con mano esperta, la lama non produsse alcun suono. Pregustò l'attimo in cui avrebbe infilzato la vittima.

"Che ci fa qui?" urlò il cavaliere alle sue spalle.

Diana sussultò, inconsapevole che Frank non fosse solo. Si voltò di scatto e fissò il soldato negli occhi.

A sua volta, Frank, si voltò. Il sigaro gli cadde dalle labbra. Dopo un attimo di terrore, recuperò la lucidità. "Fermala!" gridò al soldato.

Diana si scagliò contro Frank, issando la spada sulla testa, per infliggergli un colpo mortale.

Il soldato non aveva armi con sé, l'afferrò per le spalle, tirandola lontano dall'obiettivo.

Frank le assestò un calcio nello stomaco. Diana lasciò cadere la spada e si piegò in avanti, tossendo. Con uno scatto dei reni, favorita dalla posizione, issò il soldato dal pavimento, e lo fece rotolare in avanti. L'uomo rovinò su Frank.

"Fermala!" ripeté nuovamente Frank.

Diana si calò per recuperare la spada, ma il cavaliere fu più lesto e colpì la katana con un calcio, allontanandola dalla proprietaria. Con l'altra gamba, vibrò un calcio verso il volto della donna, che scattò all'indietro in tempo.

Frank afferrò la pistola e sparò due colpi. Il primo sfiorò la gamba di Diana, il secondo si conficcò nel divano. L'alcool gli sdoppiava la vista rendendogli arduo colpire l'obiettivo.

"Non la uccidere!" ordinò il cavaliere "Ci serve viva!"

"Non me ne frega un cazzo!" prese la mira e sparò ancora.

Diana fu miracolosamente risparmiata dai proiettili. Decise di fuggire, non poteva fare molto senza un'arma. Era stata sconfitta. Scattò in direzione del corridoio, per raggiungere la finestra da cui era entrata.

Il soldato la inseguì, arpionandole i capelli svolazzanti. "Non mi scappi!" disse vittorioso. L'aveva in pugno, per la donna era la fine.

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