Capitolo 12

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  Era una giornata calda e ben soleggiata di una domenica mattina, la terza da quando Paine aveva imposto a sua madre la decisione di non voler frequentare la Chiesa.

Era nel piccolo salottino che fungeva da ingresso e stava ritraendo, in maniera impacciata, la signora Judy Agnello. La donna viveva nell'appartamento all'ultimo piano. Era un vecchietta settantenne con stravaganti capelli rossi e dai modi gentili. Era di religione ebraica ed era l'unica che poteva badare a lei di domenica. Non era sposata e non aveva parenti prossimi.

Judy controllò l'orologio. "Sono le due...", le disse con una punta di rimprovero. "Tua madre sarebbe dovuta essere qui per le dodici."

Paine immaginava quale fosse il motivo del suo ritardo, ma preferì tacere.

"Hai fame? Ti preparo qualcosa."

"Grazie!" La seguì in cucina e si sedette al tavolo.

La donna aprì il frigorifero, riempito esclusivamente con cibi precotti. "Vuoi un sandwich?"

Paine annuì, aveva la testolina poggiata sulle braccia e un grande sorriso.

Judy prese del formaggio in scatola, crema di tonno con le olive. "Ti piace questa?"

Mostrò il tubetto a Paine che ondeggiò la manina: così così. "A dire il vero non mi sono mai piaciute le cose che compra mamma."

Judy rise di gusto, una risata secca e roca, tipica di un fumatore incallito. "Puoi dirlo forte, bimba mia! La prossima volta ti cucinerò un vero pasto." Le porse il primo sandwich che Paine addentò con gusto. Qualsiasi cosa non fosse preparato da Serena aveva un sapore migliore. Lo polverizzò in meno di un minuto.

Judy le porse il secondo panino, e in quel mentre sentirono il rumore delle chiavi e la porta che si apriva.

Paine rimase immobile, con il boccone mezzo masticato in bocca, non le era concesso mangiare senza il permesso di sua madre.

"Sono a casa!" Serena aveva il fiatone e le guance arrossate. "Scusa per il ritardo Judy. Non immaginerai mai cosa è successo!" Strappò un tovagliolo dal rotolo e lo usò per tamponare il sudore sul collo. "Sono venuti dei soldati in chiesa..."

"Soldati?" fece eco Judy.

"Sì! Non so a quale corpo appartenessero. Hanno fatto domande, molte domande. Hanno perlustrato la parrocchia e hanno partecipato alla funzione."

"Cosa potevano volere?" chiese impaziente Judy.

"Cercavano..." Serena si accorse solo allora che Paine stava trasgredendo ad una delle sue assurde regole. "Stai mangiando?" disse inviperita, "Lo sai che non voglio, devi aspettarmi!"

"È colpa mia Serena, le ho chiesto se aveva fame..." Judy accorse in suo aiuto, invano.

"Non devi giustificarti, non potevi saperlo. Non mi sorprende affatto che questa piccola approfittatrice non abbia opposto resistenza." Schiaffeggiò la mano con cui la figlia reggeva il pane.

Il fugace pasto le scivolò dalle mani e cadde, inevitabilmente, a terra. La crema di tonno si spiaccicò sul pavimento.

"Guarda cosa hai combinato..." disse, affranta, Serena "Oh, mi dispiace signora Agnello, sono mortificata." Si rivolse a Paine: "Hai visto che figuraccia mi hai fatto fare? Sei incorreggibile."

"È caduto a terra per colpa tua" ribatté Paine.

Serena mise i pugni sui fianchi. "Ne discuteremo dopo, ragazzina. Ora accompagno la signora all'ingresso e quando torno voglio trovare il pavimento pulito." Poggiò la mano sulla spalla di Judy – all'indice sfoggiava un anello d'oro con un piccolo rubino, un suo nuovo acquisto – e uscirono dalla stanza.

L'Angelo della MorteWhere stories live. Discover now