Capitolo 8: un tuffo nel passato, il tradimento di Diana

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Paine se ne stava appollaiata, come un uccellino, alla finestra, protetta da una coperta avvolta intorno al corpo. Attendeva il ritorno di Robert per discutere con lui riguardo alcuni punti che non le erano chiari. Ma i minuti erano diventati ore, alla luce diurna si stava sostituendo il buio.

Nella mente le turbinavano mille dubbi, ma tra questi prendeva voce un unico pensiero: non voleva uccidere. La morale le impediva di comprendere il compito che le era stato assegnato. Aveva rinunciato da bambina ai precetti religiosi, ma il cattolicesimo era ben radicato in lei, e gli insegnamenti cattolici vietavano l'uso della violenza, aspirando unicamente alla pace.

"No, il cattolicesimo non aspira alla pace, ma alla penitenza" si disse con tono sarcastico.

Tutto ciò che aveva appreso nell'infanzia e durante gli studi, era la convinzione che attraverso la preghiera si potesse raggiungere il perdono. Nasceva peccatrice, poiché il Dio vendicativo, non aveva dimenticato il peccato originale di cui si erano macchiati i suoi predecessori.

Ma a impedirle di convincersi che uccidere fosse giusto, non erano solo i precetti religiosi, ma il pensiero del rimorso, delle notti insonni che avrebbe trascorso di lì in avanti con il volto di Alberto, che si accartocciava in una smorfia di dolore.

'La purezza si raggiunge equilibrando il bene e il male, non prevede esclusivamente il bene' le aveva detto Robert.

Era stanca, ma aveva paura di addormentarsi, non voleva incontrare i mangiatori di anime, né una futura vittima. La febbre non accennava a diminuire, e non sarebbe passata fin quando, come le aveva detto Robert, non le avesse trasmesso il sapere del passato.

Nelle ultime ore aveva appreso numerose cose, e sentiva la testa spaccarsi per la mole di informazioni che accumulava. Ottocento anni di storia. Aveva visto Iside, la sua vita avventurosa, le crudeltà delle crociate, le rivoluzioni dei popoli, le guerre mondiali.

Guardò l'orologio. Erano appena trascorse le cinque, presto Serena avrebbe fatto ritorno dal lavoro e le avrebbe chiesto per quale ragione fosse ancora in casa. Non le aveva parlato del licenziamento.

Lasciò scivolare la coperta a terra e si diresse a letto, sentiva il bisogno di riposare gli occhi.

"Chiudo gli occhi giusto il tempo di inumidirli, non mi addormento..." Parlare non servì a ritardare l'inevitabile, si addormentò.

***

Era in una stanza scura, pesanti tende coprivano le finestre. I rumori erano assenti, la vita sembrava preclusa da quel mondo oscuro.

La porta si aprì, illuminando una stanza spartana, al centro della quale erano posizionati un monitor molto grande e una sedia. Dalla porta entrarono due figure, un uomo e una donna, di cui era impossibile stabilire i tratti. La donna teneva tra le mani una borsetta, e muoveva le dita nervosamente su di essa. L'uomo la superava in altezza, e le teneva una mano sulle spalle, per confortarla.

L'uomo le diceva qualcosa in russo, paroline di conforto che Paine non poteva conoscere... eppure lo capiva.

L'Angelo della MorteWhere stories live. Discover now