Epilogo

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Louis era seduto sul pavimento con le gambe incrociate, sotto l'albero di Natale, in attesa di Harry e di James. Il volto era parzialmente illuminato dalle lampadine colorate delle lucine ad intermittenza che Harry aveva appeso letteralmente per tutta casa: sul bordo del camino, tutt'intorno all'albero, ai lati delle finestre e perfino sulla testiera del letto, in camera loro. Aveva una mezza idea sul perché le avesse poste proprio lì, magari per creare un po' di atmosfera in più durante la notte, ma meglio non pensarci.
Teneva il capo chino e le dita giocavano distrattamente con l'elastico della tuta che indossava in quel momento. Comoda e confortevole per stare in casa. Inevitabilmente i suoi occhi vennero catturati dal luccichio dei due anelli che portava sulla mano sinistra. Entrambi regalati da Harry.
Il primo, quello con la scritta "Always", gli era stato regalato nella stanza d'ospedale, quando era in coma a causa dell'incidente. Ricordava tutto anche fin troppo bene, e quell'anello significava qualcosa di speciale per lui. Non l'aveva più tolto dal giorno in cui si era svegliato, quando era capitato era stato solo in situazioni in cui aveva avuto paura che si rovinasse. Quell'anello era il simbolo della forza che univa lui e Harry: niente poteva separarli. Neanche l'idea della morte c'era riuscita.
Il secondo anello era altrettanto speciale, se non di più. Perché era una fede, perché all'interno aveva incisi i loro nomi e la data del loro matrimonio, e perché si ricordava fin troppo bene il giorno in cui lui stesso aveva chiesto ad Harry di sposarlo. Tanto quanto ricordava bene il giorno in cui Harry gli aveva messo quell'anello al dito.
Si perse nei ricordi.

"Louis, hai intenzione di dirmi dove mi stai portando?"- chiese Harry stringendogli forte la mano, preoccupato perché non poteva vedere nulla a causa dell benda nera che Louis gli aveva legato intorno alla testa per coprirgli gli occhi.

"Chiudi quella bocca"- rise Louis, cercando di calmarlo scherzando.

La verità era che stava tremando. Il pacchetto nella tasca sembrava così pesante e voluminoso che temeva che una volta tolta la benda Harry se ne sarebbe subito accorto, rovinando tutto quello che aveva intenzione di fare.
Erano passati due anni da quando si era svegliato dal coma, e ci erano voluti quattro mesi perché fosse in grado di riprendere la sua vita normale al pieno di tutte le capacità. E aveva smesso di fumare. Questa era la terza estate che passava al villaggio, da quando aveva conosciuto Harry, e giorno dopo giorno si era innamorato di lui sempre di più. Lo amava ogni giorno più del precedente ma meno di quello futuro. Impossibile da spiegare ma vero da vivere.
Harry anche era emozionato. In quei due anni Louis era inevitabilmente cambiato, ma allo stesso tempo era ancora lui in tutto e per tutto. Aveva smesso di fumare, ma ogni tanto assumeva quel carattere arrogante di cui Harry si era inspiegabilmente innamorato dal primo giorno. Era ancora silenzioso, ed esprimeva i suoi sentimenti raramente, e con piccoli gesti. Ma ad Harry andava bene così: quello era il Louis di cui era perduto, e non avrebbe cambiato nulla. Aveva lasciato Budapest per lui, ma andava bene così. Perché la sua vita non sarebbe mai potuta essere in quella meravigliosa città, bensì accanto a quella meravigliosa persona.
Per gioia di Louis, ovviamente scherzando, si sentiva con Lucky molto spesso nonostante la lontananza. Erano rimasti buoni amici, ed Harry ne era felice. Un giorno avrebbe dovuto fargli conoscere Louis.
Si riscosse dai suoi pensieri quando le mani di lui si posarono sui suoi fianchi e lo bloccarono, intimandolo a restare fermo.

"Siamo arrivati?"- chiese Harry.

Louis annuì, così con un paio di piccoli passi si diresse dietro la nuca di Harry e gli sciolse il fiocco, togliendogli la benda e permettendogli così di vedere.
Harry ci mise un millesimo di secondo ricollegare le immagini al posto. Louis lo aveva portato non lontano dal villaggio, in quella piccola baia dove si erano parlati la prima volta, dove lui lo aveva visto suonare per la prima volta, dopo la sessione notturna di allenamento sul surf. La baia era rimasta immutata: una piccola e stretta insenatura apparentemente nascosta agli occhi del mondo, dove avevano condiviso così poche parole ma così tante emozioni.

Lately | Larry StylinsonWhere stories live. Discover now