Cinquantaquattro - Happiness

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Il sole entrava dalla finestra e, come in uno stupidissimo cliché, la prima cosa che fece fu colpire il viso di Harry, facendolo così svegliare.

Aprì gli occhi lentamente, cercando di abituarsi gradualmente alla luce che colpiva le sue iridi verdi, dandogli un fastidio tremendo.

Si accorse di Louis nella stanza solo quando si stiracchiò e si guardò intorno. Era seduto sulla panca sotto la finestra, comodo, e lo guardava in un modo che Harry non seppe definire del tutto.

Si strinse le lenzuola al petto in un gesto involontario di protezione dalla sua presenza, alzandosi su con il petto e appoggiando la schiena al muro, guardandolo così negli occhi mentre una pioggia di domande gli allagava la mente. Come? Quando? Perchè? Chi lo aveva fatto entrare? Avrebbe dovuto uccidere Gemma, sì, avrebbe proprio dovuto.

Bello come la presenza di Louis potesse fargli aumentare il battito cardiaco in così poco tempo, bello come l'istinto di saltargli addosso fosse arrivato quasi indesiderato ma così velocemente, bello come volesse solo baciarlo fino a sentire le labbra impazzire d'amore.

Lo guardò per un istante, concentrandosi su quella bellezza che sapeva di amare con ogni fibra del suo essere, per quanto forse avesse dovuto rassegnarsi a lasciarla andare ad un destino che non prevedeva la sua presenza. Era bello Louis, cazzo se era bello. Era bello anche con i capelli completamente sconvolti che andavano in ogni direzione, con i vestiti stropicciati per aver fatto chissà cosa, con lo sguardo spento che non rendeva per niente giustizia a quei meravigliosi occhi di ghiaccio che Madre Natura gli aveva regalato.

Anche Louis guardò Harry, come se non l'avesse fatto abbastanza mentre dormiva. Gli occhi verdi brillavano alla luce del sole, il corpo coperto solo da pantaloncini e lenzuola era sempre perfetto, le labbra sempre invitanti e i capelli sempre ricci e disordinati, come aveva dannatamente imparato ad amarli.

Si chiese se magari stesse facendo la cosa giusta, per una volta nella vita: inseguire un'amore che gli sembrava tanto bello quanto sbagliato.


"C-cosa..?"- Harry era così sconvolto della sua presenza che non riusciva nemmeno a parlare.


Ma Louis capì. -"Sinceramente? Non lo so neanche io perché sono qui."


Ed era fottutamente vero. Sapeva di amarlo, sapeva di volerglielo dire, sapeva di voler diventare egoista tutto ad un tratto per poterlo tenere per sempre con sè. Godere di quella bellezza e di quella bontà d'animo che aveva. Godere di quella sua voce roca, specialmente al mattino, che gli faceva vibrare anche l'anima, godere degli abbracci e dei sorrisi e delle gioie che era sicuro che avrebbe potuto dargli. Gli aveva fatto credere nell'amore, forse avrebbe dovuto ringraziarlo e basta per avergli fatto sembrare il mondo un luogo migliore in cui passare la vita.


"Lou, per favore."- sussurrò Harry. Stanco sarebbe stata la parola perfetta per descriverlo. -"Se non mi vuoi perché continui a tornare? Lo sai che mi fa male, non puoi non saperlo."


Louis percepì il tremolio nella sua voce, e proprio quest'ultimo lo fece vacillare ancora di più. -"Non voglio più farti male, Haz. Mai più. Lo prometto."


Harry tremò.

Lo vide alzarsi lentamente da dove era seduto, e camminare con timore e con piccoli passi verso di lui, quasi avesse paura di fare anche un solo passo sbagliato. Harry rimase immobile, lì, schiacciato contro il muro, con le gambe incrociate sul letto, incapace di muoversi o anche solo di pensare o perfino respirare. Con il cuore che batteva più forte ad ogni passo che il liscio faceva nella sua direzione.

Lately | Larry StylinsonDove le storie prendono vita. Scoprilo ora