Cinquantasei - I feel like making love to you

14.9K 1K 973
                                    

"Harry?"

Erano ancora nella stessa posizione: Harry sul corpo di Louis, che lo teneva stretto per fianchi, adesso muovendo i polpastrelli in modo circolare in un vano tentativo di calmarlo. Aveva sospetti, su cosa potesse averlo fatto crollare così, da un momento all'altro quasi come se niente fosse. Harry dal canto suo non poteva proprio crederci, non adesso che le cose si erano sistemate. Era una maledizione, allora? Non appena sembrava trovare un attimo di gioia e felicità con Louis arrivava qualcuno o qualcosa pronto a distruggere ogni cosa che lui aveva pazientemente costruito.

Lasciò andare il telefono sul tavolo perché non voleva più nemmeno tenerlo in mano, figuriamoci guardarlo. Poi si fece letteralmente cadere col viso sulla spalla di Louis, unendo i loro petti e facendosi stringere più forte contro il corpo di quel ragazzo che amava così tanto. Magari le cose sarebbero andate meglio di come le aveva immaginate, magari ce l'avrebbero fatta a non lasciarsi -stavano di nuovo insieme?-, magari ce l'avrebbero fatta a rimanere in contatto tutti i giorni per cercare di superare la cosa. Harry ci sperava, ma ne dubitava fortemente e quello era il motivo principale per il quale stava piangendo in quell'esatto istante: sapeva che non poteva rinunciare a partire perché farlo sarebbe stato un po' come rinunciare al suo futuro. E anche se in effetti per Louis l'avrebbe fatto senza pensarci un attimo in più sapeva che era proprio Louis a non volere che lui rinunciasse a tutto questo.

"Harry."- sospirò Louis, di nuovo, nei suoi capelli.

Lo sbuffo di fiato che gli arrivò dietro la nuca gli fece il solletico, ma era così nervoso che quasi non lo sentì. Entrambi si erano completamente dimenticati della colazione, lo stomaco chiuso dall'ansia e il cuore che letteralmente batteva loro in gola e non più nel petto. Harry si tirò su con il busto per tornare nella posizione di prima, Louis gli stringeva ancora i fianchi e Harry aveva l'impressione che le sue mani fossero l'unica cosa in grado di mantenerlo con i piedi per terra e con la mente concentrata in quell'unico momento.

Harry aveva smesso di piangere, grazie al cielo. Louis gliene era assolutamente grato perché non credeva di poterlo veder piangere ancora, non dopo tutte le volte che il motivo delle sue lacrime era stato proprio lui.

"Parto dopodomani."- disse Harry con una leggera ma insistente incertezza nella voce. -"Papà ha prenotato il volo."

Louis se lo aspettava, ma nonostante ciò il cuore gli saltò nel petto perché non voleva che se ne andasse. Anche se doveva. Spostò le mani dai suoi fianchi al suo viso, stringendolo e alzandolo affinché potessero guardarsi negli occhi. -"Va bene, è giusto così. Vedrai che sarai il primo del tuo corso."

Harry chiuse gli occhi, girando il volto di lato per non sostenere lo sguardo di Louis. Scosse la testa. -"Ma io non voglio lasciarti."

"Devi"- disse Louis con sincerità, perché aveva deciso che non gli avrebbe ma più mentito -"e non devi pensare solo alle cose negative: pensa a quanto sarà bello avere nuovi amici, frequentare corsi di una passione che hai sempre avuto, magari anche litigare con qualche professore stronzo. Vedrai che non sarà brutto come te lo immagini ora."

Harry annuì poco convinto, anche se sapeva che Louis aveva ragione. Non calcolando la distanza che avrebbe messo tra le persone che amava e lui stesso, un'esperienza del genere non poteva davvero essere negativa, e in fondo ne era consapevole, anche se magari non voleva ammetterlo a se stesso. Prese un lungo respiro, che aiutò a farlo calmare. Decisamente. -"Posso chiederti una cosa?"- chiese Harry con voce bassa, forse troppo simile a quella di un bambino ferito.

Louis annuì, anche se un po' spaventato -"Certo che puoi."

"Non staremo insieme quando partirò vero? So che non lo vuoi, lo so."- chiese, anche se sapeva la risposta, proprio come aveva detto.

Lately | Larry StylinsonWhere stories live. Discover now