Ventisette - Save me

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Harry vide la schiena di Niall sparire nel buio mentre correva verso la passerella, la stessa dalla quale aveva visto correre via il profilo indistinto di Zayn. Poi, come preso da un riflesso involontario, girò la testa per guardare Louis.

Il ragazzo aveva buttato via la sigaretta, e guardava in quello stesso punto mentre il resto dei ragazzi al falò, che ovviamente non avevano capito come erano andate davvero le cose, ritornavano alle proprie occupazioni precedenti. Chi ad arrostire i mashmellows sul fuoco, chi a giocare a carte ed altri a chiacchierare animatamente col sorriso sul volto.

Lo sguardo di Harry venne ben presto catturato da quello di Louis, che aveva buttato la sigaretta nella sabbia, spegnendola. Così si alzò e si sgrullò leggermente i pantaloni dalla sabbia che vi era finita, per poi raggiungerlo e sedersi accanto a lui, che non gli aveva staccato gli occhi di dosso.

"Lo sapevi che sarebbe tornato?"- chiese Harry.

Louis scosse la testa. -"Zayn non torna sui suoi passi. Mai."

Harry sospirò. A questo punto non ci credeva neanche, dato che era stato via appena due giorni: neanche avevano avuto il tempo di abituarsi alla sua assenza. Curioso questo pensiero: prima bisognava abituarsi alla loro presenza, invece adesso era il loro non esserci che creava scompiglio.

"Tu sapevi della canzone?"- chiese Louis, che evidentemente ne aveva capito il senso.

Harry annuì. -"Sapevo che in questi giorni ne aveva scritta una nuova, ma non avevo idea che fosse riferita a Zayn, altrimenti non gli avrei detto di cantarla."

Stavolta fu Louis a sospirare. C'era qualcosa che non andava assolutamente bene. Questo essersi abituati l'uno alla presenza dei due nuovi ragazzi, questo tornare sui propri passi pur di starsi vicini. Non andava bene, non era mai stato così per loro. Non si erano mai lasciati andare a qualcuno che non fosse solo occasionale, non avevano mai condiviso niente della loro vita con nessuno perché si erano sempre bastati. E si chiedeva se magari fosse sbagliato voler aprirsi improvvisamente con qualcuno che in fondo nemmeno conoscevano. Fu così, che con questo pensiero che gli mangiava la testa, Louis si chiuse su stesso proprio sotto gli occhi di chi sperava non lo facesse mai.

-

"Zayn aspetta!"- Niall urlò con più fiato di quanto fosse realmente capace, mentre le gambe allenate correvano veloci dietro la figura dell'altro ragazzo, ormai non troppo lontana.

Era stato tutto fin troppo veloce, cantare quella canzone davanti a decine di persone che non l'avrebbero compresa a fondo sperando di vederlo lì, e poi lui c'era davvero. Ed era stata una botta al cuore più forte delle altre, perché era tornato. E a questo punto non poteva non chiederselo, era tornato per lui?

Zayn tentò di ignorare quel richiamo quasi disperato, ma non ci riuscì. Le gambe non allenate già stanche per la camminata dei due giorni precedenti gli chiedevano pietà, e dovette fermarsi per riprendere fiato. Nella testa la voce di Niall sembrava rimbombargli, mentre le parole di quella nuova canzone gli staccavano l'anima dal corpo, facendola finire chi sà dove.

E sì, ti ho lasciato usarmi dal primo giorno che ci siamo incontrati. Ma non ho ancora finito di innamorarmi del tuo oro degli stolti. | Io lo so che il tuo amore non è reale, questo non è il modo in cui dovrebbe sentirsi.

Ma Niall non sapeva nulla del suo modo di sentirsi, non sapeva niente.

Lo raggiunse subito dopo impedendogli di riprendere abbastanza fiato per correre via, ancora. Gli poggiò una mano sulla spalla e Zayn sussultò girandosi subito dopo, giusto a due passi da lui. Nel pugno strinse forte la lettera, e poi la tirò sù all'altezza dei loro volti non troppo lontani. Lo sguardo di Niall fu immediatmente catturato da quel familiare involucro bianco un po' stropicciato, ma distolse subito gli occhi, incapace di guardarlo a lungo senza sentirsi un completo disastro.

Lately | Larry StylinsonWhere stories live. Discover now