Cinquantatré - Kiss me like you wanna be loved

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Aveva bisogno di camminare, scappare, non pensare;  voi la scelta. Sta di fatto che le strade della periferia di Brighton dove si trovava casa di Gemma non gli erano mai sembrate più silenziose, più anonime, più tristi. O forse era solo lui che si sentiva così e quindi le rendeva tali. Non lo sapeva e non ci teneva a scoprirlo, ma temeva che fosse così: che solo il suo stato d'animo grigio bastasse a far scendere sul mondo un'oscurità perenne che avrebbe dovuto spaventarlo, ma che non ci riusciva. 

Camminava con le mani nelle tasche, senza sapere dove stava realmente andando, guardando l'asfalto del marciapiede illuminato solo dai fiochi lampioni e calciando i sassolini che gli capitavano sotto la suola delle scarpe.


"Harry?"


Venne riscosso dai suoi pensieri rumorosi quando qualcuno chiamò il suo nome. Spostò lo sguardo dal marciapiede alla persona che lo aveva nominato, ed immediatamente i capelli rossi di Ed lo resero più che riconoscibile anche sotto la poca luce del lampione prima citato. 

Harry sorrise, smettendo di pensare, e felice di aver incontrato un amico. Non si vedevano dalla sera del Pub, quando Harry aveva detto ad un Louis ubriaco di amarlo. Rabbrividì.


"Ciao amico, come va? Che ci fai in giro a quest'ora con la chitarra?"- salutò e chiese Harry, vedendo la custodia dello strumento che Ed teneva sulla schiena e legata al petto.


Ed sorrise, ricambiando il saluto. -"Ho ottenuto una specie di contratto per pubblicare un disco, torno dallo studio di registrazione, ci sono stato fino a poco fa."


Harry sgranò gli occhi. -"Oh Dio, dici davvero? E' fantastico, sono davvero felice per te!"- disse. Sapeva quanto la sua musica fosse importante per lui. E poi era dannatamente bella, ed era felice che qualcuno d'importante se ne fosse reso conto al punto di offrirgli un contratto.


Ed sorrise ancora di più. -"Se ti dico grazie a quale canzone mi hanno offerto il contratto non ci credi. Gliene avevo già inviate altre e non mi avevano risposto, quando gli ho inviato questa mi hanno chiamato dopo neanche tre giorni. E solo grazie a voi!"


Harry non capiva. -"Voi chi?"


"Tu e Louis, il tuo ragazzo. Ho scritto quella canzone pensando a voi."- sorrise il ragazzo, ignaro.


Chissà perché ad Harry prese una strana voglia di piangere. Non ci poteva credere: Louis era davvero ovunque. A questo punto lo perseguitava anche attraverso altre persone, non poteva non essere così. Puntò dolcemente i suoi occhi in quelli dell'amico fingendo di essere indifferente alle sue parole, non poteva smontargli tutto così, non dopo che con quella canzone aveva ottenuto un contratto discografico. Fu difficile ma sapeva di potercela fare, quindi si auto-convinse di essere ancora il ragazzo di Louis prima di parlare, rendendo così la sua voce sicura anche all'ascolto di una persona che lo conosceva bene come Ed.


"Davvero?"- chiese.


Ed annuì, sorridendo ancora di più, se possibile, mentre la gioia incontrollata di chi riesce a realizzare il suo sogno più grande gli usciva fuori dalle labbra insieme alle parole, in un tutt'uno che colpì Harry proprio dritto nello stomaco. -"Sì! In realtà avevo questa idea in testa già d un po'."- cominciò a spiegare -"E poi vi ho visto abbracciarvi dopo che hai vinto alla prima gara, e credo che quello è stato l'esatto momento in cui ho deciso che la canzone sarebbe stata su voi due. Mi sono fatto raccontare qualcosa da Niall, e le idee sono finite di arrivare quando in finale hai rischiato grosso e ho visto Louis piangere per te. Si vede lontano miglia quanto tenete l'uno all'altro, siete bellissimi."

Lately | Larry StylinsonWhere stories live. Discover now