•Il dono degli Dei||storia di...

By dvrkacademia

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Io non sono una ragazza come le altre. Anzi, non sono proprio una ragazza in realtà... I miei genitori sono g... More

capitolo1
capitolo2
capitolo3
capitolo4
capitolo5
capitolo6
capitolo7
capitolo8
capitolo10
capitolo11
capitolo12
capitolo13
capitolo14
capitolo15
capitolo16
capitolo17
capitolo18
capitolo19
capitolo20
capitolo21
capitolo22
capitolo23
capitolo24
capitolo25
capitolo26
𝔩'𝔦𝔫𝔦𝔷𝔦𝔬 𝔡𝔢𝔩𝔩𝔞 𝔣𝔦𝔫𝔢
capitolo27
capitolo28
capitolo29
capitolo30
capitolo 31

capitolo9

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By dvrkacademia

-Pov's Emma-

Non ero affatto sicura che far vedere i miei ricordi avrebbe migliorato molto la situazione, ma dovevo pur sempre tentare.

Loro dovevano fidarsi di me, oppure la mia impresa sarebbe stata inutile.

Ero felice che mi avessero accettato al tavolo, comunque.

O almeno, che QUASI tutti mi avessero accettato al tavolo.

Avevo la vaga sensazione di non piacere affatto a Piper.

Anzi, ero certa di non piacere affatto a Piper.

Per tutto il pasto nel padiglione della mensa mi lanciò occhiate velenose cariche di disprezzo. Gli unici momenti in cui non lo faceva, erano quelli in cui scambiava qualche parola con Leo, quando ignorava Annabeth e quando guardava Jason con un misto di malinconia e rabbia.

I suoi occhi caleidoscopici sprizzavano più scintille di quelli del figlio di Giove, a momenti.

Cercai di distrarmi e di distogliere la sguardo dalla figlia di Afrodite.

Mi ero volutamente seduta in un angolo del tavolo, per non dare troppo nell'occhio.

Accanto avevo Will.

Lui mi è piaciuto fin da subito.

Così gentile, dolce, ottimista. Sempre sorridente e pronto ad aiutare chiunque fosse in difficoltà.

E anche Nico mi era piaciuto molto... ma da quando l'ho abbracciato non mi ha più parlato. Sapevo di aver osato troppo con il figlio di Ade, ma vedere, anche solo per un momento, tutta la sofferenza che provava, mi aveva distrutto. Mi sarei arresa io, in quel duello, se non lo avesse fatto lui.

Quando aveva evocato le ombre di Ade, mi era quasi venuto spontaneo evocare la luce di Era.

Era un potere molto particolare di cui disponevo. Era la luce calda dell'affetto e della famiglia, non scintillante e cocente come quella del sole e nemmeno fredda e malinconica come quella della luna.

Non era stata neanche una mossa premeditata. Appena l'ho visto, così esposto e vulnerabile, la luce è uscita spontaneamente dalle mie mani. Per un istante ho visto al suo interno. Come un film di ricordi sbiaditi e rovinati dal rimorso.

Una ragazza con i capelli e gli occhi corvini, la pelle olivastra e lo sguardo allegro, vestita stile anni '40 che gli stringeva la mano. Un sorriso, delle passeggiate, dei gelati rubati, dei commenti sui compagni di scuola, sulla situazione politica, sul regime...

Poi una statuetta. Una del gioco mitomagia. Sporca, rovinata e quasi rotta.

E alla fine un nome... "Bianca".

Poi una donna. Sempre con la pelle olivastra, ma con i capelli più tendenti al marrone. Un hotel, un ultimo abbraccio, la sensazione di pericolo e poi di perdita. I ricordi su questa donna erano più sbiaditi, come se fossero troppo antichi.

E alla fine un nome..."Maria".

Poi un grande signore dai capelli unti e neri. La sensazione di morte. Il freddo. Una stanzina sbiadita e nera. Le urla delle anime. La fioca luce dei campi elisi.

Gli inferi e mio padre Ade.

Nico sentiva il suo dolore, ma era troppo impaurito per parlargli.

Poi la fuga dagli inferi ed un lungo viaggio nel mondo, con un spirito traditore.

Il desiderio di riportare in vita, anche solo per poco, la sorella.

Il profumo degli Happy Meal. La sorpresina al loro interno. La speranza che quel piccolo oggetto gli dava. Lo faceva sentire come se davvero si potesse ottenere un regalo così facilmente.

E poi la sensazione di non essere mai a casa. Il non accettarsi per l'essere gay e per avere una cotta per il figlio di Poseidone. I viaggi nel Tartaro. Il tempo passato nella giara, campando solo grazie ad alcuni semi di melagrana. La caduta di Percy ed Annabeth nel Tartaro. L'incontro con cupido. La strana amicizia con Jason. E il rapporto crescente con la sorella che era riuscita a salvare. Il viaggio verso il Campo Mezzosangue per evitare una guerra. Il peso dell'Atena Parthenos e degli altri due viaggiatori. Il suo scomparire lentamente tra le ombre. L'amicizia con Reyna, e le loro lievi somiglianze. Poi Ottaviano e la sua caparbietà e la sua insistenza. Ma soprattutto un ragazzo. I capelli biondi spettinati, gli occhi azzurri come il cielo e due righe sulle guance. Un pessimo tentativo di spionaggio. Poi lo scorrazzare da un lato all'altro dell'ex terreno di guerra con questo ragazzo appena conosciuto. Un sentimento strano che si agitava nello stomaco. E che si agita tutt'ora quando una certa persona dal sorriso smagliante gli è vicina.

Poi, finalmente, la felicità.

Certo, Nico non aveva dimenticato o cancellato tutte le sue sofferenze, ma ora riusciva a sopportarle meglio.

Poi, in questi ultimi giorni, il ritorno all'inquietudine dei tempi di guerra.

Ed era tutta colpa mia.

In questo momento il moro era accanto a Will, e si tenevano la mano sotto il tavolo.

Jason li stava osservando sorridendo, e non potei fare a meno di sorridere a mia volta.

*

*

*

Non mangiai molto, non avevo fame.

Percy cercò anche di fare conversazione con me.

Alla fine scoprii di avere un sacco di lati in comune con lui!

Il disordine, l'incapacità di obbedire e di essere sottomessi, l'amore per le cose blu...

Dovevano essere tratti ereditari!

Scambiai qualche parola anche con Annabeth, ma lei era troppo presa dal cercare di fare pace con Piper.

Quando finimmo di mangiare mi congedai dal gruppo con un saluto ed un ringraziamento, e i ragazzi mi chiesero di stare nel loro tavolo anche a cena.

Declinai gentilmente l'invito, dicendo che dovevo preparare il materiale per il rituale dei ricordi.

Era uno degli altri strani poteri che avevo solo io.

Avevo già selezionato i ricordi da mostrare, ma sarebbe stato davvero difficile impedire ai ragazzi di guardare tutto quello che volevano.

Almeno speravo che non arrivassero a quello.

Non dovevo neanche considerarla come una possibilità.

Loro non lo avrebbero visto quel ricordo.

Cercai di recuperare la calma ed andai dritta verso la casa di Demetra.

Prima che potessi iniziare a vandalizzare il loro bel giardinetto per recuperare una spiga, sentii qualcuno toccarmi la spalla. A quel contatto sussultai, e mi girai lentamente.

Mi trovai davanti due occhi azzurri che sembravano contenere delle tempeste in miniatura ed un sorriso non sfigurato, ma bensì abbellito, da una piccola cicatrice.

-"Scusa, ti ho spaventata?"- chiese Jason titubante

-"Umh, no. Ma stavo per iniziare ad arrampicarmi su questa cabina per prendere una spiga..."- spiegai

-"Non sarebbe più facile andarci in volo?"-

-"Io... io non so volare."- risposi abbassando lo sguardo.

Non mi piaceva volare, per niente.

Non dopo quella volta.

-"Per tua fortuna, io sì... se vuoi ti porto in cima..."- propose lui

-"Io sono pesante! Non voglio ucciderti con la mia enorme massa"-

Ci mancava solo che mi facessi portare in volo da una delle poche persone a cui, per ora, stavo simpatica.

-"Ma no! Riesco a sollevare oggetti e persone molto peggio di te, poi faremo prima..."-

Ok. Era chiaro che mi volesse dare una mano.

Non potevo rifiutare così.

Ingoiai il senso di ansia e di paura e mi avvicinai a lui muovendo il capo per acconsentire.

Jason mi mise una mano intorno alla vita, e prima che potessi elaborare le mille sensazioni... piacevoli che erano scaturite dal suo tocco, arrivammo in cima.

Con un agile salto atterrai perfettamente davanti al mini-campo di grano che coltivavano i miei fratelli, presi una spiga, e tornai verso il mio ascensore umano.

-"Tornare giù sarà peggio... potresti sentirti mancare appena atterrata. Attaccati più stretta a me, se non vuoi farti male"- appena il figlio di Giove disse queste parole io arrossii, e feci come mi aveva chiesto.

Fu davvero strano tornare giù.

Se non fosse stato per la piacevole sensazione di vicinanza a Jason, quel viaggetto mi avrebbe fatto venire gli incubi.

Quando arrivammo, mi accorsi che non mi ero ancora staccata da lui, così mi allontanai in fretta arrossendo ancor più di lui.

-"G-grazie"- biascicai cercando di smettere di arrossire

-"Sempre disponibile"- mi rispose lui facendomi l'occhiolino, con il risultato di farmi diventare ancora più rossa. Stavo per andare a fuoco, letteralmente.

Mi allontanai verso la mia cabina, entrai e chiusi la porta alle mie spalle.

Mancavano ancora circa 4 ore al crepuscolo, quindi avevo tutto il tempo che volevo per estrarre dalla spiga l'essenza di mamma Demetra.

Mi sedetti sul letto e sentii che il mio cuore stava ancora battendo all'impazzata.

Quando chiusi gli occhi vidi il bellissimo volto del figlio di Giove, e riprovai un sacco di sensazioni strane tutte insieme.

Cosa mi stava succedendo? Cosa mi stai facendo Jason Grace?



























































ave semidei!

Mi piacciono Emma e Jason, sono troppo AWWWWWW... ma chissà se staranno mai insieme e chissà se il loro è amore🙃

a voi piacciono?

e Will e Nico😍

nel prossimo capitolo vedremo finalmente questi benedetti ricordi, e ci saranno molta Percabeth e molta solaaaaangelo...

che ricordo nasconde emma secondo voi?


al prossimo aggiornamento!

C.L.B

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