Resta con me

נכתב על ידי markshade

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COMPLETA~ Livia è una studentessa italiana. Si è trasferita in Canada con la famiglia dove inizia una nuova v... עוד

Capitolo 1
Capitolo 2
Capitolo 3
Capitolo 4
Capitolo 5
Capitolo 6
Capitolo 7
Capitolo 8
Capitolo 9
Capitolo 10
Capitolo 11 (Parte 1)
Capitolo 12
Capitolo 13
Extra
Capitolo 14
Capitolo 15
Capitolo 16
Capitolo 17
Capitolo 18
Capitolo 19
Capitolo 20
Capitolo 21
Capitolo 22
Capitolo 23
Capitolo 24
Capitolo 25
Capitolo 26
Capitolo 27
Capitolo 28
Capitolo 29
Capitolo 30
Capitolo 31
Epilogo

Capitolo 11 (parte 2)

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נכתב על ידי markshade

Alla fine Brutus si è comprato anche un paio di occhiali da sole neri. Non so a cosa possano servigli, dato che qui il sole non c'è quasi mai, tranne oggi a quanto pare. Un raggio mi colpisce gli occhi. Poggiata sulle gambe ho la busta con dentro il vestito. Sospiro. "una volta conterò quante volte sospiri al giorno" mi fa presente.

Prende una buca e dondoliamo a destra e a sinistra. "cavolo.... devo cambiare gli ammortizzatori" sussurra. Mi piace questo Brutus, tranquillo e naturale. Non credevo che mi sarei divertita cosi tanto... ed invece. Alzo le spalle. "non sospiro tanto" non credo di farlo molto... vero? "ah no?" "no".

Continuo a guardare fuori dal finestrino. L'aria mi colpisce facendomi alzare i capelli. "Tranquilla, tra poco siamo arrivati". Annuisco. Mi piace stare in macchina, non so perché. Mi trovo molto bene con Brutus e questo mi fa pensare. Fino a poche settimane fa non facevamo altro che insultarci... ed invece adesso sono in sua compagnia e mi trovo bene... davvero bene. È impressionante come i rapporti tra le persone possano cambiare con tanta facilità... un giorno nemici ed il giorno dopo amici.

Mi giro e lo guardo con la coda dell'occhio. Tiene una mano sul volante e l'altra sul bordo del finestrino aperto. Il vento gli alza i riccioli, lo sguardo nascosto dietro gli occhiali da sole. È rilassato ed è rilassante starlo a guardare.

È un bel ragazzo... sarei falsa a dire il contrario. Mi vengono in mente i pomeriggi passati con Camilla, Benedetta e Anna. Ricordo le ore infinite passate con loro a parlare dei ragazzi con cui stavano al tempo. Mi riempivano le orecchie con i loro lunghissimi discorsi sulla loro bellezza e i suoi loro modi sopraffini. Poi però quando me li presentavano erano degli sgorbi. Non voglio essere cattiva ma mi sembravano brutti... non capivo il perchè... poi ho realizzato.

Non è vero che la bellezza è oggettiva, in nessun caso. La bellezza è molto soggettiva, ad ognuno di noi piacciono cose diverse. Mi viene in mente uno dei  detti popolari che mia nonna mi recitava spesso "non è bello ciò che è bello, è bello ciò che piace". Questo concetto lo posso applicare anche a Brutus, potrà non essere bello per molte ragazze, ma per me... è bellissimo e questo basta. 

"Livia... tutto bene?" mi ritrovo i suoi occhi addosso e la macchina ferma. Cavolo mi sono incantata a guardarlo. Mi giro di scatto guardando dove siamo. Ha parcheggiato in un vialetto in mezzo al bosco. "mi stavi fissando eh" un piccolo sorrisetto gli si forma sulle labbra. Imbarazzata lo spintono. Lui ride ed esce. Si stiracchia. Vedo che la maglietta si alza lasciandomi intravedere la pancia. Distolgo subito lo sguardo. Esco anche io e mi arriva un piacevole venticello addosso. Mi ricorda casa. Sorrido chiudendo gli occhi.

"è bello qua" dico prendendo una grossa boccata d'aria. "Livia... potresti indossare il vestito?" apro di scatto gli occhi e mi giro a guardarlo. È impazzito? Il bosco non è esattamente il luogo in cui indossare un vestito... bianco per giunta. "io... io non credo che sia il caso" tiro un calcio ad un ramo che sporge da un cespuglio. Quanto sono violenta? "potrei sciuparlo" non voglio che si rovini... non ho un vestito del genere a casa... e poi me lo ha regalato lui. 

"fallo per me" si porta gli occhiali da sole sulla testa. Ci guardiamo. Sorrido. Che cosa mi costerà mai? "dovrai ricomprarlo... lo sai vero?" gli punto un dito contro. "ne varrà la pena" Lui rimane impalato a fissarmi... ehm... "ok girati" gli ordino quando vedo che non si muove dalla sua posizione. Non avrà intenzione di restare qua vero? "su su... girati" lui ride. "ok, ok" mi da le spalle e comincia ad incamminarsi nel bosco. 

Entro in macchina, sedendomi sui sedili posteriori e comincio a spogliarmi. Faccio più in fretta che posso. Ok... è come se mi vedesse in costume... però per me, c'è differenza. Quando vado al mare non ho delle mutande bianche ad esempio... o un reggiseno scolorito, le lavatrici non sono il forte di mia madre.

"fatto?" urla.  Sento che è vicino. Finisco di fare il laccio alle scarpe da ginnastica... i sandali sono rimasti in negozio. Esco dalla macchina e me lo ritrovo davanti. "andiamo" dice solamente prendendomi una mano. Che cavolo gli prende?

Mi trascina in mezzo al bosco. Il bosco è ricoglioso, non ci sono piante secche, tutto è verde. Si sente l'ordore della selvaggina e della piante. Mi do un piccolo schiaffo sul braccio quando vedo una zanzara. Ecco questo è il brutto dei boschi, gli insetti. Continuiamo a camminare e vedo che Brutus è sicuro di se mentre gira a destra o a sinistra. 

"come fai ad orientarti cosi bene?" io non mi ricordo nemmeno da dove siamo entrati. "ehm... da piccolo ho fatto gli scout" oddio era una coccinella... una giovane marmotta, che carino. Mi immagino Brutus da piccolo con la sua divisa verde e le sue spille sul petto. Sicuramente era bravo a fare tutto. Mi viene da ridere. "perché ridi?" "ho pensato a come dovevi essere... tutto soddisfatto delle tue spille" Non so come mai ma me lo immagino tutto vestito di verde, con una giacca con mille spille sopra e un grande sorriso sul volto... tutto riccioli e denti.

Continua a camminare tenendomi per mano. Ad un certo punto si blocca e alza la testa. Sembra che annusi l'aria... oook. Inciampo su una radice sporgente. "vaffanculo" sussurro al povero pezzo di legno. Non è possibile che incimpi cosi tante volte, in più mi fanno già male i piedi. Non faccio molto sport quindi mi stanco molto velocemente. Porca miseria... sono una vecchietta dentro un corpo da giovane. Ora comincio a fare sport... seee come no, non riesco nemmeno a convincermi da sola. 

"ok... ci siamo" si ferma di colpo. Vado a sbattere contro la sua schiena. "che diavolo...". Si gira verso di me. Gli occhi illuminati e un gran sorriso. Ok... siamo arrivati. Mi guardo attorno ma continuo a vedere solo il bosco, gli alberi, le foglie... siii! Bello....

L'unica cosa diversa da prima è che gli alberi e i rami si sono fatti più fitti e bassi, sembra che ci sia un tetto fatto di foglie proprio sulle nostre teste. Chissà quanti insetti ci saranno là dentro... oddio rabbrividisco al solo pensiero. Uno degli incubi più brutti che abbia mai fatto è stato quello in cu imi trovavo in letto pieno di insetti che mi camminavano tutti sopra il corpo o sulla faccia. Odio gli insetti. 

"grande... wow..." non capisco perche fare tanta strada per vedere un pezzo di bosco, più fitto ok, ma sempre bosco è. La sua espressione cambia di botto facendosi seria. "Livia perché sei cosi prevenuta?" Detto ciò alza una serie di rami e un fascio di luce mi investe. "entra" mi incita. Sorrido e passo sotto il suo braccio. Comincio a ridere... una di quelle risate fatte di pancia e felici.

"ti piace?" mi giro verso di lui e di slancio lo abbraccio. "grazie Brutus". Illuminati dai raggi del sole si stende una piccola raduna di girasoli, dei bellissimi girasoli alti e sani. L'odore di Brutus mi arriva al naso, sa di buono. Questa è una delle cose più carine che una persona abbia mai fatto per me. È bellissimo. Per un primo momento sento Brutus esitare, forse non si aspettava che lo avrei abbracciato, ma poi le sue braccia mi stringono i fianchi. 

"mi hai detto che ti mancava casa... e quando mi hai parlato dei girasoli mi è venuto in mente questo posto" mi stacco. "erano soltanto cavolate" mi giro verso i fiori che intanto osservano muti la scena. Un leggero venticello ne smuove alcuni. "bhe... io ti ho ascoltato" eh si... mi viene ancora da ridere. Non sono mai entrata in un campo di girasoli... certo li vedevo dal finestrino della macchina ma... questo è diverso e bellissimo.

In un impeto di gioia comincio a correre. I robusti gambi dei fiori mi arrivano fino alla vita. Sono molto belli. Mi allontano da Brutus. Non credevo che mi avrebbe fatto questo tipo di sorpresa... è stato molto carino. Mi sento a disagio... e felice. Io non mi merito queste sorprese... con lui sono sempre stata scortese ed indifferente, ed invece lui... Tocco un petalo giallo.

"ti piace?" annuisco guardando il fiore. Io non mi merito tutto questo. "perché mi hai portato qua?" cosa vuole da me? Oddio, lo so cosa vuole da me... credo di averlo capito... nessun ragazzo farebbe una cosa del genere per amicizia. Non so se voglio essere sua amica... no! Non voglio. Si avvicina e mi prende una mano.

"te l'ho detto... volevo portarti in un posto che ti ricordasse l'Italia... voglio che ti senta a casa anche qua" comincia a massaggiarmi le nocche della mano. il suo tocco è gentile e caldo. La tiro indietro. Cosa gli prende? Cosa mi prende? Fino a pochi giorni fa non ci parlavamo nemmeno mentre adesso mi dice cose carine e mi prende le mani, si presenta a casa mia, si appropria della mia camera... cosa diavolo sta succedendo?

Faccio un passo indietro. Mi ha fatto piacere che mi abbia portato qua... ma sta succedendo tutto troppo in fretta e non capisco se è sincero dato che inizialmente non ero esattamente la sua migliore amica. Lui fa una faccia dispiaciuta. "Brutus... cosa stai facendo? Cosa stiamo facendo?" come ho detto ci vuole chiarezza nella vita. Questo non è chiaro... non so cosa vuole da me... posso immaginarlo, ma non lo so e siccome non possiedo il potere di leggere nella mente, dovrà dirmelo. 

Il sole mi riscalda la pelle... tutto ciò mi ricorda casa e mi fa acquistare più sicurezza e soprattutto mi riscalda il cuore perché mi ricorda il suo gesto gentile. Sono divisa a metà, da una parte sono confusa dal suo atteggiamento cosi contraddittorio, dall'altra sono molto felice di quello che ha fatto per me e vorrei di nuovo abbracciarlo.

"cosa vuoi da me?"  Lui si irrigidisce alla mia domanda. Assume un'espressione fredda e seria, come se si fosse aspettato una domanda completamente diversa. Vedendo questo cambio di atteggiamento gli prendo le mani. Deve capire che con me può stare tranquillo, che mi fido di lui e non andrei mai a dire i suoi segreti agli altri, non l'ho fatto la sera della festa e non lo farò adesso. "mi avevi promesso niente problemi" sussurra lui guardando per terra e stringendo la presa. Sospiro. 

Poggio una mano sulla sua guancia e gli alzo la testa. "tu devi spiegarmi tutto... solo quando mi avrai detto tutta la verità non ci saranno più problemi". Mi siedo a terra. Fanculo il vestito, fanculo il fatto che mi sporcherò tutte le mutande con la terra e che molto probabilmente sotto di me ci sono un sacco di insetti. Lui mi guarda. "vieni" gli dico. Passano alcuni minuti ma lui sta fermo. Oddio s'è bloccato... Error 404. Ad un certo punto si scongela e si siede accanto a me. Tiro un sospiro di sollievo. 

"io ti ascolto Brutus... e cercherò di non giudicarti" ridacchia... meno male, se ride posso ancora sperare di riuscire a convincerlo. "cercherai?" alzo le spalle. "purtroppo ho il vizio di giudicare un po' troppo... ma sto cercando di migliorare" ho notato che giudico molte persone, non so come mai, mi viene naturale e lo faccio. La prima impressione per me conta molto, ma si deve andare oltre... lo si deve fare per forza. Anche con Brutus la prima impressione aveva fallito. Pensavo che fosse un ragazzo pieno di problematiche, abituato a prendersi quello che vuole con la forza, invece adesso vedo davanti a me un ragazzo molto deciso ma gentile... molto gentile. 

Forse è troppo presto per cambiare opinione, ma quello che mi sta mostrando mi spinge a fidarmi. Gli prendo una mano e la stringo. "non sei solo" gli ricordo quando vedo che fa fatica a parlare. Sorride. "si che lo sono... solo che tu non puoi capirlo" sospiro. Ormai non so quante volte ho sentito questa frase. Ogni volta che inizia un discorso mi ricorda che non posso capire... ma io mi chiedo, ho per caso scritto stupida sulla testa? Lo guardo negli occhi. Per favore, per favore... fidati di me... per favore. 

"io... io ho... una specie di malattia" dice infine. Vedo che sta cercando le parole giuste. Annuisco. "la stessa che ti fa essere cosi caldo?" gli chiedo portandomi la sua mano sulla guancia. Emana sempre calore... è molto bello. Anch'io lo vorrei... è come se il sole fosse sempre con lui... è una cosa stupida vero? "si" mi guarda cercando di dirmi di più ma io non lo riesco a capire. "Brutus... non ho il super potere della telepatia... ti giuro, vorrei tanto, ma non ce l'ho, l'unica cosa che puoi fare è continuare a parlarmi" non sopporto le persone che mi dicono che riescono a leggere gli occhi... che significa? Io non riesco a capire nemmeno le parole alcune volte. 

"questa malattia mi fa cambiare... mi rende una persona che non sono" fa fatica a parlarne. Gira leggermente la testa come se fosse percorso da un brivido, gli occhi si illuminano leggermente.  "io divento un'altra persona, non riesco a riconoscermi, non mi sento più... me stesso" continua. Sospira e si sdraia per terra guardando il cielo. 

"Tutto è cominciato quando mia madre se n'è andata ... credo che questo abbia scatenato qualcosa in me... cosi mi sono ammalato. Da quel momento tutto è cambiato, non solo come mi sentivo ma anche le persone che mi circondavano... mio padre era irriconoscibile e anche gli altri..."  gli altri? chi? Non voglio innervosirlo con le mie domande, cosi sto zitta. Quindi lui è malato... dall'aspetto non lo sembra... per niente. Ci sta che sia qualcosa di mentale... oddio è matto? No, no, no, non giudicare... devo provarci. Forse sotto c'è altro, forse sta parlando per metafora, come quella volta nell'ufficio del preside.

"anche adesso stai male?" gli chiedo preoccupata guardando le nostre mani intrecciate. Oggi mi sembra più rilassato, mi sembra che stia bene e che non abbia le solite preoccupazioni... incosciamente spero che sia io che lo faccia sentire cosi. Si gira verso di me e si avvicina soprattutto al mio volto. 

"no Liv... no" scuote la testa. Mi ha chiamata Liv... nessuno mi ha mai chiamato cosi... ma quanto posso essere scema? Mi emoziono per un soprannome. "voglio questo da te" mi dice riferendosi alla domanda che gli ho fatto prima. Mi sposta una ciocca di capelli dalla faccia. "tu mi fai essere come voglio... quando sono con te mi sento bene, la malattia scompare e divento... solo Brutus" non riesco a capire... ha ragione. 

Sento che sta facendo una cosa più grande di lui, sento che tutto quello che mi sta dicendo è troppo, che non si è mai esposto cosi tanto... per questo quello che mi sta dicendo va più che bene. Non voglio forzarlo, molto probabilmente, come per Allison, anche lui sta nascondendo dei segreti altrui. 

"io sono diviso tra quello che sono e quello che voglio essere". 

Alzo un sopracciglio. Lui ridacchia. "lo so... lo so è complicato" continua a ridere guardando davanti a se. Una nuvola si sposta e un raggio di sole lo colpisce in pieno. Cazzo... è bellissimo. Gli occhi risplendono e non di quella strana luce che di solito gli illuminano le iridi, il verde attorno alla pupilla risplnde cosi anche il marrone che lo circonda. Vedendo che lo sto fissando sposta lo sguardo su di me, alzando un sopracciglio. 

In un moto di coraggio mi avvicino e lo bacio. Fanculo! Purtroppo però non sono brava... essendo il mio primo bacio, quindi gli do più una dentata che altro. "ahia!" dico portandomi una sulle bocca. Che male!

"dovevo aspettare te... porca miseria" dico succhiandomi il labbro inferiorie. Che dentata gli ho tirato! Alzo lo sguardo e vedo che mi fissa con gli occhi aperti. "tu... tu... " sbaglio o è arrossito. Imbarazzata distolgo lo sguardo. Ennesima figura di merda... che cavolo mi è preso?

"tu mi ha baciato" sembra sconvolto, come se non se lo sarebbe mai aspettato. Maledetti ormoni del cavolo! Ridacchio. "c'ho provato, ma ti ho tirato più una testata a quanto pare" rispondo vergognandomi. Oh cavolo che imbarazzo! Ma che... io... vado a scavarmi una fossa... si dai, ci sta, bella profonda e capiente. Comincia a ridere di gusto. 

"oddio Liv... " si porta una mano alla pancia chiudendo gli occhi. Nonostante tutto mi viene da ridere. Mi piace vederlo cosi. "bravo ridi, ridi, prendimi in giro" dico cercando di fare l'offesa... però pensandoci potrei anche cambiare identità... Cassandra Cassio mi chiamerò, si! 

Brutus finalmente smette di ridere e piano piano si riavvicina. "Adesso ti faccio vedere cosi si fa... ok?" mi chede il permesso. Lo fisso annuendo leggermente. Dopo ciò posa le labbra sulle mie. Oh cavolo... cavolo, cavolo, cavolo! Sto baciando Brutus! Le sue labbra sono delicate, leggere. Non è un bacio passionale, sta cercando di tranquillizzarmi, di farmi capire come devo fare.

Si stacca e mi guarda. Ho rovinato il mio primo bacio con Brutus, il mio primo bacio in generale... alla grande. "ti piace?" mi chiede spostando lo sguardo dalle mie labbra ai miei occhi. Annuisco, non riesco a parlare... non riesco neanche a guardalo da quanto sono imbarazzata. Per sfuggire alla situazione mi nascondo poggiando la testa sul suo petto.

"Liv..." cerca di farmi alzare la testa, ma mi rifiuto. Sono in imbarazzo... lui mi ha baciata... io... non sento più lo stomaco, mi è uscito dal corpo? Il cuore va a mille e mi sento... felice. "si... mi è piaciuto" finalmente riesco a parlare e poi a guardarlo. I suoi occhi sono luminosi, sembra anche lui al settimo cielo. "era il tuo primo bacio?" annuisco. 

Chi cavolo l'ha mai baciato un ragazzo? Io no! Dopo ciò mi sposta sulle sue gambe, in pratica sono seduta su di lui. I nostri volti sono di nuovo vicini e i girasoli ci nascondo dal mondo esterno. Wow... scena da film. 

"anche per me" mi sussurra. Rido. "bugiardo" lo spintono ma lui non si muove di un millimetro. "dico davvero" mi risponde serio. "nel senso... vuoi contare anche Samantha Collins in prima media?... Si? Bhe... allora sei la seconda, ma con lei è stato... blah... abbastanza disgustoso" dice muovendo le mani davanti alla bocca e facendo un'espressione disgustata.

"non sapevamo bene come fare" ammette infine. Rido. "bhe... io ti ho tirato una dentata" non credo di essere andata meglio di Samantha Collins. Sorride. "si ma con te non è stato disgustoso... anzi... " si avvicina di nuovo. Mi vuole ribaciare? Lo guardo e mi avvicino anch'io... e chi glielo impedisce?

Mi lascia proprio davanti a casa mia. "grazie per oggi" gli dico riferendomi al vestito, alla sorpresa e paradossalmente, anche ai baci. Si sporge dal suo posto e mi da un altro bacio. Siamo migliorati molto... nessuna dentata questa volta. Mi piace baciare Brutus. Porta una mano dietro alla mia testa cosi avvicinandomi sempre di più. Sorrido quando ci stacchiamo. Allora è cosi che ci si sente? Sono al settimo cielo. 

"di niente" sussurra. Stavolta lo bacio io... mi stancherò? Spero di si. Stavolta ride lui. "mi piaci Liv" mi ripete. Sento di nuovo le farfalle nello stomaco. "anche tu" mi piace Brutus, si! Lo ammetto, alla fine cedo. Ridiamo insieme. Ma quanto ridiamo? Qualcosa comincia a vibrare. Lui si guarda le tasche. "ti stanno vibrando le palle" dico senza pensarci. Lui ride. "sta zitta" prende il telefono e guarda lo schermo. 

Il suo sguardo si fa subito serio. Eccoci! "stasera che fai?" mi chiede continuando a guardare lo schermo. Guardo fuori dal finestrino. Ormai il sole è calato, tra poco si cena! Lo stomaco comincia a brontolare, ho fame. Chissà cosa avrà cucinato mamma? Mi immagino la sua faccia quando gli racconterò di questo appuntamento... sicuro mi darà un preservativo. Mi riconcentro su Brutus che perà non ha più la stessa espressione di prima. 

La luce della luna piena gli illumina i tratti. Gli accarezzo un ricciolo cercando di tranquillizzarlo. "niente di che... stasera dovrei vedermi con Charlotte... sai per chiarire la questione dell'altro giorno" gli dico girandomi verso casa. Alcune luci sono accese e vedo il profilo di mio padre che compare dietro alle tende di cucina. 

"stasera?" la sua voce è allarmata. Si irrigidisce e mi guarda serio. "Tu non puoi vederla stasera" Lo guardo male, cos'è questo cambio di tono? "perche no?" sorrido cercando di non litigare con lui. "perché te lo dico io... tu stasera non vedrai Charlotte" chiude il telefono e lo getta. Cosa... perché fa cosi? Cosa diavolo gli prende? Scuoto la testa. 

"io devo chiarire... ci tengo a lei... poi è stata proprio Charlotte a fissare per stasera... dai, adesso devo andare" mi avvicino per dargli un ultimo bacio ma lui si scansa. "no Livia... non posso permetterlo. Farai come dico io" Adesso non solo è serio ma anche autoritario. Lo guardo male. Ma che cavolo? Ecco il Brutus di sole poche settimane fa... ecco il Brutus che comanda.

"no! Non farò come mi dici... brutto botolo ringhioso" Ho cercato di restare calma, ma la pazienza è un virtù che non possiedo, purtroppo. Stava andando tutto cosi bene, perché adesso deve rovinare tutto?

Mi prende per un braccio e comincia a stringere. "tu non andrai" scandisce bene ogni parola. I suoi occhi cambiano colore... come quella volta a casa di Erik, quando mi aveva spaventata. Cosi diversi da quelli di oggi... cosi poco umani. "mi...mi sta facendo male" sussurro guardandolo. Lui sembra risvegliarsi da un sogno ... guarda la sua mano e poi me. "Liv... io... scusa". Scusa un cazzo!

Esco dalla macchina sbattendo la porta. "fai pace con il cervello Brutus!" gli urlo cominciando a correre. Entro in casa lasciando lì e senza voltarmi. Stasera andrò a tutti i costi! Che mi potesse cadere un meteorite in testa... se non lo faccio. Ma chi cavolo si crede di essere? Mi ha fatto pure male. Imbecille!

Vedi... i maschi... prima sono tutti carini, gentili e alla fine pensano di poter avanzare pretese solo perché li baci. Ma che diavolo! Dalla cucina compare mio padre. Mi squadra da capo a piedi. "wow Ragazzina... quel vestito da dove viene fuori? Anche se la scelta delle scarpe è opinabile..." lo abbraccio affondando la faccia nei suoi vestiti. Senza dire niente anche lui ricambia il mio abbraccio. Quando ho bisogno, lui c'è... sempre. L'unico uomo che può dirmi cosa devo fare. 

"devo andare a spezzare qualche gamba?" mi chiede dandomi un bacio sulla testa. Rido. "non ancora". Dalla cucina spunta mia madre con uno straccio in mano. "che succede?" chiede quando ci vede abbracciati. La guardo... credo di avere i lucciconi agli occhi. Come ho detto io piango dalla rabbia, anche in questo caso è cosi, piango perché stava andando tutto bene... e alla fine lui ha rovinato tutto. Fanculo!

Quando incontro Charlotte mi farà una foto e gliela invio... lo giuro! Gne Gne. "oh amore mio" dice lei avvicinandosi e abbracciandomi. Le braccia dei mie genitori mi racchiudono, sono in un bozzolo di calore... lo stesso di oggi, lo stesso di Brutus. 

"i primi colpi dell'amore" mia madre... e le sue uscite. Adesso mi sento decisamente meglio... si... "sai cosa facevo io quando tuo padre mi faceva soffrire?" mi chiede mia madre guardandomi negli occhi. Scuoto la testa. Mio padre alza gli occhi al cielo.

"mangiavo" ridacchio. "e guarda che fortuna... ho appena sfornato la pizza... questa volta credo che mi sia venuta più buona" mi sorride. Adoro mia madre.  "ci ho messo anche il salame piccante" Lei si che mi capisce... tutti e due ci riescono. Sento l'inconfondibile odore della pizza e lo stomaco comincia a brontolare. 

"vieni" si avvia verso la cucina scomparendo. "esagerata... io non l'ho mai fatta soffrire" mi sussurra mia padre. Rido. Racchiudo Brutus io in un piccolo cassetto e mi godo la mia famiglia.

Esco di casa. Dopo una bella doccia sono tornata come nuova. Ovviamente andrò da Charlotte, devo chiarire questa situazione di merda, non posso certamente sottostare agli ordini di quel botolo. 

Non sono dispiaciuta di averlo baciato, anzi... lo rifarei, anche adesso, Brutus mi piace, ormai l'ho ammesso, ma non capisco perché abbia reagito cosi. Altri segreti, di sicuro. Mentre mi facevo lo shampoo ho pensato alle parole che mi ha detto questo pomeriggio. È malato... diventa una persona che non vuole essere... forse è successo proprio questo, forse in quel momento era la malattia a parlare e non lui... non lo so... non lo so. 

Sospiro calciano un sassolino. Attraverso il vialetto di casa... prima qui stavo aspettando Brutus. Sorrido. Fanculo la rabbia e l'orgoglio... dopo lo chiamo... anche solo perché mi possa spiegare meglio la situazione. Non possiamo litigare subito... e poi per cosa? Devo solo parlare con lui e tutto si aggiusterà.  

Mi arriva un messaggio di Charlotte che mi avverte che è arrivata. Comincio a camminare più svelta per avviarmi verso il luogo dell'incontro. Il posto non è molto lontano da dove abito però se continuo a camminare cosi lenta, la farò aspettare. Prima di questo messaggio mi compare anche quello che mi ha mandato ieri sera... Dobbiamo parlare. Devo risolvere questa situazione con lei. Non capisco perché se la sia presa così tanto. Non è normale... lei non è normale. 

Mostra di essere timida, ma con me ha parlato subito, è ossessionata da dei ragazzi del liceo... del liceo, molto probabilmente tra pochi anni saranno già tutti stempiati e lavoreranno in un posto che non gli piace. Non ha famiglia, non ha casa... chi è Charlotte? Dovrei essere più arrabbiata io di lei. Lei mi ha mentito, mi ha tenuto nascoste delle cose, pensavo che non conoscesse Brutus ed invece l'altro giorno gli stava parlando come se niente fosse. Che cosa mi nasconde anche lei?

"ahhh" faccio un urlo... non ce la faccio più con tutti questi segreti. Certo che sono strana, quando sono da sola non vorrei altro che mi raccontassero tutto, ma quando sono con loro e vedo la loro difficoltà a raccontarmi della loro vita, mi ammorbidisco e lascio stare tutti i miei obbiettivi. Io non funzione bene, ve lo dico io. Non sono mai coerente...

Finalmente arrivo ma non vedo Charlotte. Mi guardo attorno. Sono all'ingresso di un parco, una lunga via entra dentro un cancello di ferro e numerosi alberi si affaccaino sul cammino. Sono sicura che di giorno è un luogo bellissimo ma adesso mi fa paura... ci sono solo io. Mi stringo nella felpa. Per fortuna ci sono i lampioni e i raggi della luna piena riescono ad illuminare anche l'interno del bosco. Perché ha deciso di venire qua?

"che cavolo di situazione..." "adesso parli anche da sola?" mi giro di scatto. Charlotte è proprio di fronte a me. "oddio mi hai fatto paura" le dico con un sorriso tirato. Lei mi guardo seria. Non ha una bella cera. Ha delle profonde occhiaie, la pelle è cianotica e sta sudando molto, tanto che alcune ciocche di capelli sono appicciate alle fronte. "stai bene?" le dico preoccupata avvicinandomi con una mano. Lei si scansa. "non mi toccare" dice aggressiva. Ritraggo la mano. Che le prende? Di solito è sempre calma. 

"che cos'hai Char?" lei chiedo seriamente preoccupata. Lei scuote la testa. "sono... " non finisce la frase. Cerco di avvicinarmi di nuovo. Stavolta mi permette di toccarle un braccio. Sta scottando. "vieni... vieni con me" le dico prendendola sotto la spalla, cercando di assumere un tono di voce tranquillo e rilassante. Non ho idea di come abbia fatto ad arrivare fino a qui in queste condizioni.

"se stavi cosi male non dovevi venire... potevano fare un'altra volta" le dico cercando di portarla verso delle panchine che sono vicine all'entrata del parco. Rido realizzando in che situazione mi trovo. Ahhh... doveva rimanere a casa.  Per fortuna non pesa tanto e con facilità riesco a trasportarla fino alle panchine. Sembra che non abbia la forza di fare niente. 

"dovevo dirti che mi dispiace" sussurra. Awww... ok, la adoro. Arriviamo e la faccio sedere. Mi siedo affianco a lei. "ho sbagliato io Charl... non dovevo rubare quelle informazioni... la tua vita privata deve rimanere privata" tiene la testa rivolta verso il basso, strano. Respira in modo affannoso. Mi fa paura. 

"tu... tu non hai fatto niente" ripete più convinta... con una voce rabbiosa. "Charlotte cominci a farmi paura" cerco di scherzare... ma in realtà mi sta davvero impaurendo. Se mi collassa qui non so come reagire... dovrei chiamare l'ambulanza. 911, giusto? Oddio forse si usa solo in America. 

"Livia... sto bene" fa un profondo sospiro e si mette dritta con la schiena. "l'altro giorno mi sono comportata male... ma... " gira la testa in modo strano... come se un brivido le avesse appena attraversato tutto il corpo. La luce della luna piena la illumina. Riesco finalmente a vedere i suoi occhi... sono... sono... fosforescenti. 

"Charl... tu hai... hai... " non riesco a spiegare bene il colore dei suoi occhi. Mi alzo di scatto dalla panchina, cominciando ad indietreggiare. Questa non è influenza. "che cavolo... " che sta succedendo? "io... voglio..." altro piccolo scatto con la testa... ora gli esce un alieno dal corpo. Ok... come posso scherzare in un momento del genere?

"Charlotte... davvero tu non stai bene" "STO BENE" si gira di scatto verso di me tirando un pugno sul legno che comincia a scricchiolare. La voce è totalmente diversa e la bocca... dalla bocca vedo chiaramente i canini... sono più grandi e affilati. Mi allontano di scatto. 

"Charl... " anche lei si alza. La luna la illumina. Lei alza la testa e la guarda. Mi allontano lentamente. Sta per succedere qualcosa, me lo sento. Non posso stare qua... io sento di dovermene andare. Casa mia non è molto lontana... 

Mi sento una preda... in piena regola... Charlotte riporta di scatto i suoi occhi su di me, come se avvertisse la mia paura. Adesso la faccia è completamente sfregiata da un ghigno, un rivolo di saliva le esce dalle labbra. "ahhhh" tiro un urlo e comincio a correre. Ma che cazzo! Corro, più veloce che posso. Oddio! Oddio! Oddio! L'adrenalina comincia a scorrermi nelle vene. 

Cosa diavolo? Sento la paura e questo mi porta a correre ancora più veloce. Non mi guardo mai indietro, col cazzo! Cerco di visualizzare casa mia, se continuo a correre cosi veloce tra poco sarò salva... i miei pensieri vengono interrotti quanto sento un ringhio e delle mani mi prendono per i fianchi. Tiro un altro urlo e comincio a tirare pugni e calci a caso. Qualcosa mi ha afferrata. Charlotte... no... non è Charlotte... ma che diavolo è? La faccia è completamente diversa... ha dei peli attorno alla faccia, gli occhi si sono allungati... sembra... un lupo... continuo ad urlare. 

"lasciami!" Lei sembra non capire, non sembra neanche sentire. Gli tiro una gomitata al mento e sento al sua presa allentarsi... mi libero e ricomincio a correre, ma sono troppo lenta. Sento degli artigli entrare in contatto con la mia gamba. Inciampo a causa del dolore. Sulla polpaccio sono comparsi dei graffi da cui esce del sangue.

Charlotte mi afferra e mi porta verso il bosco. Col cazzo, brutta bestiaccia! Mi divincolo ma lei è più forte di me... lei? No... non è Charlotte... devo essermi confusa... cosa sta succedendo? Mi prende la gamba ferita e ci tira sopra un pungo. Urlo e vengo storida dal dolore. Approfittando della situazione la cosa ricomincia a trascinarmi nel fitto del bosco, allontanandomi cosi dalla strada... lontano dalla speranza e dalla luce. 

"NO!" cerco di opporre resistenza con le mani, ma senza successo. Mi prende per i fianchi conficcando gli artigli nella carne. Urlo. Fa male. Mi esce una piccola lacrima. Chi diavolo pensava che sarebbe finita cosi? Io volevo solo risolvere... io volevo solo che fosse mia amica. 

Sento le forze venire meno. Mi lascia andare e cado a terra inerme. Aveva ragione Brutus... aveva ragione lui... la cosa comincia ad annusarmi e lecca il sangue che mi esce dalla gamba. Un'altra lacrima. No! Non è ancora finita. Si avvicina al mio collo e vedo che tira fuori i denti pronta a mordermi. 

"col cazzo!" gli tiro una testata e mi rialzo. Ho poco tempo... spero di averla stordita abbastanza... corro verso la luce dei lampioni... corro verso la strada. Sento dei rumori... è dietro di me... sicuramente. Cado... queste maledette radici del cazzo. Vedo dietro di me gli occhi della cosa, risplendono nel buio, un giallo agghiaggiante... quella non può essere Charlotte. 

Si avvicina e si lecca le labbra. Sorride. Sono la preda... questa è la sua caccia. Mi sono messa in pericolo da sola. La guardo. Sono a terra... lei è più forte di me... in tutto... non so cosa sia... cosa... queste cose non esistono. Deve essere tutto un sogno... si. Si avvicina. Lentamente... inizio a tremare... cosa... ho paura. Noj riesco a pensare lucidamente. Lei sorride come se gli piacesse sentire il mio terrore.

Mi abbraccio le gambe. Io non voglio morire qua... io non voglio... io... "Charl... " provo a chiamarla come ultima risorsa. La cosa continua a camminare verso di me... ormai è vicina. "Charl..." riprovo, la faccia è completamente diversa, adesso riesco a vedere bene gli occhi allungati, la bocca fregiata da denti affilati, il volto più grande e le orecchie appuntite. È un mostro. 

Non mi sente... questa non è lei... queste non è Charlotte. Alza la mano, anzi, gli artigli... mi sta per colpire. Chiudo gli occhi aspettando di non sentire più niente ma il colpo non arriva. Apro gli occhi e vedo una macchia marrone... non riesco a vedere bene... questo bosco del cazzo! Assottiglio gli occhi... non è una macchia, è un lupo... un lupo più grande del solito. Fanculo.

Mi alzo e comincio a correre. Scappo... grazie lupo per il tuo sacrificio. Non sono coraggiosa... le persone coraggiose sono stupide, sono le prime a morire, io scappo finche ne ho la possibilità. Corro. Intanto dietro di me sento arbusti che si spezzano, righi e guaiti. Sorrido di felicità vedendo la luce della strada, sono quasi arrivata! 

Sto per uscire dal bosco quando davanti a me si parano altri due lupi... uno dal manto grigio mentre l'altro nero... cazzo... stasera devo morire... qualcuno ha deciso cosi. Mi ringhiano... non mi hanno salvata... hanno solo lottato per aggiudicarsi il pasto... se non mi mangia la cosa... bhe lo faranno loro.

Indietreggio. "buoni" cerco di calmarli... sono cani infondo, cani affamati ma pur sempre cani. "buoni" metto una mano davanti. Il corpo comincia ad accusare le ferite, la gamba mi fa male anche se è meno grave di quanto pensassi... riesco ad appoggiarla per terra. Indietreggio ancora... sento la schiena che si scontra contro un albero.

Guardo le luci della strada. Cazzo c'ero cosi vicina... ero vicina alla salvezza. Ti prego Dio... ti prego non farmi mangiare da queste bestiacce. Il lupo dal manto nero ringhia facendomi vedere i denti... non è un buon segno. 

"FERMI" sento una voce dietro di me. Dal nulla spunta Brutus. Mi sento sollevata ma anche confusa, ma sopratutto non mi sento più sola. Si mette davanti a me ed alza una mano. I due lupi continuano a ringhiare.

"non le farete del male" mi stupisco di vederlo qui... da dove cavolo è spuntato? Che ci fa qui? Oddio non riesco a capirci niente. Perché parla a dei lupi? "Brutus..." lui mi ignora. "Allison no... " sussurra lui. Che? Mi prendo la testa tra le mani. "nononono" non ci capisco più niente, credo di impazzire. 

"Liv... non..." Sento le mani di Brutus su di me. Il tocco di questo pomeriggio. Mi leva le mani dagli occhi. "guardami... piccola guardami" Apro gli occhi e vedo i suoi occhi. "mi dispiace... io..." dietro di lui il lupo dal manto grigio... si... trasforma... io... io non riesco a credere ai miei occhi... io mi sto sognando tutto... questo non è possibile. Scuoto la testa. Davanti a me vedo Erik... Erik... 

"sa troppo!" urla a Brutus. Brutus continua a guardarmi, non sembra ascoltarlo. Non riesco a... io... Brutus viene spinto e davanti a me compare Allison. "scusa" detto ciò mi prende la testa e la sbatte contro l'albero. Vedo nero. 

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