Resta con me

By markshade

138K 5K 574

COMPLETA~ Livia è una studentessa italiana. Si è trasferita in Canada con la famiglia dove inizia una nuova v... More

Capitolo 1
Capitolo 2
Capitolo 3
Capitolo 4
Capitolo 5
Capitolo 6
Capitolo 7
Capitolo 9
Capitolo 10
Capitolo 11 (Parte 1)
Capitolo 11 (parte 2)
Capitolo 12
Capitolo 13
Extra
Capitolo 14
Capitolo 15
Capitolo 16
Capitolo 17
Capitolo 18
Capitolo 19
Capitolo 20
Capitolo 21
Capitolo 22
Capitolo 23
Capitolo 24
Capitolo 25
Capitolo 26
Capitolo 27
Capitolo 28
Capitolo 29
Capitolo 30
Capitolo 31
Epilogo

Capitolo 8

4.7K 196 21
By markshade

Alla fine abbiamo vinto. Non so come hanno fatto, ma ci sono riusciti. Devo ammettere che non sono cosi bravi come mi aspettavo. Tutti a dire "guarda quanto sono bravi!" "sono una delle squadre più brave di tutto il distretto" "non ho mai visto giocare cosi" e poi mi tocca vedere queste mezzecalzette. Sospiro scuotendo la testa.

Charlotte urla mentre scuote le mani verso il campo, mentre Allison manda un bacio ad Erik che è in campo. Io sto ferma. Abbiamo vinto... seeee! Bene adesso posso tornare a casa e guardarmi un bel film con i miei. I giocatori della nostra squadra si prendono per mano e corrono verso gli spalti saltando. Esibizionisti... manco avessero finto la Champions League. Ennesimo sospiro. "Livi la smetti? Mi fai entrare l'ansia" mi sgrida Charlotte guardandomi male. I capelli neri del suo caschetto sono in disordine a causa del tifo sfegatato che ha fatto. È la prima volta che la vedo cosi... di solito è sempre perfetta. Le sorrido e le metto una mano sulla testa scuotendole i capelli. "ti faccio venire l'ansia?" la prendo in giro sorridendo. Lei mi da uno schiaffetto sulla mano. "eh basta! Mi spettini" rido. Mi piace dare noia a Charlotte è una di quelle persone che ti da soddisfazione e non se la prende... perfetta per un tipo fastidioso come me.

 I giocatori rientrano negli spogliatoi e per fortuna le persone cominciano ad allontanarsi, in molti scendono dagli spalti e in poco tempo ci sono la metà delle persone. "adesso che fate?" ci chiede Allison. Sorpasso Charlotte cominciando a scendere le scale. "torno a casa" dico alzando le spalle... anche perché si sta facendo sera. Qui la notte scende molto presto, alle 5 è già buio molte volte. "credo che andrò anch'io, domani ho un test importante e vorrei prepararmi." Allison mi guarda e mima con la bocca "studia?" le sorrido. Arrivo in fondo alla scalinata, dietro di me Charl e Allison.

 "Ragazze vi rendete conto che è sabato sera?" ci dice alzando un sopracciglio. Annuisco. "già... domani è domenica... io odio la domenica" dico assottigliando gli occhi. Lunedi e Domenica sono i giorni peggiori della settimana. Il lunedì perché è il primo giorno della settimana e la domenica perché è il giorno che urla "domani è lunedì!". "non è quello che volevo dire" risponde Allison. "perché odi la Domenica?" mi chiede Charlotte interdetta. "bhe è una giornata un po' di merda... il giorno dopo è lunedì" le spiego. "ragazze non volevo dire questo" "che vuol dire? Allora anche il martedì è un giorno di merda perché il giorno dopo è mercoledì" mi spiega Charlotte. "no... non è esattamente cosi..." continua "abbiamo perso il filo del discorso... " "non puoi paragonare il martedì al Lunedì è come paragonare un Godzilla con un cane... il lunedì non ti mostra la fine della settimana... di martedì almeno puoi pensare... bhe domani è mercoledì sono a metà settimana..."

 "RAGAZZE!" Allison urla interrompendo la nostra discussione. Alzo un sopracciglio scuotendo la testa. "che c'è?" le chiedo un po' arrabbiata... ero nel pieno di uno dei miei monologhi creativi. "volevo solo dire che è sabato sera... andiamo a divertirci" dice lei prendendo per un braccio Charlotte. "mi piace molto la vostra discussione sui giorni della settimana... ma vi assicuro che il Sabato... e anche il venerdì, ci sono le feste migliori" Feste... se... ma la domenica fa schifo. "a cui tu vuoi andare" finisce Charlotte. Allison annuisce euforica. "Erik di solito fa un piccolo raduno a casa sua dopo le partite" ci spiega. "Erik?" le chiedo dubbiosa. Cioè a casa sua? "bhe... si... so che l'ultima volta non è andata bene... ma possiamo riprovarci" mi dice di fretta. Sospiro... no, l'ultima volta che sono stata in quella casa sono dovuta fuggire.

 "ci divertiremo" mi rassicura. Certo, come l'ultima volta. Sorrido... forse posso chiudere un occhio per questa volta. La sua espressione è felice... ahhh, al diavolo... come si fa a dire di no davanti a tanta felicità. Sospiro. "dai andiamo". Fa gli occhi da cucciolo. "vi preeeego" sospiro. Guardo Charlotte la quale mi fa un piccolo sorriso alzando le spalle. "ok... ma dovrai accompagnarci a casa tu" le dico subito. "AWWW GRAZIE!" mi abbraccia. Il suo profumo mi invade le narici. Ricambio l'abbraccio, non succede tutti i giorni qua. La stringo. "grazie Livi" sento che non mi sta ringraziando solo per la festa... forse mi sta ringraziando anche per aver lasciato perdere. Certe volte si deve lasciare perdere... non credete? Ci stacchiamo e mi rivolge di nuovo quel grande sorriso. Spero di non star arrossendo... sarebbe molto strano. Distolgo lo sguardo, cercando di calmarmi. Mi piace vedere le persone felici.

Varchiamo la soglia della casa che è piena di gente. Alla faccia del raduno... questa è una festa in piena regola. Sembra che tutta la scuola si sia riunita a casa di Erik... no che ci siamo problemi di spazio eh.... Mi immagino solo la faccia dei signori Sullivan quando vedranno la confusione. Non che mi riguardi... ah e poi secondo me non esistono, tra parentesi. "Livi aspettami" dice Charlotte rincorrendomi. Mi fermo guardandomi indietro. "dai cazzotti Charl" dico spintonando un ragazzo, che mi guarda male. Se mi lasciasse passare... "non tutti sono come te, che ti fai spazio a spinte". Mi raggiunge. "perché tu non sei mai andata la domenica mattina al mercato... li devi fare la lotta contro i vecchi che vogliono fregarti la frutta più fresca" immagini di vecchietti super agguerriti al mercato mi tornano in mente. Possono sembrare docili... ma niente li può dividere dal loro cesto di insalata fresca. Perché poi se tu li spingi sei maleducato... ma se ti spingono loro, sei invadente. Mi manca anche questo... 

Charlotte mi guarda stranita. "pff lascia perdere" le dico sventolando una mano. Lei mi spintona sorridendo. "visto sei brava! non è tanto difficile" mi fa una linguaccia. Mi guardo attorno. Allison è proprio davanti a noi, mano nella mano con Erik. La casa è veramente piena di gente. Ci sono dei ragazzi seduti sul divano, alcuni radunati attorno al grande tavolo, molti altri in piedi. "FORZA RAGAZZI!" urla Erik e tutti gli altri cominciano a battere le mani. Le batto anche io. Erik si gira e mi fa un occhiolino. Alzo un sopracciglio... ma gli sto sul culo a questo o no? Mi sfodera una dei suoi smaglianti sorridi... alzo un dito medio. 

"ehi ehi" dice alzando le mani. Allison mi guarda male. Alzo le spalle. "mi stai simpatica tu... non lui" le spiego. La simpatia non è una proprietà transitiva. Lei scuote la testa. "andiamo a prendere da bere" Charlotte si avvicina alla cucina dove ci sono dei grandi fusti di birra proprio sopra l'isola. Molti ragazzi stanno spillando la birra. Erik riempie dei bicchieri passandomene uno. Guardo storto il bicchiere. "che c'è?" chiede Erik confuso. Allison scoppia a ridere e Charlotte mi leva il bicchiere dalle mani. "lei non la beve" risponde Allison continuando a ridere. AH AH AH... si prendiamo in giro l'handicap di Livia. Alzo gli occhi al cielo. "vado a sentire se abbiamo del succo di pompelmo?" mi chiede Allison cercando di trattenere una risata. "sai a chi puoi chiedere?" lei mi guarda confusa. "a chi?" "a sto cazzo". BOOOM! Ok... non è originale ma... BOOOM lo stesso! Mi sento molto soddisfatta delle mie battutine e sorrido compiaciuta, anche se nessuno ha capito cosa ho detto.

La serata procede bene, mi sto divertendo dopo tutto. Mi guardo attorno, riconosco molte persone che vengono alla nostra scuola. Avevo capito che questa casa fosse off-limits per tutto gli "umani"... invece qui vedo un sacco di gente che non fa parte del gruppetto degli stronzi. Sospiro... devo aver capito sicuramente male. La conversazione che ho sentito doveva essere tutta in codice, perché hanno detto davvero un sacco di cavolate. Mi tornano in mente parole come Alpha... o Beta... Brutus agitato. Mi guardo attorno e non lo vedo. Sospiro... ma si, che me ne frega! 

Charlotte mi da un piccolo colpo sulla fianco. "che ne dici di dare un po' di brio alla festa?" ha uno sguardo sbarazzino. La guardo male. "io?" alzo un sopracciglio. "si... l'ultima volta ci sei riuscita bene" mi ricorda. "ohhh... mi ero dimenticata la tecktonik" mi metto una mano davanti alla faccia. Che cosa imbarazzante. Allison comincia a muovere le mani cercando di ballarla. "si... alla fine ci siano divertite, no?". Scuoto la testa... ok che sono un po' matta, ma non funziono a comando. Le guardo. Sorridono. Accidenti... Sospiro.

 "siii!" esclama Charlotte. Mi alzo. "innanzitutto cambiamo musica" Allison mi prende per mano trascinandomi "da questa parte". Un ragazzo passa con una serie di bicchieri in mano. Ne prendo uno al volo bevendone il contenuto. "ehi! Che maniere!" chiudo gli occhi. Cavolo... se era forte! Scuoto la testa. Non so cosa ho bevuto, ma ringrazio il signore che non fosse gassato. Un po' di coraggio liquido mi aiuterà. Allison mi passa un telefono collegato a delle grandi casse. L'alcool comincia a farsi sentire. Altro piccolo segreto... sono intollerante all'alcool... mi basta veramente poco per uscire di testa. Comincio a ridere. La mia intenzione era di mettere una canzone italiana allegra... ma adesso ho cambiato idea... qui ci vuole qualcosa che tutti possono cantare. Ridacchiando e clicco sul tasto di avvio. 

"Yo listen up, here's the story. About a little guy that lives in a blue world, and all day and all night and everything he sees is just blue. Like him, inside and outside..." mi meraviglio quando in molti cominciano a cantare... è proprio questo l'effetto che volevo. Allison canta mentre Charlotte si guarda attorno "mai sentita" dice cercando di sovrastare il volume delle casse. Allison apre la bocca. "ma come?" "Charl esattamente da dove vieni?" le chiedo alzando un sopracciglio. Lei sorride. "dal mondo delle persone normali?". Sorrido pendendola per mano. Comincio a ballare, Allison mi imita. Balliamo come quella volta... ancora noi, ancora imbarazzanti. Siccome stavolta sono circondata da persone che lunedi a scuola rivedrò, mi bevo un altro bicchiere. 

Butto giù in un solo sorso. Oh cavolo! Gassato. Mi paro il naso. che imbarazzo. "oddio no!" ride Allison, anche Charlotte scoppia a ridere. "allora è vero". Rido anch'io, cercando di pulirmi il naso. Gli occhi mi lacrimano. "ovvio che è vero" Charlotte mi passa un fazzoletto. La ringrazio silenziosamente. "secondo voi mi ha vista qualcuno?" chiedo guardandomi intorno. "no... " mi dice Charlotte. "tutti" risponde invece Allison. Ma porca miseria! Perfetto. "ma che te ne frega?" sorrido ad Allison... in effetti.... 

La canzone sotto sta ancora andando. "i'm blue da ba dee da ba daa Da ba dee da ba daa, da ba dee da ba daa, da ba dee da ba daa. Da ba dee da ba daa, da ba dee da ba daa, da ba dee da ba daa". Balliamo. Sto sudando un sacco... sorrido. L'alcool sta facendo il suo dovere... bravo! Sorrido. Le canzone si susseguono ma noi continuiamo a ballare. Anche se loro hanno bevuto molto più di me, sono ancora molto vigili. Che rabbia! Sono sempre cosi perfette! Fanculo! Stasera sono in gioco. Bevo un altro bicchiere. "Calma Livi" mi dice Allison. La guardo sorridendo. "perché tu non sei come me?" lei strabuzza gli occhi. "co... come?" mi chiede... scuoto la testa. "i tuoi capelli sono come la paglia... ma non come quella che si dà da mangiare agli animali... più quella che viene descritta in modo poetico... come grano... capisci?" se da normale non so tenere la bocca chiusa, da brilla non ho filtri. Allison sorride "certo" metto un braccio sulle spalle di Charlotte. 

"anche tu... caschettina" le spettino i capelli. "Livi!" mi rinprovera. Sorrido. "anche tu sei sempre perfetta... anche tu sei diversa" la vedo interdetta. Sorrido. Sono tutti cosi strani, cosi suscettibili. Di solito le persone suscettibili nascondono qualcosa. "ti porto su ok?" mi dice Allison. "siiii!" rispondo avvicinandomi alle scale per poi farle a corsa. Vedrò il piano di sopra. Questa casa è immensa. Allison mi raggiunge guidandomi verso una stanza. "questa è la stanza degli ospiti". Non so neanche com'è fatto un ospite... loro hanno pure una stanza. Allison mi stende sul letto. Non sono cosi ubriaca... ho il controllo del mio corpo, ma sento che sono... invincibile. 

Charlotte è appoggiata allo stipite della porta. "sai Livi riesci sempre a stupirmi" dice sistemandosi meglio gli occhiali sul naso. Apro le braccia. Le lenzuola sono molto morbide e sopratutto calde. "almeno non si puoi dire che sono noiosa" sento la sua risata. "Eh no... per niente". "ti lasciamo un po' qui, per farti passare il giramento di testa" dice Allison. "a me non gira la testa" le rispondo. "certo" mi fa l'occhiolino e chiude la porta. Ok... mi gira la testa. Rimango sola. La musica continua ad andare. Guardo il soffitto. Mi annoio. Ok è arrivato il momento di attivare la mia curiosità. Mi alzo e mi guardo attorno. Comincio ad aprire un po' di cassetti a caso, ma dentro non trovo niente. Sospiro. Deve essere davvero la stanza degli ospiti. Ridacchio mentre esco dalla stanza. Il corridoio è vuoto. Meno male. Noto un sacco di stanze. Questa non è una casa, è un hotel.

 Prendo la prima maniglia che mi trovo davanti. Apro di botto la porta. Dentro noto un sacco di scarpe, varie cappotti, qualche scatola con su scritto dei nomi. Sospiro chiudendo. Ok.. Non mi arrendo. Prossima stanza. Apro la porta e noto subito che è una camera da letto. Bingo! Sorrido soddisfatta richiudendomi la porta alle spalle. "adesso mi diverto" al centro della stanza c'è un grande letto, sulla destra una finestra aperta. Davanti al letto, accanto alla porta, un armadio. Lo apro. 

Magliette... magliette ovunque. Deve essere la stanza di un maschio... di sicuro non è quella di Allison. Vado verso la libreria. Ci sono molti di libri anche qua... in questa famiglia leggono tutti tantissimo. Guardo alcuni titoli... qui ce ne sono molti famosi. "non potevi altro che essere tu" faccio un urlo indietreggiando. Sulla porta Brutus. Anche se per poco non avevo un infarto sorrido. Ormai sento che so solo sorridere. "esagerato... poteva essere chiunque" dico alzando le mani. "ma guarda strano non è qualcun altro" entra dentro la stanza sedendosi sul letto. Trattengo un sorriso. Indossa la solita maglietta. Prendo la prima cosa che trovo e gliela lancio. Un libro vola nella sua direzione. "ehi! Ma che ti prende?" mi chiede scansandolo. "ti vuoi coprire quelle dannate braccia?" gli chiedo. "non capisco come fai ad andare a giro a mezze maniche quando ci sono 4 gradi fuori".

È una cosa così strana! Che ha nel sangue... benzina? Lui sospira... sorrido, anche lui lo fa. Eheheh. "e tu credi che posso coprirmi con un libro?" annuisco. "Anna Karenina... libro perfetto per far capire il freddo" gli dico leggendo il titolo sulla copertina. "l'hai letto?" annuisco. "però non sempre riuscivo a ricollegare i nomi ai personaggi... cambiavano sempre... quindi alla fine saltavo i nomi" Quel libro è molto complicato anche perché l'autore usa nomi e titoli nobiliari russi... alla fine ti trovi con una minestra di nomi e non sai chi sia chi... ovviamente tutti tranne Anna. Lui ride. "se hai saltato i nomi, come hai fatto a seguire la storia?". Sorrido picchiandomi un dito sulla testa. "intelligenza mio caro". Guardo di nuovo la libreria. "Madame Bovary, Delitto e Castigo, Il Grande Gatsby... wow di chiunque siano questi libri non è una persona a cui piace l'allegria" sono tutti libri che in qualche modo finiscono male.

 "sono miei" dice. Mi giro. "sei una persona triste" gli punto un dito contro. "ma questo lo sapevamo già" rido. "e tu sei un po' ubriaca". "diciamo che sono dignitosamente brilla" si alza, viene verso di me e rimette il libro al suo posto. Mi si avvicina, sento il suo profumo. "io non sono triste". Faccio un passo indietro. "ah no?" lui scuote la testa. "sicuramente hai letto Cime Tempestose" lui alza un sopracciglio. "e questo cosa c'entra?" "e anche Orgoglio e Pregiudizio... vedi questi sono tutti libri da ragazzo triste" gli dico sorridendo. Sono libri che ho letto anch'io... però finivano sempre in modo cosi triste. Quei classici libri che attraverso la sofferenza ti vogliono insegnare una morale... alcune volte va anche bene, ma secondo me si può insegnare anche attraverso dei racconti felici, infatti cerco di leggere sempre cose che mi fanno ridere.

 "sei un cattivo ragazzo Brutus... fattene una regione" rido alzando le spalle saltellando e guardandomi attorno cercando altri cassetti da aprire. "la vuoi smettere?" "di fare cosa?" punto un piccolo mobile accanto al letto. "di dire che sono un cattivo ragazzo... tu non mi conosci" lo guardo. Noto solo adesso che i capelli sono tutti disordinati. I ricci sono un groviglio sulla testa, ha delle occhiaie sotto gli occhi. Mmm... forse è stanco a causa della partita. "e non ho voglia nemmeno di conoscerti" gli dico aprendo il cassetto. Lui mi prende il braccio e mi tira indietro. "la smetti di guardare tra la mia roba?" i suoi occhi sono chiari... il colore del bosco... il colore del legno. Ah già... questa è la sua stanza... oddio sono nella stanza di Brutus. L'alcool non mi aiuta a fare pensieri veloci.

"perché?" la sua presa non è forte, mi sta solo tenendo il braccio, ma è calda... lui è caldo. "perché non è educato... ma chi ti ha insegnato a vivere?" sorrido. Mi sto divertendo. "eddai... tutti noi abbiamo delle stranezze... io sono solo più propensa a farle vedere" dico alzando le spalle. Brutus lascia la presa. Si passa una mano tra i capelli e penso subito: castagna! "io non ho stranezze" alzo un sopracciglio. "se, come no!" ripeto le sue parole di poche ore fa. Un piccolo sorriso mi spunta sulle labbra. Ora lo stuzzico un po'... vediamo a che punto arriva.

 "secondo me non mi vuoi far aprire quel cassetto perché dentro ci sono le tue porcate" dico avvicinandomi al suo volto. Lui fa un passo indietro... come se gli avessi invaso lo spazio personale. "porcate?" ripete. "certo... il cassetto dove tieni i preservativi, i giocattolini..." sto cercando con tutta me stessa di trattenere una risata quando vedo la sua espressione scandalizzata. "sai fruste o roba del genere" non ce la faccio più e scoppio a ridere quando vedo la sua faccia. Oddio questo ragazzo mi fa morire! Adesso vado li e gli faccio il solletico... solo per vederlo scomposto. 

Mi immagino lui con un frustino in mano mentre recita Cime Tempestose e continuo a ridere ancora più forte. "tu non stai bene" mi dice solamente. "lo so" dico stendendomi sul letto... mi è ripreso il capogiro. Passano dei minuti di silenzio. Sento il materasso che si abbassa accanto a me. Apro un occhio e vedo Brutus seduto che mi guarda. "non sei per niente normale" ripete stavolta a tono più basso. Ridacchio alzando le spalle. "si che lo sono" dico guardando il soffitto. "tu non lo sei". Sento che si irrigidisce. Batto una mano accanto a me "vieni qua... facciamo una conversazione profonda" dico ridendo. Lui scuote la testa.

 Gli tiro il dietro della maglietta cercando di farlo sdraiare accanto a me. Dopo un po' di insistenza si stende. "conversazione profonda?" annuisco. "non lo sai? Tutte le migliori conversazione iniziano da ubriachi... sdraiati su un letto mentre al piano di sotto è in corso una grande festa" in tutti i film funziona cosi... i protagonisti si estraniano dalla realtà creandosi il loro bozzolo di confidenze. "cosa ti dovrei dire di profondo?". Io saprei cosa chiedergli ma non oso... nemmeno nelle mie condizioni. Guardo il soffitto. "vuoi sapere un segreto?" gli chiedo di botto. "ehm... no" rido. "io te lo dico lo stesso... l'altro giorno ero nell'ufficio del preside per rubare le vostre cartelle personali... ho preso quelle di tutti, anche quella di Charlotte" ammetto. Non m'importa se si arrabbia... mi è venuto da dirglielo e gliel'ho detto.

 Lui sta zitto. "lo immaginavo" anche lui guarda il soffitto. "e cos'hai scoperto?" mi chiede sospirando. "niente in pratica... la tua non ho avuto nemmeno il coraggio di aprila" lui ride girandosi verso di me. "perché rubarla allora?" Alzo le spalle. "certe volte le persone fanno solo cose stupide" in effetti ho rischiato di essere espulsa dalla scuola solo per delle informazioni che poi non ho avuto il coraggio di guardare... sono stupida. Lui continua a ridere scuotendo la testa. "sei arrabbiato?" "si" risponde. Sospiro.

 "vuoi sapere un mio segreto?" mi dice lui. Mi paralizzo. Oddio... forse mi dirà tutto... finalmente saprò! Lo guardo "avevi ragione" dice bloccandosi. Strano... io raramente ho ragione. Lui continua. "mia madre se n'è andata quando ero piccolo... e mio padre... mio padre è uscito di testa". Non mi aspettavo una cosa del genere. Non capisco nemmeno perché lo stia dicendo a me... alla fine non ci conosciamo per niente. Il senso di colpa ritorna... lo sapevo che non dovevo toccare la sua famiglia... nessuno dovrebbe mai insultare i genitori di qualcun altro. Si gira verso di me... i suoi occhi incontrano i miei. 

"ho dovuto crescere alla svelta..." una frase che vuole giustificare il suo comportamento. Lo guardo. Allungo una mano e prendo la sua... la stringo e gli sorrido. "non so se ti può aiutare... ma quando ero nell'ufficio di tuo padre, ho trovato anche una foto di tua madre... oggi quando mi hai sorriso, ho pensato che fossi uguale a lei" non sono brava a consolare... anzi sono proprio una frana. Non so mai cosa dire, oppure ho il terrore di dire la cosa sbagliata, anche perché io non ho mai provato la perdita di qualcuno di cosi importante... posso solo immaginare. Lui mi stringe ancora di più la mano. 

"si mi aiuta" sussurra. Sorrido soddisfatta. Guardo di nuovo il soffitto. "Livia... tu... tu tornerai mai in Italia?" anche so ho gli occhi chiusi posso immaginare la sua faccia delusa... o almeno dal tono sembra deluso, anche se non so perchè. "ovvio!" dico soltanto. "ti manca tanto?" apro gli occhi e mi giro completamente verso di lui. Ormai il mal di testa è passato. Alzo un sopracciglio. "perché?" "rispondi!" ma quanto può essere dispotico? "ehm... si, mi manca tantissimo... sai qui è tutto diverso" dico sospirando. "la mia casa non è proprio in centro... io abito fuori città questo mi permette di vedere tutti i giorni le colline verdi...o almeno, mi permetteva" mi manca casa... parlarne non è facile. 

"continua" mi sprona. "mi manca l'odore del sole... sai quello che senti sulle lenzuola appena asciutte, mi manca la brezza estiva, il sapore della pasta al pomodoro di mia nonna, la risata di Benedetta, le chiacchere di Marco, la passione per i giochi di Anna, mi manca il mare dell'Isola d'Elba, il calore del sole sulla pelle, le distese di girasoli che vedo quando andiamo al mare, quei pochi fiocchi di neve che cadono da noi... mi mancano persino le numerose buche che ho sotto casa" rido. Sotto casa mia ci sono un sacco di buche... saranno li dall'84 e passarci sopra sia con la macchina che con il motorino è un'impresa. Sento la sua mano che si appoggia sulla mia guancia. Mi guarda intensamente. Alzo le spalle. "mi dispiace" dice accarezzandomi.

Ci fissiamo, resto immobile. I suoi occhi si illuminano, ma a differenza delle altre volte questa volta mi sento protetta. Mi sento al sicuro, come se gli potessi parlare di tutto. Lui deglutisce. Il suo calore mi raggiunge. "non ti bacierò Livia" sussurra guardandomi le labbra. Sorrido. "chi ti ha detto che voglio essere baciata?" mi rigiro sbadigliando. Sento la sua risata. "io non ti bacerei" Chiudo gli occhi. "nemmeno io" mi risponde. Ho sonno... le nostre mani sono ancora intrecciate. "Livia" mi chiama. Non rispondo... ora gli faccio uno scherzo... "Livia" riprova, ma tengo gli occhi chiusi e non gli rispondo. Cerco in tutti i modi di trattenere la ridarella, sennò mi scoprirebbe. "non dirmi che ti sei addormentata..." sospira. Passano pochi minuti e sento i suoi occhi addosso e poi, leggere, le sue labbra che mi sfiorano la guancia.

 Un brivido mi attraversa. Apro di scatto gli occhi. "beccato!" urlo alzandomi e puntandogli un dito contro. Lui fa una faccia sorpresa. "non stavi dormendo!" gli faccio una linguaccia. "ho vinto io! Mi hai dato un bacino" gli dico sdraiandomi di nuovo sul letto. "no" ribatte. Chiudo gli occhi sorridendo. "si" "no" "si". 

Continue Reading

You'll Also Like

138K 7.5K 25
Una ragazza, una lupa, un destino, una battaglia... Remake in corso, visitate il mio profilo
107K 2.8K 24
Noemi una ragazza solare,gentile,stronza quando serve ... il futuro li darà molte sorprese Axel é un vampiro con 180801 anni scopre Noemi accompagn...
1.1M 60.6K 62
Hanya è una ragazza forte ma con un animo buono, cresciuta in una famiglia in cui il padre non l'ha mai voluta solo perchè diversa dalla sua discende...
125K 5K 27
Camilla, 17 anni, ha perso genitori e fratelli in un incidente stradale qualche anno prima. Ora si trasferirà a Vancouver adottata da una famiglia de...