ALICE l.h

By Lollasmiao

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Alice ha diciassette anni, ha tutto sotto controllo e un destino già scritto. E' lei l'artefice del proprio d... More

0 Prologo
I 'Camera duecentosei'
II 'L.H.'
III 'La lista'
IV 'Scala Sud'
V 'Cadute ridicole'
VI ' Stesso carattere '
VII 'Fango'
VIII 'Bagni notturni'
IX 'Festa'
X 'Inaspettato'
XI ' Qualcosa non mi torna'
XII 'Whitby'
XIII 'Paure'
XIV 'La tela del ragno'
XV 'E' un gioco'
XVI 'Stiamo ancora giocando?'
XVII 'Jenna'
XVIII 'Attento alla mira'
XIX 'Correre veloci'
XX 'Perdere il controllo'
XXI 'Sei come pensavo'
XXII 'Hai la verità sotto al naso'
XXIII 'Non ci capisco più niente'
XXIV 'Casa Lucas'
XXV 'Non ho mai..'
XXVI 'Teorie'
XXVII 'Dobbiamo parlare'
XXVIII 'Discussioni e confessioni'
XXIX 'Non scappare'
XXX 'Un tranquillo giovedì'
XXXI 'Lo dicono tutti'
XXXII 'Indossi dei bruttissimi pantaloni'
XXXIII 'Dove diavolo siamo finite'
XXXIV 'Enigmi'
XXXV 'Fermami'
XXXVI 'E' solo l'inizio'
XXXVII 'La verità'
XXXVIII 'La vendetta ha il suo tempo'
XL 'Senza titolo'
Epilogo

XXXIX 'Scommesse'

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By Lollasmiao

Capitolo corretto il 04/04/2017

Ho caldo, sto sudando e fisso paranoica i miei compagni. Venerdì, ultima ora, ultimo compito in classe della mia vita. Cass scrive velocemente, è china sul foglio dall'inizio dell'ora mentre io.. Io ho fatto il minimo necessario per passare l'anno. Oggi, come se non bastasse, arrivano le ultime lettere dei college. Cass è più nevrotica del solito, se fallisce credo che non si riprenderà più. Mi sento tipo la cattiva ragazza dei film, quella che non è stata accettata da nessuna parte ma ne ride lo stesso.
No non lo trovo divertente perché tra una settimana sarò a casa a sentirmi le lamentele di mia madre. E quelle di mio padre. Il che sarebbe divertente se sotto sotto, non me ne importasse. Il problema si pone perchè mi importa del mio futuro, perché non voglio essere l'ennesima persona che vive il suo tempo senza fare qualcosa degno di nota. Non dico di voler essere la prossima first Lady o la Regina D'Inghilterra, ma vorrei essere ricordata. Vorrei poter arrivare alla fine dei miei giorni e dire che bello, non ho nessun rimpianto. 

Il professore ritira i compiti, ormai ho imparato a memoria il suo sguardo deluso nel vedere le mie risposte. Alzo le spalle come se volessi dirgli che ormai i giochi sono conclusi e che non serve più dare di matto. 

Mi stiracchio uscendo dall'aula e respiro questa tanta e agognata libertà. Ora che la sto assaporando, mi rendo conto che non è proprio il massimo. Che questa è l'ultima volta che impreco per un compito in classe, che questa è l'ultima volta in cui chiedo suggerimenti a Cassandra.

-Si pregano tutti i studenti che aspettano gli ultimi responsi delle università di andare nella Hall principale e chiedere la propria lettera!- la voce della direttrice che proviene dagli auto-parlanti fa sbiancare Cassandra.

-Andiamo, vedrai che sei stata presa.- le do una leggera gomitata. -Se non sei stata presa tu, non vedo chi altro possa aver preso il tuo posto.-

-Non sei d'aiuto.- brontola. Scuoto la testa e la trascino verso la hall.

-Vedi questi giovani adolescenti come sono ansiosi di sapere il responso! Li vedi? Non senti la loro ansia stringerti le ossa?- ghigno.

-Sei una pessima amica.- brontola ancora mentre cammina lentamente.

-Scherzo Cassandra, devi assaporare il rischio del dubbio.- sorrido.

-E tu? Cosa farai dopo?- chiede cambiando discorso.

La fisso inespressiva, è la fatidica domanda a cui non voglio rispondere.

-Lo sai che Bradford è vicina a York? Hai fatto domanda a York vero?- chiedo fissandomi le unghie.

-Si, ma tu devi rispondermi.- sorride appena.

-Mi darò alla clandestinità, magari a qualche azione illecita. Traffico di organi o di armi. Credo più la seconda, non mi piacciono le viscere umane.- sentenzio sicura di me.

-Sei pessima.- mi da una leggera spinta e prende la sua lettera. La fissa insicura sul da farsi e rivivo in quella sua espressione preoccupata, il mio fallimento. 

-La apriamo insieme vero?- sussurra. Annuisco e le prendo la lettera dalle mani.

-Sai dove la apriamo? Dove è iniziato tutto.- sorrido camminando dal lato opposto della hall. Il giardino sul retro è stato lo sfondo di tante piccole cose che mi hanno resa un po' più normale. Un po' più simile alle mie coetanee. 

Ci sediamo sulla panchina arrugginita e quando vedo le iniziali tutto sembra passare in secondo piano. E' lui il mio L.H., è lui la persona che mi ha fatto sognare e rimanere sveglia. E' lui e invece che esserne felice, provo un senso di nausea. Nausea per i suoi inganni. Nausea perchè nessuno ha avuto il coraggio di dirmi la verità prima.

-Ci sei?- Cass mi scuote la spalla. 

-Certo.- annuisco velocemente. Apro la sua lettera e la vedo chiudere gli occhi. Sorrido pensando a quanto sia tragica, un po' come me d'altronde. 

-Signorina Cassandra Thomson, siamo felici di annunciarle che è stata accettata all'università di York presso la facoltà di Biologia.- annuncio con voce seria.

-Cosa?!- grida istericamente.

-Sei stata accettata!- grido anche io.

-Ma sei seria? Non ci credo, passami la lettera!- grida più forte strappandomi di mano i fogli. Li legge velocemente. Diverse emozioni passano sul suo viso e non posso far altro che essere fiera della mia migliore amica. Non provo invidia, provo felicità perchè lei ce l'ha fatta. Perchè lei sarà una grande persona. 

-Dobbiamo festeggiare!- grida ma poi si ferma. -Scusami, non ho pensato minimamente al fatto che tu non sei stata accettata.. Sono una stupida..- è risentita.

-Stai scherzando?- mi faccio seria.

-Si.. Insomma sono qui a gridare per la mia ammissione e non penso che la mia migliore amica..-

-Cass, io so cavarmela. Farò qualcosa della mia vita, devi stare tranquilla. Mi conosci, sai che non mi arrendo.- sorrido mentendo.

-Possiamo andare a vivere insieme! Possiamo affittare un appartamento vicino al college e dividere le spese. Non costano molto.- 

-Sarebbe un'ottima idea.- sorrido appena.

-E potresti fare il test d'ingresso a settembre.- annuncia seria.

-Poi ci pensiamo.- 

-No, non sono difficili. La facoltà di Storia dell'Arte è ottima.- 

-Vedremo.- sorrido di nuovo. -Non hai fame?- mi alzo velocemente.

-Da morire.- mi segue verso la mensa. 

Se qualcun altro prova a parlarmi di college giuro che lo strozzo con le mie mani. Prendiamo i nostri vassoi e ci sediamo al solito tavolo. Ci sono anche Michael e Lucas fermi lì a guardarci. Fisso Lucas e penso alla mia lettera nascosta nel suo zaino. 

Si alzano velocemente appena ci sediamo.

-Dove andate?- chiede Ash.

-Abbiamo finito, andiamo a sistemare delle cose.- borbotta Michael. 

Quei due sono di nuovo amici.

-Potete rimanere, mica vi sbrano.- sussurro sedendomi lentamente.Potrei farlo, ma non voglio rovinare la felicità di Cassandra.

Lucas mi guarda, un piccolo barlume di speranza mi fa cedere. Perchè i suoi occhi così simili ai miei oggi sono più spenti, consapevoli di aver commesso troppi errori per poter brillare come sempre. 

-Insomma questi college?- parlotta Calum con la bocca piena.

-Sono entrata! Alla facoltà di Biologia di York!- sorride Cassandra. Gli occhi di Lucas si posano sui miei, lui sa che non sono stata ammessa, lui sa quanto male io ci sia rimasta. Perchè d'altronde, è stato l'unico a parlarmi sinceramente. E' stato l'unico a strappar via quella lettera.

-E tu?- chiede Ash sorridendo.

Giusto, il primo che mi avesse chiesto del college avrebbe fatto una brutta fine. Giustissimo.

-Ashton se non vuoi morire entro cinque secondi, ti do la possibilità di cambiare domanda.- sibilo fissando il piatto.

Indovinate cosa c'è per pranzo? Petto di pollo. Mi lascio andare ad una risata isterica. Molto isterica. Del tipo che è più rassegnazione.

-Cosa si fa oggi?- Calum fissa la sua fidanzata.

-Schifo.- sentenzio.

-Quello lo fai sempre.- sussurra Michael. 

Non ci vedo più dalla rabbia. Automaticamente le mie mani afferrano il mio bicchiere pieno d'acqua. Mi viene naturale gettarglielo in faccia. In mensa cala il silenzio.

-Sei impazzita?!- gracchia pulendosi il volto.

-Hai problemi? No dico, hai problemi con me?- sibilo. -Per quello che hai fatto dovresti mantenere lo sguardo a terra per anni. Dovresti darmi del lei. Quindi, nessuno ti ha autorizzato a rivolgermi la parola. Ora, se hai altro da dirmi fallo ora, prima che accidentalmente potresti perdere l'uso delle corde vocali.- grido non vedendoci più dalla rabbia.

Resta a bocca aperta. 

Prende il suo zaino e si alza. Mi guarda e lo sfido a dire qualcosa. Scuote la testa ed esce dalla mensa. 

-E voi? Volete perdere anche voi l'uso della parola!?- grido fissando la mensa.

Forse ho dato troppo spettacolo ma insomma, come ho iniziato l'anno scolastico devo concluderlo. In grande stile, giusto? 

Prendo anche io il mio zaino ed esco da quella stupida mensa. Sono talmente tanto infuriata che potrei prendere a bastonate qualsiasi persona si presenti di fronte ai miei occhi. 

Torno di nuovo nel giardino sul retro, lancio lo zaino e mi siedo su questa stupida panchina mal messa. 

-Stai bene?!- alzo lo sguardo e lo vedo. Ha il fiatone. 

-Secondo te?- chiedo fissandolo.

-Si stai bene.- sorride sedendosi al mio fianco. 

-Allora se lo sai, cosa diavolo me lo domandi a fare?- chiedo con tono ovvio.

-Era una scusa per parlarti.- fissa i cespugli di fronte a noi e faccio lo stesso.

-Mi sono nascosta dietro quei cespugli troppe volte per capire cosa mi nascondevate quando la verità era sotto al mio naso.- ammetto.

-Sapevo che eri lì. Insomma i tuoi capelli brillano quasi al buio.- sorride divertito.

-Cosa vuoi Lucas?- chiedo velocemente.

-Hai perdonato Cassandra e Calum.- 

-E quindi?- chiedo portandomi le braccia sul grembo.

-Perchè non puoi perdonare anche me?- chiede fissandomi. 

-Perchè con te ce l'ho a morte.- 

-Non è vero, quando ti ho baciato non ti sei spostata. Se mi odiavi, mi avresti spinto via.-

-Era un bacio di addio.- parlotto.

-Pensi che se fosse stato davvero un addio, mi sarei accontentato di quello?- 

-Non essere così tanto ambizioso, da me non avrai nulla se non il mio odio.- 

-Quello ce l'ho da quando ti ho conosciuto.- sorride.

-Smettila di sorridere, mi innervosisci.- annuncio.

-Siamo vicini come sconosciuti e questo non mi piace.- è serio.

-Perchè non dovrebbe piacerti? Ognuno è artefice del proprio destino Lucas, hai scelto tu come gestire la situazione.- 

-Mi hai sempre avuto in pungo! Hai sempre condotto tu questo stupido gioco!- 

-Già e guarda dove siamo ora, seduti su una panchina a parlare di quello che sarebbe potuto essere.- sibilo amaramente.

-Come fanno due persone come noi a stare così ora?- chiede rassegnato.

-Così come?- chiedo posando il mio sguardo su di lui. 

-Dovremmo essere in camera, da soli. A dimostrarci quello che proviamo.-

Resto a bocca aperta. Arrossisco velocemente. Non sento nemmeno più la saliva, l'aria. Le sue parole hanno il dono di risucchiare tutte le mie funzioni vitali.

-Chi ti dice che provo qualcosa per te?- chiedo portando la testa di lato.

-Perchè anche se non me lo dirai mai, io so quello che provi per me.-

-La sicurezza rischia di mandare fuori strada le persone.- 

-Tu dici questo a me?- alza un sopracciglia.

Resto in silenzio.

-Allora facciamo una scommessa.- si alza e aggrotto le sopracciglia confusa. -Stanotte la passeremo insieme.-

-E che scommessa sarebbe?- chiedo velocemente.

-Se ammetterai di provare qualcosa per me, allora avrò vinto io se invece sarà il contrario vincerai tu. Potrai decidere cosa sarà di noi.- sorride.

-E' giocare sporco.- annuncio. 

-Non abbiamo mai promesso il contrario. Vuoi giocare? Allora giochiamo con le nostre regole.- mi tende la mano.

-Che dovrei fare?- chiedo fissando la sua mano di fronte ai miei occhi. 

-Lo sai tu.- sorride. -Ti ho ridato la chiave. Se verrai da me allora avrò vinto io, se non verrai hai vinto tu.- 

-Questa è una scommessa.- sussurro. Stringo la sua mano e lo vedo allontanarsi. Mi alzo velocemente. 

Cerco Cassandra, quando non la trovo in mensa salgo le scale. Apro la porta della sua stanza.

-O cazzo.- annuncio coprendomi gli occhi.

-Hai già visto questa scena, stai tranquilla.- ride Calum.

Sposto le mani e mi ricompongo. 

-Vi stavate spupazzando?- chiedo in imbarazzo.

-Si, nulla di più.- ride Cass come se nulla fosse.

-Okay, visto che ormai siete una cosa sola devo chiedervi una cosa. Non ho mai chiesto una cosa del genere a delle persone quindi reputativi importanti.- annuncio sedendomi sulla scrivania. 

-Vuoi per caso sapere se l'omicidio è stato reso legale? Allora la risposta è no.- sorride Calum.

-Se vuoi uccidere Lucas sappi che non mancherà a nessuno.- Cass fa una smorfia mentre lo dice.

-Abbiamo fatto una scommessa.- annuncio sospirando.

La coppietta felice si posiziona meglio sul letto e contemporaneamente aggrottano le sopracciglia.

-Carini, fate le stesse cose.-

-Arriva al dunque.- sibila Cass curiosa.

-Se stanotte vado da lui avrà vinto lui, se non ci vado avrò vinto io.- 

-Non ho capito.- mi guarda Calum.

-E' il loro modo per confessare i propri sentimenti. Lo sai meglio di me che questi due non sono normali.- spiega velocemente Cassandra al fidanzato.

-Che devo fare?- chiedo disperatamente.

-La domanda più ovvia è se sei pronta per dire la verità. Se sei pronta a perdonarlo per la lista.- 

Penso velocemente alla lettera nascosta nel suo zaino. 

-Se vado da lui dovrò rinunciare alla mia vendetta.. Anzi.. Se stanotte vado da lui, la mia vendetta farà ancora più male.- rifletto ad alta voce.

-Vai. Domani penserai alle conseguenze. E' inutile crogiolarsi nei pensieri, sei una persona determinata.- annuncia Calum.

-Se vado nulla sarà più come prima.- ammetto.

-Allora sta a te scegliere.- sorride Cass.

-Non siete utili.- borbotto.

-Tu sai già la risposta, lo sai già che andrai da lui ma ti brucia il fatto che devi mettere da parte il tuo orgoglio.- sussurra Cass. Resto allibita. -Ti conosco meglio di chiunque altro.- sorride.

-Ti odio.- borbotto alzandomi.

-La scelta più difficile è capire se potresti rinunciare alla tua vendetta.- 

-Cassandra, torna a spupazzarti con il tuo ragazzo.- la guardo male.

-Tanto sappiamo tutti quanti che non rinuncerai alla tua vendetta.- 

-Ciao!- alzo gli occhi al cielo ed esco dalla sua stanza.

Ho bisogno di fare una doccia. Per precauzione prendo anche il mio depilatore rosa.

No, non ci andrò. Ho deciso.

Allora perchè ti stai depilando le gambe? 

Coscienza fottiti. Affoga. Spegniti. Mi sto depilando perchè mi metterò i pantaloncini corti. Tutto qua. 

Mi lascio andare contro le mattonelle fredde della doccia mentre l'acqua scivola sul mio corpo. 

Ti pare che devo darmi spiegazioni sul perchè io mi stia depilando?! Insomma, sono una ragazza. Devo prendermi cura del mio corpo!

* * * 

Non sono scesa a cena. Le ore sono passate drammaticamente veloci. Sono seduta sul letto intatto a fissare la porta, con la chiave stretta nelle mani e le scarpe ai piedi. I capelli ordinati, vestita e insicura. 

Hanno ragione, so già la risposta. Ho paura però. Paura del fatto che quella maledetta lettera farà più male a me che a lui. O farà male ad entrambi nello stesso modo, ma questi sono particolari. Qua non si tratta più di vincere o perdere, ma di dimostrarsi che tutto questo gioco è nostro. Nostro come questa notte. Nostro come quest'attimo. 

Mi alzo con la chiave stretta nelle mani e apro la porta. Magari non entrerò in camera sua, magari rimarrò sulle scale. Sarà una dimostrazione che in fondo la scommessa l'ha vinta lui, come tutto. Che in realtà sono io il suo burattino, che è lui l'artefice del mio destino. 

Quando sono sul corridoio incontro Calum che sorride.

-Lo sapevo.- sussurra sotto i baffi.

-Giuro che ti strozzo.- cerco di non ridere.

-Buona serata.- mi fa l'occhiolino prima di bussare alla porta della riccia. 

-Sta andando da lui!- sussurra a Cass.

-Sono fiera di te Alice!- grida la riccia. 

Mi volto facendole il dito medio.

Li sento ridere.

Cammino lentamente e non so come mi ritrovo di fronte alla sua porta. Mi mordo il labbro e mi allontano. Cammino avanti ed indietro per il corridoio analizzando i pro ed i contro della situazione.

Basta. Io entro. Gli dico che può andarsene al diavolo e me ne vado. 

Infilo la chiave nella toppa ed apro la porta. La camera è buia, la porta del bagno è chiusa. Il rumore dell'acqua è l'unico suono che sento. Mi siedo sul letto e aspetto di dirgliene quattro e poi andarmene. L'acqua si ferma e vengo presa dal panico. Mi muovo a disagio e fisso la porta. 

Quando la apre resto a bocca aperta. Ha un asciugamano avvolto sui fianchi. 

E basta.

Un asciugamano.

Mi ricompongo velocemente.

-Ciao.- sorride.

-Ciao.- sussurro spostando lo sguardo. 

-Sei qui.- 

-Sono qui.- 

-Non ricopiare quello che dico.- cerca di rimanere serio. -Sei venuta dunque.- 

'Sono qui per dirti che puoi anche andare al diavolo, che la scommessa è inutile e che ti odio.'

-Ti sei fatto una doccia.- parlo velocemente. Ora vorrei darmi uno schiaffo. Da sola. 

-Volevo ingannare l'attesa.- 

Il cuore mi batte troppo velocemente. 

-Volevo dirti che..-

-Che la scommessa era una scusa per averti qui sta notte.- mi anticipa.

-Sei uno stronzo.- sibilo.

-Ma sei qui.- annuncia. 

-Ora me ne vado.- mi alzo.

-Non lo farai perchè non vuoi davvero farlo.- la sua voce mi blocca.

Sono a mezzo millimetro dall'uscire da questa stanza. Sento i suoi passi avvicinarsi ma non mi volto. E' dietro di me, sento il suo respiro caldo sul collo. Porta le mani sulla porta, al lato della mia testa e mi volto appoggiando la schiena sulla superficie dura e fredda del legno. 

-Quante volte è successa questa cosa?- sussurra e appoggia la sua fronte sulla mia.

-Un po' troppe.- ammetto fissando le sue labbra. Si porta la lingua sulle labbra e faccio lo stesso. Sono secche come la mia gola. 

-Non ha vinto nessuno, lo sai vero?- sussurra ancora.

-Si.- la mia voce è un soffio.

-E' un si per cosa Alice?- alzo lo sguardo, i suoi occhi sono più scuri e il respiro più corto.

Lo fisso incapace di parlare. Le sue mani velocemente si spostano sul mio volto, le sue labbra si agganciano alle mie. E qualcosa dentro di me scatta, che sia l'ansia o che sia gioia non lo so. Forse è paura, ma non riesco ad allontanarmi. La sua lingua si muove con la mia. Le mie mani stringono i suoi capelli mentre le sue toccano i miei fianchi. Cammina all'indietro e lo seguo, incapace di aprire gli occhi per realizzare cosa stia succedendo. Si stacca e si siede sul letto. Ispeziona il mio corpo, sotto al suo sguardo inquisitore mi sento a disagio. Quasi nuda. 

-Quando smetterai di vestirti così? Mi farai morire.- sussurra.

-Mai.- sorrido. 

-Sono due le cose.. O vai via o resti e se resti non sarò capace di fermarmi.- annuncia mentre si porta una mano sul volto.

-Resto.- ho il fiato corto. 

Resta a bocca aperta e mi avvicino. Che sia solo per una notte, che sia solo per questo attimo. Che sia solo qui, in questo collegio dimenticato da Dio, ma stanotte non scappo. 

Mi bacia in maniera prepotente, le sue labbra si spostano sul mio collo. Brividi occupano tutta la mia pelle come la sensazione di star facendo la cosa giusta. Non so come mi ritrovo ad essere sdraiata di schiena sul letto con il biondo sopra di me. Sorride mentre mi bacia, sorride mentre le sue mani trovano velocemente l'orlo della mia maglietta. Me la sfila velocemente e fissa il mio corpo. 

-Niente pantaloncini.- annuncia. Doveva essere una domanda ma sembra per lo più un'affermazione. 

Scuoto la testa incapace di parlare. 

-Sei quasi nuda.- ammette.

-Anche tu.- constato inutilmente.

-Anche io.- sussurra e si fionda di nuovo sulle mie labbra. Le sue mani veloci, sfilano gli ultimi pezzi dei miei indumenti. 

-Le scarpe. Devo togliermi le scarpe.- parlo velocemente.

Scoppia in una risata e si sposta. Sono nuda nel suo letto ma non mi vergogno. Velocemente sfilo le mie vans e le lancio da qualche parte.

-I calzini?- chiede. Sento il suo sguardo sulla mia schiena.

-Mi fanno schifo i piedi, li tengo.- sentenzio. Scoppia di nuovo in una risata.

-Sei unica, su questo nessuno può dire il contrario.- 

E' l'ultima cosa che dice prima di tornare sulle mie labbra. Carezze, gemiti, dolore. Brividi, la sensazione appagante che sia il primo inebria le mie azioni. Le sensazioni giuste di vivere questa notte come il nostro unico momento.

Che ora i giochi stanno a zero, perchè ormai abbiamo oltrepassato quella linea che divideva le nostre anime. 

Apro gli occhi ed è sopra di me, di nuovo. Stavolta è nudo anche lui, il suo asciugamano è volato via come tutte le nostre paure, i nostri enigmi e i nostri problemi.

-Fa male?- chiedo velocemente.

-Un po'.- 

E dopo quell'affermazione mi lascio andare tra le sue mani, sentendo un'unione mai provata con nessuno. Sentendo che, un altro come lui sarà difficile trovarlo. Che forse è tutto iniziato male, come uno scherzo, come una sfida. Che forse, è giusto tutto questo. Che doveva andare così. Spinge e un dolore lancinante mi risveglia dal mio stato. Geme, chiudo gli occhi. Mi guida verso un mondo che non avevo mai visto e va avanti, mentre la nostre pelle si imperla di sudore e di brividi.!ancora qualcosa verso il pavimento e sospira.

-E' successo davvero.- sussurro rompendo il silenzio.

-L'altro giorno ti ho detto che credevo di essermi innamorato di te.- sussurra esausto. Resto in silenzio. -Ora so che è vero.- 

-Anche io.- ammetto chiudendo gli occhi. 

Copre il mio corpo con la coperta e mi stringe a lui. 

L'abbiamo ammesso, ormai è fatta. Ormai non siamo più Lucas e Alice, ormai siamo noi. E questo noi spaventa un po'. 

Resto sveglia mentre Lucas dorme, quando sono sicura che sia ormai nel mondo dei sogni sposto il suo braccio dai miei fianchi e mi alzo. Mi vesto velocemente, prendendo una sua maglietta dal suo armadio. Fisso lo zaino. Quello che c'è dentro farà male a me, non solo a lui. 

Ma sotto sotto, sono ferita ancora dalle sue bugie e io non dimentico. Apro lo zaino velocemente e cerco la lettera. Ma posso passare oltre e per una volta non pensare solo a me, posso rinunciare alla vendetta.

-Che stai facendo?- sussurra confuso mentre trovo il pezzo di carta. Sussulto.

-Niente.- mi volto tenendo le mani dietro la schiena. L'ansia è una brutta bestia.

-Non mentire, che cosa stai facendo?- lo vedo infilarsi i boxer e avvicinarsi. 

Vorrei dire qualcosa ma non trovo le parole.

E' d'avanti a me, sembra infuriato. Le sue mani trovano le mie e mi strappano la lettera.

-Che cosa diavolo è?- chiede fissandomi.

Sono nella merda.

<('') nuova storia: Fine Line

Sembrava impossibile, ma ce l'hanno fatta! Ho scelto di non descrivere a pieno la loro intimità perchè è giusto che ognuna di noi se la immagini come vuole. Alice in realtà, voleva far sparire la famosa lettera ma ovviamente, nulla va mai per il verso giusto. Siamo quasi arrivati alla fine, ci sarà un prossimo capitolo e poi l'epilogo. Il prossimo capitolo sarà divertente, o quasi. Cosa ne pensate di questi due pazzoidi? Io avrei molto da dire ma mi dileguo velocemente perchè dovrei studiare! Ehehehe.

Fatemi sapere cosa ne pensate. 

Alla prossima.

<3

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